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Coronavirus Roma, cartello in un bar in pieno centro: «Vietato l’accesso a chi arriva dalla Cina», subito rimosso

31/01/2020 16:09 - Aggiornamento 31/01/2020 16:34

La situazione coronavirus a Roma sta sfuggendo di mano: non per le autorità impegnate ad arginare i contagi ma per la gran parte dei cittadini, fortemente spaventati. Mentre il governo italiano invita a non creare inutili allarmismi, alcuni esercenti del centro città chiudono letteralmente le porte ai cinesi, e a chiunque provenga dalle zone in cui il virus si è repentinamente sviluppato. Nella giornata di oggi, venerdì 31 gennaio 2020, dopo la conferma dei casi di contagio dei due turisti cinesi in soggiorno a Roma all’Hotel Palatino di via Cavour, sulla porta di un bar del centro è apparso un cartello, successivamente rimosso.

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Coronavirus Roma, cartello di divieto in un bar del centro

«Viste le ultime disposizioni di sicurezza, – si legge sul foglio affisso sulla vetrina di un esercizio di Via del Lavatore, vicino Fontana di Trevi – in questo bar è vietato l’accesso a tutte le persone provenienti dalla Cina. Ci scusiamo per il disagio». Lo riferisce Il Messaggero, precisando che poco dopo lo stesso avviso è stato prontamente rimosso. La ‘febbre’ da coronavirus a Roma sta salendo: nelle scuole e nei locali pubblici si è alzato il livello di allerta. In zona Vittorio Emanuele, la chinatown romana, le farmacie sono da giorni a corto di mascherine.

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«Si è creato il ‘panico’ anche tra gli italiani», farmacie prese d’assalto

«Finite da alcuni giorni. – conferma una farmacista all’AnsaSe prima venivano solo cinesi, da questa mattina si è creato il ‘panico’ anche tra gli italiani, tanti sono venuti a chiedercele. È finita anche l’Amuchina». Quantitativi di mascherine che fanno pensare addirittura all’esportazione: «Da questa mattina le abbiamo finite anche noi, – riferiscono in un’altra farmacia – ma arrivano continuamente. Le vendiamo a pacchi anche da 50 o 100 mascherine tutte insieme. Le acquistano soprattutto cinesi e supponiamo che possano mandarli anche in Cina. Ormai qui tanta gente ha iniziato a girare con la mascherina sul viso. Da quando i media hanno iniziato parlare tanto di questo virus si è creata una sorta di psicosi».

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