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Vaccino Sputnik 5 quando arriva in Italia? «Efficacia al 91,6%», cosa sappiamo

15/03/2021 11:18 - Aggiornamento 15/03/2021 11:24

Il via libera dell’Ema al vaccino anti-Covid Sputnik 5 potrebbe arrivare già a maggio. Ad affermarlo Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini delll’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, ospite di Radio24. «Sputnik è un vaccino ben disegnato e merita l’interesse di tutti. Siamo bene lieti di collaborare con l’azienda produttrice e vedere se possiamo utilizzarlo in Europa, ma dobbiamo verificare gli standard di produzione rispetto alle aspettative». Come riporta l’Agi l’Unione Europea potrebbe cedere al vaccino Sputnik V e non soltanto per ragioni mediche. Per avviare formalmente il procedimento, come spiega l’Agenzia Reuters, sono necessarie le richieste da 4 Stati membri.

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Vaccino Sputnik 5 quando arriva in Italia? «Efficacia al 91,6%», cosa sappiamo

«C’è un programma in corso e nelle prossime settimane vedremo se riusciremo ad approvare il vaccino. Ma prima della fine di aprile non saremo pronti per dare l’ok a Sputnik, più probabile maggio», ha dichiarato Marco Cavaleri, a proposito del vaccino contro il Covid messo a punto dal Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica russo Gamaleya di Mosca. Si tratta di un vaccino efficace al 91,6%, che tuttavia è poco impiegato al momento. Il motivo? Come sottolinea “Gazzetta Active” è da attribuirsi a “dinamiche geopolitiche”.  A difendere lo Sputnik V o Gam-COVID-Vac il professor Massimo Clementi, Ordinario di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Nell’intervista l’esperto ha detto: «Il risultato raggiunto dal vaccino Sputnik è eccellente: ha ottenuto il 91,6% di sieroconversioni nella registrazione pubblicata su Lancet. Anche i requisiti per la conservazione sono ottimali: può essere mantenuto a meno 18 gradi per due anni e a più due gradi per tre mesi, quindi è abbastanza gestibile».

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Il virologo Clementi «Il risultato di questo vaccino dal punto di vista clinico è molto buono, tanto che ha attirato l’interesse degli enti regolatori come l’Ema»

«Il risultato di questo vaccino dal punto di vista clinico è molto buono, tanto che ha attirato l’interesse degli enti regolatori come l’Ema (Agenzia europea del farmaco). Ma questo aspetto non basta. Perché se da un lato lo Sputnik è stato proposto per l’utilizzo anche nel mondo occidentale oltre che in Paesi dell’ex area sovietica e in India, il numero dei vaccini somministrati in Russia è piuttosto basso, e allora ci si domanda perché. Penso si tratti di un problema a livello produttivo, non scientifico, in particolare di controllo del processo produttivo. Aspetto che l’ente regolatore deve controllare. E poi c’è tutto il capitolo geopolitico, di equilibri internazionali, in cui l’Europa si è trovata un po’ come un vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro, parafrasando Manzoni. Inoltre tutto ciò che arriva dalla Russia sembra sempre molto controllato e riservato, anche se questo vaccino è sicuramente competitivo», ha spiegato il professor Clementi. Leggi anche l’articolo —> Piano vaccini, Draghi: «A tutti chiedo di aspettare il proprio turno come ha fatto Mattarella»

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Vaccino Sputnik 5, come è stato progettato?

Infine il virologo ha spiegato a “Gazzetta Active” in che consiste il vaccino Sputnik: «Una metodologia interessante. È stato infatti progettato per avere una sequenza virale. Che è la stessa di altri vaccini come AstraZeneca, che codifica per le proteina Spike del coronavirus Sars-CoV-2, ma utilizzando come vettori due adenovirus diversi, l’adenovirus 26 (Ad26) e l’adenovirus 5 (Ad5), adenovirus ovviamente non replicativi. Utili appunto solo come vettori della sequenza virale. (…) Per ovviare a possibili diminuzioni di efficacia, per la seconda inoculazione, che si fa a 28 giorni di distanza dalla prima, si è deciso di utilizzare un adenovirus diverso». Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 21.315 nuovi casi e 264 morti, eseguiti 100mila tamponi in meno

 

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