Riapertura scuole, niente da fare ancora per i licei e istituti superiori. È tanta la delusione per la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. La politica grillina inviperita con le Regioni alleate del governo. Si sente tradita dal Partito Democratico che le aveva promesso di riaprire le scuole superiori al 50% di presenza dopo dopo le feste natalizie. Lunedì scorso, Francesco Boccia, il ministro degli Affari regionali, durante il consiglio dei ministri, aveva ipotizzato un ritorno in classe al del 50% a partire da lunedì 11 gennaio. Il successivo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità ha però fatto mutare parere.
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Riapertura scuole, l’«ira funesta» dell’Azzolina: «Un giochino…», telefonata-fiume contro i Dem
Secondo quanto riportato da Repubblica, la ministra Azzolina avrebbe capito la «fregatura» immediatamente. Ai parlamentari che le hanno telefonato nella tarda serata di ieri, venerdì 8 gennaio 2021, avrebbe detto: “Ho capito subito che era una presa in giro adesso ne ho la certezza”. Difatti le uniche regioni, dove lunedì prossimo ripartirà sul serio la didattica delle superiori al 50% di presenza, saranno la Valle d’Aosta, il Trentino Alto-Adige e la Toscana. Resta in dad totale il Lazio, il cui presidente, tra l’altro, è anche il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti. Il dem ha fatto sapere che le scuole della sua Regione non riapriranno almeno fino al 18 gennaio.
«Vorrei dire alla ministra Azzolina che la politica e i partiti non c’entrano nulla. Quello che conta è la vita e la sicurezza delle persone a cominciare dalla scuola. Abbiamo sempre e giustamente difeso al massimo la didattica in presenza di elementari e medie. Ma per quanto riguarda le superiori è perfino superfluo dover ricordare che se i contagi aumentano in questa misura è sbagliato allentare le regole, mettere a rischio le persone e prolungare il blocco delle attività per un prevedibile aumento e prolungato aumento dei contagi. La curva dei contagi sale e non poco, allentare le misure e abbassare la guardia è semplicemente sbagliato», ha spiegato Zingaretti. E ancora: «Questa è la strategia che abbiamo adottato insieme con grandi risultati in un anno seguendo le indicazioni del Governo. Come è il Governo che ha dato ai Presidenti il compito di monitorare la situazione nei territori e adottare le misure più opportune per la comunità».
«La verità è che i ragazzi sono sempre gli ultimi»
«La verità è che i ragazzi sono sempre gli ultimi», si è sfogata la ministra dell’Istruzione. «È stato un giochino fatto ad hoc, senza pensare a tutti quei ragazzini che dalla Dad sono penalizzati per i motivi più diversi. E a quelle regioni dove neanche i bambini delle elementari sono ancora tornati a scuola», avrebbe affermato al telefono furiosa. Sulla stessa linea dell’Azzolina, Bianca Granato, capogruppo M5S in Commissione Istruzione al Senato: «Ci sentiamo traditi: pensavamo che quella sulla scuola fosse una battaglia condivisa con il Pd ma evidentemente non è così. Da un lato Franceschini che tiene chiusi musei, luoghi di cultura e i siti archeologici, si riempiono la bocca di cultura ma questa dove è? Dall’altra il presidente Bonaccini che fino a pochi giorni fa aveva detto che era tutto pronto per la riapertura delle scuole superiori nella sua Regione ma oggi ha rinviato al 25/1. Probabilmente Zingaretti non era pronto per la riapertura e gli altri sono stati condizionati».
Il presidente del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, invita invece a riflettere: «La scuola non è esente da rischi ma si può convivere con il rischio. Dobbiamo valutare area per area se le condizioni esterne alla scuola sono state soddisfatte. Se non si entra nella logica del rischio accettabile la scuola resterà chiusa con la didattica a distanza fino a settembre – ottobre, quando l’immunità di gregge sarà raggiunta». Leggi anche l’articolo —> Restano chiuse le scuole chiuse in Emilia Romagna, Bonaccini tra le polemiche: «Decisione sofferta»