«In questi due mesi dalla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva abbiamo avuto una ripresa dell’epidemia imponente. Oggi abbiamo dei dati in qualche misura contrastanti, in quanto i positivi sono 14.844. Ieri erano circa 12mila ma erano stati fatti meno tamponi. Oggi i tamponi eseguiti sono 164.431. Oggi, quindi, siamo sotto il 10% per quanto riguarda il livello di positività». Così Gianni Rezza nel corso della conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica di Covid-19 nel nostro paese. Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute ha poi rimarcato: «Il dato dei morti è molto elevato, siamo ad 846 decessi. Ieri erano 491. Queste fluttuazioni sono dovute anche a problemi di segnalazione più o meno tempestiva dei decessi. È drammatico. E questo significa che il numero di persone che si è infettato è veramente molto elevato».
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Covid, Rezza: «Troppi morti, senza restrizioni costretti al lockdown», doccia fredda per le scuole
Si è detto assai preoccupato il professor Rezza: «Siamo ancora sopra la soglia critica per l’occupazione dei posti in terapia intensiva e i ricoveri di area medica». Dati che fanno slittare ancora il ritorno tra i banchi: «La riapertura delle scuole è un traguardo che molti auspicano possa verificarsi il prima possibile, magari con la ripresa delle attività dopo le feste natalizie. Credo che però sia ancora presto per dire se potremo o non potremo riaprire completamente le scuole con una didattica in presenza anche per quanto riguarda le superiori». E ancora: «La situazione italiana mostra chiaramente un meccanismo: quando allentiamo le misure i casi vanno su, quando le restringiamo riusciamo nel giro di qualche settimana a ottenere risultati in termini di riduzione di positivi e casi», ha dichiarato il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute.
«L’economia non è rallentata dalle misure restrittive. È rallentata dalla circolazione del virus»
«Contiamo quasi 900 morti oggi, non possiamo prenderla a cuor leggero. Se ne avessimo 1.550 perché magari si prende alcun provvedimento, alla fine saremo costretti a fare il lockdown. È quello che assolutamente si vuole evitare, perché si hanno a cuore i singoli, le famiglie e l’economia di questo Paese», ha sottolineato ancora Gianni Rezza. «L’economia non è rallentata dalle misure restrittive. È rallentata dalla circolazione del virus. Noi abbiamo visto che l’economia italiana è rifiorita nel momento in cui la circolazione del virus si è abbassata. Le misure parzialmente restrittive, come quelle che abbiamo avuto in questo periodo, hanno tenuto più bassa la circolazione virale. E hanno permesso di svolgere anche attività che invece non si sarebbero potute svolgere perché avremmo dovuto ricorrere al lockdown. Cerchiamo di attuare delle misure serie che, seppur parziali, tengono bassa la circolazione del virus», ha concluso. Leggi anche l’articolo —> Crisanti contro il governo: “Lockdown a Natale? Fatto così è una presa in giro”