Mark Zuckerberg ha annunciato che il blocco degli account Facebook e Instagram del presidente Donald Trump andrà avanti “a tempo indeterminato e per almeno le prossime due settimane fino al completamento della transizione pacifica del potere”. In un post su Facebook, Zuckerberg ha quindi sottolineato di ritenere che “i rischi di consentire al Presidente di continuare a utilizzare il nostro servizio in questo periodo siano semplicemente troppo grandi”. Ma non è certo solo l’utilizzo dei social da parte di Trump a preoccupare: molti media americani sottolineano l’alta pericolosità degli ultimi 13 giorni che separano gli Usa dalla transizione definitiva tra il tycoon e il neo-proclamato presidente Joe Biden.
Trump account Facebook chiuso: altri 13 giorni di “pericolo” per gli Stati Uniti
L’America deve affrontare 13 giorni di pericolo “prima della partenza di un comandante in capo sciagurato che ha mandato la sua folla sul Campidoglio degli Stati Uniti in un atto di insurrezione che ha infranto una tradizione di oltre 220 anni di trasferimenti pacifici di potere”, scrive testualmente il sito web della Cnn in un lancio di pochi minuti fa.
Il comportamento sedizioso del presidente Donald Trump ha mandato in crisi totale il “bunker” della Casa Bianca nei suoi ultimi giorni da presidente. La frattura più significativa è quella con il fedelissimo vicepresidente Mike Pence, che ha rifiutato di unirsi al futile ma distruttivo sforzo per ribaltare il risultato delle elezioni.
Peaceful protest is the right of every American but this attack on our Capitol will not be tolerated and those involved will be prosecuted to the fullest extent of the law.
— Mike Pence (@Mike_Pence) January 6, 2021
Dopo aver orchestrato uno dei giorni più famigerati della storia politica degli Stati Uniti e aver “distrutto la democrazia rifiutandosi per settimane di accettare la sua sconfitta” – scrive ancora la Cnn – Trump ha improvvisamente rilasciato una dichiarazione nel cuore della notte, promettendo tardivamente una transizione ordinata del potere al presidente eletto Joe Biden il 20 gennaio.
Trump, la fuga dal “bunker” della sua squadra è già iniziata
Una mossa, l’ultima di Trump, apparsa ai più come motivata dall’interesse personale piuttosto che dal senso del dovere di presidente ancora formalmente in carica. Sembra essere infatti un tentativo disperato di arginare un’ondata di dimissioni dell’ala ovest, tra nuove ipotesi di impeachment e di ricorso al 25esimo emendamento per costringerlo a lasciare l’ufficio.
Alcuni funzionari stanno valutando la possibilità di dimettersi, compreso il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien. Il suo vice, Matt Pottinger, se n’era già andato mercoledì pomeriggio, hanno riferito fonti qualificate alla Cnn. Una fonte del Partito Repubblicano (Gop) ha affermato che alcuni membri del governo hanno tenuto discussioni preliminari sull’invocazione del 25esimo emendamento per forzare la rimozione di Trump dall’incarico. La motivazione? Non è “idoneo a servire il suo ufficio” di presidente.
Inoltre ci sono state richieste da parte di alcuni deputati Democratici alla Camera di avviare un procedimento di impeachment immediato. Archiviato dolorosamente l’episodio del tumulto di ieri, resta tuttavia la prospettiva allarmante di un presidente incontrollabile e di una catena di comando frammentata alla Casa Bianca che avrà gravi implicazioni per la sicurezza nazionale e potrebbe creare un vuoto favorevole a ulteriori disordini. >> Le notizie dall’estero