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Caso Mario Bozzoli, «Scoperto il movente dell’omicidio»: il documento scottante

04/12/2020 09:37 - Aggiornamento 10/04/2021 16:52

Mario Bozzoli, il giallo della sua scomparsa sarà mai sviscerato in un processo? Lo sapremo il prossimo 10 dicembre 2020, quando il Gup deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Giacomo Bozzoli oppure optare per il non luogo a procedere. Il nipote dell’imprenditore scomparso nel 2015 è l’unico indagato con le terribili accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e soppressione di cadavere. Si professa da sempre estraneo ai fatti ma le lunghe indagini, condotte a 360 gradi da quando la procura di Brescia avocò a sé il fascicolo di inchiesta, hanno consolidato un corollario di indizi concordanti che potrebbe portarlo davanti al banco degli imputati.

Giacomo Bozzoli: maligne insinuazioni su moglie e figli di Mario scomparso in fonderia

Il corpo di Mario Bozzoli non è mai stato rinvenuto. Scomparve all’interno della fonderia di Marcheno che gestiva insieme al fratello Adelio e ai suoi figli Alex e Giacomo, appunto. Aveva finito il turno di lavoro e stava per cambiarsi d’abito e rincasare. Lo disse alla moglie Irene al telefono. Ma pochi istanti dopo, chiusa la chiamata, di lui si perse ogni traccia. Secondo la magistratura inquirente il 50enne dalla sua azienda uscì già cadavere, avvolto in un sacco e trasportato furtivamente all’esterno dal nipote per essere gettato chissà dove.

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Mario Bozzoli, ucciso per motivi economici: trova conferma la prova del movente economico

Sono tanti i testimoni che hanno riferito agli inquirenti del presunto astio dei nipoti, in particolare Giacomo, nei confronti dello zio consocio. Screzi, incomprensioni e tensioni tra loro di cui Mario parlava in famiglia. La moglie fu la prima persona, nell’immediatezza dei fatti, a sospettare che Alex e Giacomo potessero aver ordito un piano per far sparire lo zio. Alla medesima conclusione, dopo cinque anni, è giunta quindi anche la Procura. Dei quattro indagati iniziali, oggi però è rimasto solo un sospettato per l’omicidio. Giacomo, appunto.

E da alcuni giorni si apprendono nuove indiscrezioni circa il presunto movente del delitto. Di natura economica, lo si era sempre sospettato. Gli inquirenti sarebbero in mano di un documento che corroborerebbe siffatta ipotesi. Mario Bozzoli potrebbe essere stato ucciso perché era venuto a conoscenza di una truffa ai danni di quella che era anche la sua azienda. Truffa messa in piedi dal fratello Adelio e dal nipote Giacomo, suoi soci. Il settimanale Giallo riferisce che l’ipotesi del movente è riportata in una relazione consegnata al giudice proprio dal Ros, il reparto speciale dei carabinieri.

 

Spunta il sospetto di una truffa di cui Mario Bozzoli era venuto a conoscenza

Secondo i carabinieri, Adelio Bozzoli avrebbe finto un guasto a uno dei forni dell’azienda per riscuotere un premio dall’assicurazione di oltre 500mila euro. Soldi che in realtà servivano per finanziare la costruzione di un’altra fonderia, che stava nascendo in quegli anni a Bedizzole e che oggi è in attività, di proprietà dei suoi figli Giacomo e Alex, appunto.

Mario, secondo quanto trapela, pochi giorni prima di morire aveva trovato una fattura di 43mila euro (dettaglio, questo, già reso noto nel 2018 dal programma Chi l’ha visto?,clicca qui per i dettagli), che adesso anche il settimanale Giallo pubblica. La fattura in questione sarebbe la ‘prova’ della succitata truffa. Tra i testimoni dell’inchiesta ascoltati in questi anni dai carabinieri, inoltre, vi sarebbe anche una donna che sostiene di essere stata truffata da Giacomo Bozzoli. La signora racconta di aver richiesto indietro il suo denaro, ma di essere stata minacciata di morte da lui. E non è la prima persona ad accusare Giacomo di essere un uomo violento.

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ADELIO BOZZOLI

Le dodici telefonate tra Bozzoli e Beppe Ghirardini prima della scomparsa dell’imprenditore

Non si esclude che Beppe Ghiradini fosse al corrente della presunta truffa. Si tratta del fidato operaio e amico di Mario Bozzoli, sparito poche ore dopo il suo titolare e rinvenuto morto avvelenato da una capsula di cianuro. I due, riferisce Giallo, la sera prima della scomparsa di Mario si sarebbero sentiti ben dodici volte al telefono. Perché? Il presunto suicidio dell’addetto ai forni della fonderia di Marcheno è forse collegato a questa scottante faccenda? Interrogativi ancora senza una risposta. Potrebbe interessarti anche —> Caso Bozzoli, non solo Ghirardini: potrebbe esserci un’altra morte sospetta dietro il giallo di Marcheno

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