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Guerra in Ucraina, Teodori svela il piano di Macron: Draghi però può fare la differenza

12/05/2022 12:36 - Aggiornamento 12/05/2022 12:39

Guerra Russia Ucraina – “Quello di Draghi con Biden credo che sia un incontro importante sotto diversi aspetti. È importante per l’Italia, che viene presa come un partner dell’alleanza atlantica di prima linea. È importante per l’Europa, perché Draghi può rappresentare un portavoce al tempo stesso fedele all’atlantismo ma anche estremamente rappresentativo dell’Unione Europea e della spinta europeista. È importante perché in questo momento ha l’autorevolezza per stare decisamente accanto all’Ucraina con le armi, ma anche per suggerire e spingere, accanto al sostegno delle armi, anche un percorso che porti alla trattativa e al compromesso. Draghi è autorevole, quindi tutto questo lo può fare solo una persona autorevole con gli stati Uniti, che sono quello che sono”. Comincia così l’intervista che Massimo Teodori, uno dei maggiori esperti italiani di storia degli Stati Uniti, già ordinario di Storia e istituzioni degli Usa presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Perugia, docente di Politica italiana contemporanea alla Luiss e alla Johns Hopkins University di Bologna, ha concesso a «Libero Quotidiano». Durante la conversazione con Maurizio Stefanini, Teodori ha parlato del possibile ruolo dell’Italia in questa fase del conflitto ucraino, degli interessi degli Stati Uniti, dove esistono due anime diverse, e del peso che può avere Mario Draghi, forse sottovalutato dal presidente francese Macron.

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Guerra in Ucraina, Teodori svela il piano di Macron: Draghi però può fare la differenza

In America ci sono due filoni: “C’è la posizione dei falchi secondo cui bisogna andare in fondo, sconfiggere la Russia, cambiare il regime. E c’è una linea, chiamiamola così, delle colombe, secondo cui dobbiamo difendere l’Ucraina nel suo territorio, nella sua resistenza, ma non dobbiamo mettere i piedi nelle questioni russe. Tanto è vero che la parola d’ordine data alla Nato è: nessuno scarpone Nato sul suolo ucraino”, ha detto il professor Massimo Teodori. Come si colloca l’Ue in tutto questo, lo stesso Draghi? “Lasciamo stare la Gran Bretagna che in teoria sta fuori, in teoria oggi non è più Europa, ma sostanzialmente è Europa lo stesso. Diciamo che ha una posizione molto dura, molto da falco armato. Macron fa di tutto per accreditarsi come un negoziatore del futuro tra Occidente e Russia. E la Germania è troppo coinvolta per suoi interessi del passato, del presente e del futuro per poter esercitare una azione decisa. Draghi potrebbe essere il leader che al tempo stesso è garante di una posizione europea ma anche garante al tempo stesso di una amicizia profonda nell’alleanza atlantica. Un leader che può agire all’interno della prospettiva dell’alleanza atlantica, che è poi quella che lega l’Italia per scelta da lunga data”.

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Quali sono gli interessi dell’Unione Europea?

Quali sono i piani dell’Ue? “È difficile dire quale sia l’interesse unico dell’Europa. Certamente i Paesi che hanno una dipendenza energetica dalla Russia hanno interesse che venga posta fine alla guerra. Però al tempo stesso è interesse di tutta l’Europa che si dia un fermo all’espansione di Putin, se davvero le sue intenzioni fossero quelle di ricostituire un impero di tipo sovietico o comunque un impero da grande potenza. Cosa che adesso è impossibile perché tutti i Paesi che ieri facevano parte ed erano satelliti dell’Unione Sovietica oggi hanno scelto, non per decisione americana ma per loro decisione, di stare dalla parte dell’Occidente. Anzi, di starci in una maniera molto anti-russa: così la Polonia, così la Romania, così la Bulgaria, così i Paesi Baltici… L’Ungheria, in questo momento, è l’unico Paese che mantiene con la Russia dei rapporti di vicinanza”, ha chiarito l’esperto alludendo poi a Svezia e Finlandia. “Per Putin questa guerra e questo scontro è in realtà come una prova come con i materiali di resistenza. Putin verifica se l’Occidente resiste, perché fino a oggi lui ha occupato la Crimea e una parte del Donbass senza che nessuna forza occidentale dicesse nulla. Quindi lui oggi si era illuso di poter fare altrettanto con l’Ucraina. E quindi se dovesse sfondare in Ucraina dove andrebbe a finire? Questo non lo sa nessuno”, ha concluso. Leggi anche l’articolo —> Cosa si nasconde dietro la missione di Draghi negli Usa: perché l’Italia gioca ora un ruolo chiave

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