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Governo Conte “scricchiola” per Bonafede: “Non daremo il nostro voto”, esecutivo a rischio

23/01/2021 11:23 - Aggiornamento 23/01/2021 11:33

Governo Conte. Un tempo venivano chiamati “voltagabbana”. Oggi, invece, con toni più tenui si definiscono “costruttori”. Termini a parte, la sostanza non cambia. Si tratta di politici a cui si è rivolto il governo per ottenere la fiducia al Senato. Una maggioranza però ancora precaria, tornata a scricchiolare per il tema della Giustizia. Secondo quanto riportato da “Il Giornale” “alcuni dei tanto esaltati “costruttori” sono già in agitazione. La relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede, esponente pentastellato non del tutto apprezzato dal Pd e addirittura anche da una parte dei 5s, potrebbe provocare uno “smottamento tra i giallorossi, vecchi e nuovi”. 

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Governo Conte “scricchiola” per Bonafede: “Non daremo il nostro voto”, esecutivo a rischio

Il voto di mercoledì alla Camera e, soprattutto, quello di giovedì al Senato sulla relazione del Guardasigilli potrebbe creare qualche difficoltà a Conte. Gabriele Laganà su “Il Giornale” fa tremende previsioni: “Il rischio di un disastro per il governo è dietro l’angolo. La prima bordata per Conte arriva da Clemente Mastella, che dei “costruttori” è divenuto una sorta di padre spirituale, non essendo parlamentare non può intervenire direttamente nella questione. Ma non va dimenticato che in Senato c’è Sandra Lonardo, sua moglie. E tra i due le posizioni sono sostanzialmente identiche”. Di recente Mastella ha detto: «Non possiamo sostenere un governo che sulla giustizia continua sull’onda del grillismo e dell’anti-garantismo. Abbiamo visioni completamente diverse da Bonafade». E potrebbe essere dunque un voto in meno al Senato. Ci sarebbe un altro rischio per il Conte bis: Riccardo Nencini. Come riporta “Il Messaggero”, Nencini avrebbe detto agli amici: «Pensate che io il 28 gennaio parteciperò all’importante convegno della Treccani su Leonardo Sciascia, e le sue visioni del diritto che sono anche le mie e non prevedono cedimenti rispetto alla cultura delle garanzie, e non mi sembra un inizio per la nuova stagione governativa quello all’insegna delle posizioni di Bonafede». Il problema non riguarda soltanto i voti, ma anche l’allargamento della maggioranza con i “centristi naufraghi”. Per esempio l’Udc potrebbe appoggiare difficilmente norme come quella dei processi che non vanno in prescrizione.

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Che succede? I pronostici de “Il Giornale”

A che punto siamo dunque? A Palazzo Chigi “c’è chi si augura che in Senato a quelli della maggioranza si possano aggiungere i 3 voti dell’Udc, più 3 di Forza Italia e 5 di Italia Viva”, scrive “Il Giornale”, che specifica: “La speranza è che tra le file degli azzurri al Senato ci possano essere numerose assenze”. Uno dei berlusconiani in forse per un passaggio tra i “costruttori”, il senatore Vitali, ha detto: “La relazione Bonafede non la voterò mai”. Stesso discorso per il centrista Saccone: “Bonafede? Not in my name!”. E non sono i soli. Pronostici dunque su questa prova di fragilità ? “La possibilità che Bonafede venga impallinato è alta. C’è chi parla di un possibile pareggio: 156 voti contro di lui e 156 a favore, compresi quelli dei tre senatori a vita, Segre, Cattaneo e Monti. In pratica quasi una riedizione di quanto accaduto lo scorso martedì al Senato. Ma bisogna vedere cosa faranno la Lonardo e Nencini che, invece, avevano votato la fiducia. I contrari, quindi, potrebbero prevalere”. Leggi anche l’articolo —> Cambio colore delle regioni, Iss: «l’indice Rt è in diminuzione»

 

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