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Bossetti, ipotesi manomissione del Dna Ignoto 1: due indagati

02/04/2022 10:38 - Aggiornamento 02/04/2022 10:54

A quattro anni dalla condanna definitiva all’ergastolo per Massimo Bossetti, un altro clamoroso colpo di scena. La procura di Venezia ha iscritto al registro degli indagati il presidente della Prima sezione penale del Tribunale di Bergamo e la funzionaria dell’Ufficio corpi di Reato. Ricorderete tutti l’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne sparita da Brembate Sopra, alle porte di Bergamo, il 26 novembre 2010 e ritrovata morta tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola.

Bassetti oggi dna sparito

Bossetti, ipotesi manomissione del Dna Ignoto 1: due indagati

“Se le 54 prove contenenti Dna sono state dolosamente o colposamente distrutte, si tratta di una grave mancanza e di un dettaglio che ha grande rilevanza sul processo costruito in questi anni”. Lo ha detto l’avvocato Claudio Salvagni, legale che si occupa della difesa di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio della ragazzina. La procura di Venezia ha iscritto al registro degli indagati il presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, e la funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di Reato. I due sono accusati di frode in processo e depistaggio in merito alle prove contenenti il Dna del presunto assassino di Yara. Come ricorda «Fanpage» la difesa di Bossetti si è sempre lamentata di non aver avuto accesso diretto alle tracce di Dna trovate sugli slip dell’adolescente. Ora dovrà pronunciarsi nuovamente la Cassazione.

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Le parole dell’avvocato

“Abbiamo già fatto ricorso alla Cassazione una prima volta dopo la sentenza di inammissibilità del giudice di Bergamo. Abbiamo vinto, eppure Bergamo ha respinto la nostra richiesta di nuovo. Per questo abbiamo dovuto ricorrere una seconda volta alla Cassazione, davanti alla quale saremo il 7 aprile. Sull’inammissibilità ogni sviluppo dipende da questo procedimento, non certo dall’indagine di Venezia ora aperta. Chiaramente, se emergesse che qualcuno ha compromesso le prove dolosamente o colposamente, sarebbe molto grave e soprattutto avrebbe una rilevanza processuale non indifferente”, le parole dell’avvocato Claudio Salvagni a «Fanpage». Le continue richieste di perizia su quelle prove non sarebbero mai state accolte. “Quando finalmente possiamo accedervi, ci dicono che le prove non ci sono. Tutto è un po’ strano e oggettivamente i fatti sono quelli che ho riferito. Abbiamo appreso di uno spostamento dei 54 campioni da Milano all’ufficio corpi di reato di Bergamo dalla stampa, ma allo stato dei fatti non sappiamo come sia avvenuto questo spostamento e come siano state conservate le prove”, ha aggiunto sempre la difesa. Leggi anche l’articolo —> Caso Yara, Bossetti vince un premio con la sua poesia “Da sette anni vivo nel buco”

Bassetti