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Ucraina, Draghi fa il punto sulle forniture di gas: «La Russia ci obbliga a scelte inimmaginabili»

01/03/2022 11:20 - Aggiornamento 01/03/2022 11:29

Profughi, forniture di gas e misure. È il giorno di Mario Draghi al Parlamento. Il presidente del consiglio ha fatto sapere al Paese e ai leader politici che nella gestione della crisi ucraina l’Italia «non si volterà dall’altra parte» perché l’aggressione di uno Stato sovrano da parte della Russia «riporta l’Europa indietro di almeno 80 anni». Il premier ha fatto il punto anche sulle sanzioni e le conseguenze che il conflitto avrà sulla nostra economia. “Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas. Tuttavia è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni”, ha detto in Senato Draghi.

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Ucraina, Draghi al Senato fa il punto sulle forniture di gas: «La Russia ci obbliga a scelte inimmaginabili»

“L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. Nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe comportare problemi”, ha spiegato il premier Mario Draghi al Senato. “L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione. Tuttavia, in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per i prossimi inverni rischia di essere più complicata”, ha aggiunto.

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«Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia»

Nel suo discorso Draghi ha sottolineato che non possiamo dipendere da un’unica fonte energetica, ne va della nostra stessa libertà. “Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. Le opzioni al vaglio, perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici, riguardano prima di tutto l’incremento di importazioni di gas da altre fornitori – come l’Algeria o l’Azerbaijan; un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione; eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti”, ha sottolineato l’ex numero uno della Bce. E ancora: “Se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico. La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obbiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell’immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità”. Leggi anche l’articolo —> Russia Ucraina: morte 352 persone, 14 sono bambini