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Tre anni fa il crollo del Ponte Morandi, Egle Possetti: «La battaglia di noi familiari va avanti»

14/08/2021 11:07 - Aggiornamento 14/08/2021 11:15

Il 14 agosto del 2018 il crollo del Ponte Morandi in cui persero la vita 43 persone. Undici invece i feriti nel disastro. A distanza di due anni, il 3 agosto del 2020, l’inaugurazione del nuovo viadotto sul torrente Polcevera su un progetto dell’architetto Renzo Piano. Una ferita profonda, un dolore indicibile per i familiari che hanno dato vita al Comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi, che ora attendono l’esito del processo. Il 22 aprile scorso la Procura di Genova ha chiuso infatti le indagini. “Garantire giustizia e ridare speranza” è l’appello di chi ha perso i propri cari.

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crollo ponte Morandi

Tre anni fa il crollo del Ponte Morandi, Egle Possetti: “La battaglia di noi familiari va avanti”

Su “Today” l’intervista ad Egle Possetti, presidente del Comitato familiari vittime di Ponte Morandi, che ha ha criticato la scelta del premier Draghi e del capo dello Stato Mattarella di non essere presenti alla cerimonia per altri  impegni. Oggi si tiene infatti la commemorazione del terzo anniversario del crollo di Ponte Morandi. Nella basilica di Certosa presenti i ministri della Giustizia e delle Infrastrutture Cartabia e Giovannini, con il sindaco Bucci, il presidente della Regione Toti, familiari delle vittime e cittadini. A seguire spazio alla costruzione del Parco della Memoria, disegnato da Stefano Boeri, con la demolizione di alcuni edifici. «Sì, stiamo seguendo con costanza tutto il procedimento con l’architetto Boeri e con gruppi di professionisti che lavorano con lui. Oggi siamo ancora nella fase progettuale, i lavori inizieranno il prossimo anno, ma cerchiamo di descrivere e dare le nostre emozioni e lavorare con i progettisti affinché riescano a tradurle e a realizzare lo spazio che ci siamo immaginati», ha spiegato Egle Possetti.

ponte Morandi

«Un dolore che cambia, ma l’intensità non diminuisce. Inspiegabile se non si vive»

Da quel 14 agosto 2018 il tempo si è come fermato per la signora Possetti; per lei come per tutti i famigliari delle vittime: «È una sensazione che non si riesce a definire, un dolore che cambia, ma l’intensità non diminuisce. Inspiegabile se non si vive. A volte sembra sia passato moltissimo tempo, altre pochissimo. Mai nella mia vita avrei immaginato di vivere questa situazione, né come ci si sarebbe potuti sentire in una circostanza di questo genere». Da tre anni il comitato porta avanti una battaglia legale e non solo sulle concessioni. Molto è successo da allora, incluso l’ingresso della società Autostrade in Cassa Depositi e Prestiti: «Rispetto alla concessione, noi siamo stati costanti dal primo giorno. Abbiamo subito segnalato che con una perdita di fiducia questa cosa andava chiusa, non ci saremmo mai aspettati che tra le ipotesi ci fossero anche 9 miliardi di euro dati al concessionario e 9 miliardi di debito che si accollerà la ditta acquirente, è stata una cosa che è andata oltre ogni nostra immaginazione. Non possiamo che essere sempre lineari: per noi questo, come avevamo già detto, è un contratto che a queste condizioni non si può proprio fare».

E ancora: «Andremo avanti. Abbiamo fatto un esposto alla procura di Roma, abbiamo chiesto il sequestro della società, e continueremo a utilizzare tutti i mezzi leciti per cercare di influenzare questa situazione, anche se questa operazione sta andando avanti come un panzer che non guarda in faccia niente e nessuno», ha rimarcato con forza la signora Possetti. Leggi anche l’articolo —> Ponte di Genova, Renzo Piano: «È figlio di una tragedia, amatelo e durerà mille anni»

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