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Corsa al Quirinale, Salvini spera nei voti del M5s: gli sms della Casellati

28/01/2022 08:54 - Aggiornamento 28/01/2022 08:56

Quirinale – Oggi ci sarà la quinta votazione per eleggere il Presidente della Repubblica. Il centrodestra voterà unito un nome. Una decisione che è stata assunta durante il vertice di giovedì sera, 27 gennaio 2022, a Montecitorio. Secondo indiscrezioni FdI, Lega e Fi sono pronti a votare la presidente del Senato Elisabetta Casellati la candidata più probabile. “È il nome più prestigioso”, ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti. “Ho avuto mandato di esplorare tutti i profili, adesso vado e chiamo. Conto ci saranno passaggi risolutivi”, le parole di Matteo Salvini.

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Corsa al Quirinale, Salvini spera nei voti del M5s: gli sms della Casellati

“Il passaggio della quinta votazione avrà un valore politico, sarà la prova chiesta dalla Meloni per tenere salda l’alleanza prima di arrivare a quella che si prospetta come la chiama decisiva: quella di domani. La leader di Fdi ha chiesto di contarsi in modo da verificare i numeri della coalizione, e il capo della Lega ha accettato la richiesta. Sarà l’ultimo giro di giostra, l’ennesima contorsione di una corsa al Colle che finora è parsa una sciarada”, l’esordio di Francesco Verderami su «Il Corriere della Sera». Sembra che anche Salvini si stia convincendo a trovare un’alternativa a Mario Draghi. Una posizione la sua condivisa da giorni da Giuseppe Conte, leader del M5s, che spinge perché l’ex numero uno della Bce resti a Palazzo Chigi. Secondo quanto riferito dal giornalista ieri la Casellati per tutto il giorno pare abbia “inondato i cellulari di (quasi) tutti i maggiorenti della coalizione con lo stesso, stringato messaggio: ‘Mi dovete votare'”. In serata è tornata a circolare poi anche l’ipotesi di Franco Frattini. Una proposta di Salvini, che ha però mandato su tutte le furie il Pd.

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Sul tavolo resta l’ipotesi Mario Draghi

Ma non basta trovare un nome autorevole per scansare “il fantasma” Draghi. “Salvini ieri ha dovuto constatare la debolezza della linea Maginot costruita assieme a Conte per evitare l’ascesa di Draghi al Colle. È a questo che Di Maio si è riferito quando ha contestato il modo in cui si è giocato con ‘figure di spessore’ come la responsabile del Dis Belloni, finita nel tritacarne dei candidati anche con la complicità di una parte dei democratici”, ha spiegato Verderami sul «Corriere». Chi continua ad insistere per un trasloco del premier al Colle resta Letta, Renzi e quella fronda del M5s con alla guida il ministro degli esteri Di Maio. Sul tavolo infatti resta in piedi l’ipotesi Draghi, ma anche quella di Casini. Leggi anche l’articolo —> Quirinale 2022, quali sono i nomi in campo: tra favorevoli e contrari

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