«Grazie a tutti i medici specializzandi del nostro Paese che hanno unitariamente sottoscritto l’intesa con governo e regioni per partecipare attivamente alla campagna di vaccinazione covid. È un altro passo avanti che ci rende più forti nella sfida decisiva dei prossimi mesi». Così ha scritto il ministro della Salute Roberto Speranza qualche giorno fa. Ma la verità è che gli Italiani sono esausti, esasperati, svuotati di ogni forma di fiducia. A distanza di un anno i cittadini si ritrovano ancora chiusi dentro casa, col ricordo sbiadito della vita sociale che non ci appartiene più da tempo. A mettersi di traverso anche il lotto di dosi di AstraZeneca ritirato in Italia, che ancora una volta ha diviso l’opinione degli scienziati. Per questa ragione la bozza del piano vaccini volta a sostituire il vecchio, poco efficace, fatto di primule e interminabili code, non è riuscita a sollevare gli animi degli Italiani. L’attesa c’è, ma il rischio è un altro: malcontento, psicosi e il crescente quanto preoccupante aumento del popolo dei no vax. A questo si aggiunge un articolo firmato da Pietro Senaldi pubblicato oggi su “Libero Quotidiano” dedicato al curriculum di Speranza.
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Roberto Speranza curriculum, il dettaglio che urta “Libero”: «Ecco il modello Italia»
L’Italia al momento è travolta da due crisi, quella sanitaria, dovuta al Covid, e quella economica, che ne è di fatto la diretta conseguenza. A sconvolgere il già precario equilibrio, come dicevamo in apertura, le problematiche legate al vaccino Astrazeneca (per ora un solo lotto è stato sequestrato da noi e sono in corso ulteriori verifiche), difeso strenuamente dall’Ema, che ribadisce che i benefici sono superiori ai rischi. In questo marasma generale un solo fatto appare chiaro: il collasso del sistema sanitario, costretto a fare i conti con la terza ondata (la seconda è mai finita?), il mancato approvvigionamento di vaccini (pensiamo soltanto al modello Israele che arriva come uno schiaffo sonoro all’Europa) e alla disastrosa strategia di distribuzione. Elementi che, combinati insieme, (togliendo di mezzo l’apertura della crisi di Renzi), hanno portato alla caduta del governo Conte 2. Rimasuglio di quell’esecutivo resta Roberto Speranza.
Mario Draghi, infatti, neo premier incaricato da Mattarella per caricarsi il paese sulle spalle, come un novello Atlante, si è circondato di parecchi tecnici, ha scelto per ministri nella sua squadra vari economisti, ha “mandato a casa” Arcuri, ma ha deciso di tenere Speranza. Un marcato segno di continuità con il governo precedente. Ma perché? Ha apprezzato il suo modo di lavorare? È una domanda che si pongono in tanti. Ieri nel salotto di Rete 4, al programma “Dritto e Rovescio” di Paolo Del Debbio, Maurizio Gasparri di Forza Italia non ha risparmiato un duro attacco al ministro della Salute, sintetizzabile nella formula: «Deve dimettersi…». Leggi anche l’articolo —> Vaccini, Astrazeneca sospeso per possibili effetti collaterali: le dichiarazioni dell’Ema
Senaldi: «Speranza? Non è neppure infermiere…»
Ad avere dubbi su Speranza anche il direttore Pietro Senaldi che su “Libero Quotidiano” scrive: «Speranza, il ministro ossimoro, dal nome beneaugurante ma che, al solo sentirlo, semina terrore e lutti. L’uomo è un politico di seconda fila. Quando si candidò alle Primarie del Pd arrivò terzo. Malgrado la segreteria dei dem sia una seggiola in svendita, che produce in chi vi si accomoda immediate allergie e desiderio incontrollabile di levarsi di torno». E ancora: «Alle ultime Politiche, nella sua Basilicata, ha preso meno di quattromila preferenze. Fedele al detto che nessuno è profeta in patria. Pochissime, sufficienti però, per gli incomprensibili giochi della politica, per insediarlo al ministero, dal quale decide delle nostre vite da oltre un anno», tuona Senaldi.
Sempre il direttore di “Libero Quotidiano” prova ad “affondare il coltello nel burro”: «Speranza non è neppure infermiere ma comanda sui medici. Che di virus hanno letto qualche centinaio di libri più di lui e sui governatori delle Regioni. Che hanno preso centinaia di migliaia di voti più di lui. Comanda pure sul suo vice, Pierpaolo Sileri, che siccome è medico chirurgo con tanto di master negli Stati Uniti e ne sa più di lui, non viene neppure convocato dal ministro alle riunioni che contano». C’è da dire però che Speranza non è il primo ministro della Salute del nostro paese ad occupare quel ruolo pur avendo una laurea in Medicina o Infermieristica.
L’attacco del direttore di “Libero” al Cts: «Poi ci stupiamo se all’estero non ci copiano»
Sul finale il direttore ha attaccato anche il Cts prendendo come punto di riferimento l’ H-Index, quel parametro che contempla il prestigio e l’attendibilità di tutti gli scienziati, che tiene conto dei titoli accademici di ognuno, le pubblicazioni scientifiche e il numero di citazioni dei loro lavori nel tempo. «Il valore medio dell’indice si attesta a 31,5. Ma solo perché la capa, Elisabetta Dejana, ha una quotazione personale di 109 e quello di Franco Locatelli è a 101. Al netto di questa coppia, l’indice scientifico del membro del Cts medio si fermerebbe a 25. Un nulla se si pensa ai 171 punti del professor Alberto Mantovani o ai 164 di Giuseppe Remuzzi, geni ignorati da Speranza», scrive nel suo lungo articolo Senaldi. Poi l’amara conclusione: «Curiamo il Covid con i politici e mandiamo in tv i medici. Ecco il modello Italia contro la pandemia. E poi ci stupiamo se all’estero non ci copiano». Leggi anche —> Ultimi sondaggi politici, Roberto Speranza è il leader preferito dagli italiani