Vai al contenuto

San Patrignano: su 450 positivi al Covid nessuno grave, si studia il caso della comunità

02/04/2021 12:03

Desta attenzione il caso di San Patrignano, dove in autunno 450 ospiti sono risultati positivi, senza però riscontrare alcun caso grave. “Fenomeno curioso – riconosce il responsabile sanitario -. Ho passato i dati all’istituto Mario Negri di Milano e ai ricercatori della Sapienza di Roma”.

san patrignano covid

San Patrignano e la pandemia da Covid

Nella comunità di San Patrignano il Covid è arrivato solo ad ottobre. “Avendo 250 dipendenti che vivono all’esterno era prevedibile”, dice ad Adnkronos Antonio Boschini, responsabile sanitario terapeutico di San Patrignano. Da dicembre ad oggi non si è registrato nessun nuovo positivo nella comunità di recupero più grande d’Europa. Durante la prima ondata, invece, il problema più grave è stato quello delle reazioni psicologiche degli ospiti all’isolamento. “I ragazzi lo hanno sofferto per la paura legata alla poca conoscenza del virus. Hanno subito l’impossibilità di ricevere visite o andare, come previsto in una seconda parte del percorso, qualche volta a casa. Hanno subito molto la sospensione delle scuole e dei corsi di formazione. Tutto è stato fermo, cristallizzato”, spiega Boschini.

Per i ragazzi nella comunità riminese, il lavoro e l’attività sono fondamentali per il percorso di recupero. Gli ospiti positivi infatti non potevano rimanere impiegati nei rispettivi settori produttivi, “che per una persona con dipendenze è molto doloroso. Ci sono persone che, ad esempio, vanno in crisi il sabato e la domenica, quando possono stare ferme e pensare”, afferma il medico.

L’epidemia

Poi, in autunno, l’ingresso del virus anche a San Patrignano. “Abbiamo avuto una epidemia di Covid che ha colpito metà 450 ragazzi nell’arco di due mesi – spiega il dottore – ma nessuno di loro ha avuto bisogno di ossigeno. Tutti con forme lievi. E’ un fenomeno curioso, vero è che ho passato i dati all’istituto Mario Negri di Milano e a ricercatori della Sapienza di Roma perché lo stiamo studiando. Qui nessuno beve, fuma, forse anche questo può avere aiutato. All’inizio ho dovuto affrontare dei casi di crisi di panico, due in tutto e all’inizio più che altro, quando non si conosceva il virus. Poi, quando hanno visto che i sintomi erano anche meno rispetto a quelli di una semplice influenza, si sono tranquillizzati”.

antonio boschini

L’isolamento

Per evitare di isolare e lasciare soli i positivi al Covid-19, la comunità ha raggruppato tra di loro i portatori di virus. “Abbiamo creato dentro San Patrignano un’area residenziale dove trasferivamo tutte le persone con tampone positivo. Qui i contagiati dal Covid potevano stare all’aria aperta, giocare tra loro, fare ginnastica. Abbiamo fatto dei test psicologici per vedere cosa è cambiato nelle persone prima e dopo il Covid, ma dobbiamo ancora elaborarli. Sicuramente non c’è stato un aumento del consumo di psicofarmaci, basso prima come adesso, né un incremento degli abbandoni della comunità”. >> Tutte le news di UrbanPost

Continua a leggere su UrbanPost