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Coronavirus, Paolo Crepet: «Perché ho più di 65 anni per il governo dovrei essere chiuso nel gabinetto»

04/03/2020 16:01 - Aggiornamento 04/03/2020 16:02

«Io dovrei essere chiuso nel gabinetto secondo il governo e mi dovrebbero passare la minestrina da sotto la porta perché ho più di 65 anni. Questo si chiama: istruzioni per accrescere il panico», lo ha detto lo psichiatra Paolo Crepet, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Paolo Crepet

Coronavirus, Paolo Crepet: «Perché ho più di 65 anni per il governo dovrei essere chiuso nel gabinetto»

«La tv sta dando l’immagine della peste veneziana, ma non è così, è comunicazione falsa. Io ieri sera sono andato a mangiare in un ristorante greco ed era mezzo pieno, considerando che era un giorno in mezzo alla settimana. Sabato a quello stesso ristorante mi hanno cacciato via perché era pieno. Rapporti umani? Nessuno sa cosa accadrà dopo perché gli effetti del panico durano molto di più del virus!», ha spiegato il 68enne torinese, che ha aggiunto: «Ho sentito il mio amico Sgarbi… Meglio che parli di Michelangelo e lasci stare i virus. Quando dice che a Codogno non c’è il virus fa dei danni, perché il virus a Codogno c’è. Quando ci saranno anticorpi a Codogno, saranno sani e salvi. E questo accadrà perché i tempi non sono infiniti. Un Paese serio non fa 17 conferenze stampa al giorno, questo è vomitevole. Un Paese serio ha un’autorità sanitaria suprema che fa ogni giorno il bollettino, questo signore deve essere l’unico a parlare, tutti gli altri devono stare zitti!».

Paolo Crepet

«Bisogna cercare di fare una differenza tra le bufale e la verità»

Sulle restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus Paolo Crepet ha dichiarato: «È evidente che tutto questo ha un senso per chi è sintomatico, per chi non è sintomatico vuol dire paralizzare la nazione. Che facciamo? Andiamo col metro sui mezzi pubblici per stare a distanza di sicurezza. Allora chiudiamo tutto, se il presidente Conte ha un tesoretto tale per cui a giugno rifonde le centinaia di migliaia di miliardi di danno, ce lo dica. Io abito a Trastevere a Roma, quartiere pieno di locali. Io sono andato a pranzi, a cene, al cinema, non ho visto quello che fanno vedere le tv. Una trasmissione Rai in cui ero ospite ha fatto vedere un ristorante dove non ci sono neanche i coperti, non c’è neanche un cameriere. (…) Questo è falso, è comunicazione falsa. Tu non puoi rappresentare solo quello!».

Coronavirus

Paolo Crepet: «Dove ci sono i focolai bisogna chiudere, ma solo lì»

Lo psichiatra piemontese ha poi rincarato la dose: «Abbiamo cancellato Vinitaly, perché lo facciamo? Perché adesso la mostra di Raffaello alle scuderie del quirinale verrà post posta? Dove ci sono i focolai bisogna chiudere, ma solo lì. I giornalisti perchè scrivono: due casi a Roma quando sono due casi a Pomezia? Pomezia è un paesotto circoscrivibile, Roma è una metropoli impossibile da circoscrivere e avrebbe una devastazione mondiale». Parlando del coronavirus e degli effetti che può avere sui rapporti umani Crepet ha dichiarato: «Quando ci fu il problema dei polli, non mangiammo polli ben oltre la data della fine dell’epidemia. Per non parlare della mucca pazza. Bisogna cercare di fare una differenza tra le bufale e la verità». 

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