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Erri De Luca, fase 2: «Essere ristretti negli spostamenti non minaccia la libertà»

28/04/2020 12:10 - Aggiornamento 28/04/2020 12:14

Fase 2, sblocco del lockdown. Su Adnkronos l’intervista ad Erri De Luca, scrittore, giornalista, poeta e traduttore partenopeo, che prima di diventare un autore di successo ha svolto diversi mestieri: operaio qualificato, magazziniere, muratore e autotrasportatore. L’esordio letterario nel 1989, all’età di 40 anni, con l’uscita del libro, Non ora, non qui, in cui protagonista è il ricordo dell’infanzia trascorsa a Napoli. Erri De Luca, tra gli intellettuali più stimati, si è trovato a commentare una questione urgente, quanto delicata, arrivata anche nell’Aula della Camera dei deputati. Un quesito riguardante il decreto del 4 maggio firmato dal premier Conte. 

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Erri De Luca, fase 2: «Essere ristretti negli spostamenti non minaccia la libertà»

Le rigide misure del governo hanno “distrutto diritti fondamentali, naturali e costituzionali”? Il popolare scrittore non è d’accordo: «Essere ristretti negli spostamenti in questo momento non è ancora una minaccia della libertà. L’unica minaccia consistente della libertà è il divieto di libertà di espressione. Questo è quello che per me segna il discrimine tra il rischio di recessione dei diritti e quelle che sono misure transitorie di precauzione», ha spiegato Erri De Luca, che ha proseguito: «Finché c’è libertà di espressione siamo ancora in democrazia». E proprio il ricorso alla parola «democrazia» (dal greco antico: δῆμος, démos, «popolo» e κράτος, krátos, « potere»), forma di governo in cui il potere è esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti, ha innescato nel giornalista un’amara riflessione, che però esula dal Coronavirus.

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Il caso dell’Ungheria: «Nuove leggi di censura vietano ogni critica e la riscrittura dei libri di scuola ripropone scrittori antisemiti»

Erri De Luca ha commentato un fatto recente, che forse avrebbe meritato più attenzione da parte dei media: «Come scrive oggi Ezio Mauro in Ungheria nuove leggi di censura vietano ogni critica e la riscrittura dei libri di scuola ripropone scrittori antisemiti e cancella le glorie della letteratura magiara, come il Nobel Imre Kertész. L’aspirante dittatore di Ungheria cancella, dunque, Kertesz, Nobel di letteratura, dai libri di testo. E fa ancora abusivamente parte dell’Europa», ha detto  amaramente lo scrittore. leggi anche l’articolo —> Decreto 4 maggio nodi cruciali, congiunti, rientri fuori regione, seconde case: i dubbi degli italiani

 

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