Il PD risale e arriva al 19,4%. La Lega torna ai livelli di maggio 2018. Questi in sintesi i dati dell’ultima media dei sondaggi politici di oggi elaborata da Termometro Politico. La settimana dal 5 all’11 aprile mette a confronto le rilevazioni di 5 istituti: SWG, Termometro Politico, Tecnè, Bidimedia, Euromedia, Ipsos. (prosegue dopo la foto)
Sondaggi politici oggi: la media di Termometro Politico, intenzioni di voto per i partiti
Il Partito Democratico tenta di risalire la china dopo un lungo periodo di crisi seguito alle improvvise dimissioni di Nicola Zingaretti. Già due settimane fa la media di TP l’aveva rilevato al 19% delle intenzioni di voto. Nell’ultima settimana i Dem tornano 19,4%, lo stesso livello a cui era circa 2 mesi fa, in febbraio. Non riescono ad arrivare però al 20%, se non per Ipsos. E tuttavia Il Pd di Letta consolida il secondo posto, visto che il Movimento 5 Stelle perde terreno e scende al 16,6% e Fratelli d’Italia non si muove di molto ed è attualmente al 17,8%.
Sempre prima, ma toccando un nuovo record negativo, la Lega, al 22,5%. Era dal maggio 2018 che non scendeva a un livello così basso. Risale invece di mezzo punto Forza Italia, ora al 7,6%. Tra i partiti più piccoli gli ex partiti di LeU sono complessivamente al 3,4%, stabili, come Azione che è ferma al 3,1%. Mentre Italia Viva, al 2,4%, tocca un nuovo minimo.
Lo scenario politico attuale
Dalla media dei sondaggi emerge chiaramente come lo scenario politico italiano sia in forte movimento. E se per il momento è più appariscente ciò che accade a sinistra dello schieramento, è ormai certo che prima delle amministrative anche a destra accadrà presto qualcosa d’importante. La formula del centrodestra attuale è logora e i malumori si sentono sia sul versante di centro, leggi Forza Italia, sia all’estrema, con Fdi che scalpita per un ruolo più importante, nonostante sia divisa degli alleati storici nel sostegno al governo Draghi.
A sinistra la transizione del Pd sembra avviata verso un percorso definito. Letta vuole anestetizzare le correnti interne ai Dem che da anni lacerano e indeboliscono il partito. Ma se il ritorno al “centralismo democratico” sembra più un’utopia che altro, la possibilità di un dialogo interno e non solo sulle alleanze nel campo del centrosinistra, appare decisamente più concreto. Poi c’è la nuova “rivoluzione” 5 Stelle, con il duo Conte-Grillo pronto a sacrificare il nome (e forse anche buona parte dell’anima” del Movimento) per lanciare “Italia più 2050”, la creatura futuristica che ha più l’aspetto di un contenitore che quello di un partito. E che rispolvera il termine “compagni”: un avviso a Letta, concorriamo sullo stesso terreno.