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Che vuol dire la presa di Mariupol e cosa può succedere ora ai 260 soldati ucraini arresi

18/05/2022 08:46 - Aggiornamento 18/05/2022 08:55

Resa Mariupol – La guerra in Ucraina arriva al suo 84esimo giorno. Il presidente Zelensky ha annunciato che le operazioni di evacuazione dei soldati dall’acciaieria di Azovstal proseguono. Lo zar Putin chiede d’inserire il battaglione Azov nella lista dei terroristi. Cosa può succedere ai 260 militari arresi? Ricordiamo che per gli ucraini, la tenacia degli uomini di Denis Prokopenko ha rappresentato il coraggio puro. Il loro stesso nazionalismo è stato giustificato dalla necessità di contrastare l’invasione. Per i russi, invece, i combattenti di Azov erano il nemico numero uno. Nient’altro che il male da estirpare per «denazificare» l’Ucraina come Putin aveva promesso.

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Che vuol dire la resa di Mariupol e cosa può succedere ora ai 260 soldati ucraini arresi

Mosca interrogherà i soldati ucraini che si trovavano nello stabilimento Azovstal di Mariupol. Lo riporta l’agenzia Tass. A destare preoccupazione è ora proprio il destino degli oltre 260 soldati ucraini che si sono arresi dopo settimane di dura resistenza all’interno delle acciaierie di Mariupol. I fedelissimi del presidente Zelensky sono stati trasferiti nel territorio controllato dalla Russia. Il vice ministro della Difesa ucraino ha detto che sarebbero stati oggetto in uno scambio di prigionieri, ma alcuni funzionari russi hanno affermato che i 260 soldati potrebbero essere processati o addirittura giustiziati. “Lasciatemi insistere l’Ucraina ha bisogno dei suoi eroi vivi”, aveva detto Zelensky. Per questo “un’operazione militare per salvare i difensori di Mariupol era stata iniziata dalle nostre forze armate e dai servizi segreti”, ma qualcosa, non ha consentito il suo completamento.

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Qual è la situazione sotto l’accaieria di Azovstal?

Ma cosa significa la resa di Mariupol, la presa di Azovstal? Come scrive Andrea Nicastro su «Il Corriere della Sera»: “Il corridoio tra Russa e Crimea è completo e permette a Mosca di mantenere il suo status di superpotenza. Su quella lingua di terra, potranno viaggiare testate nucleari fino al porto di Sebastopoli e finire nei sottomarini che garantiscono la reazione atomica contro qualunque aggressore. Militarmente, Mariupol è una preda indispensabile per le ambizioni russe, ma allo stesso tempo un’amputazione dolorosa per l’Ucraina”. Intanto, proseguono le operazioni di evacuazione dei soldati ancora all’interno delle acciaierie Azovstal. Mosca ha annunciato ieri la “resa” dei 260 combattenti ucraini, di cui 51 “gravemente feriti”. L’Ucraina la scorsa settimana aveva parlato della presenza di più di 1.000 soldati ucraini, di cui 600 feriti. Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev ha detto che il Cremlino “non permetterà che scoppi la Terza Guerra Mondiale”, ma al contempo “in caso di attacco risponderà in maniera super potente”.

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