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Silvia Romano conversione all’Islam: «Ho chiesto io il Corano, ora il mio nome è Aisha»

11/05/2020 09:52 - Aggiornamento 11/05/2020 09:58

Nuovi dettagli emergono della prigionia di Silvia Romano. La giovane ha raccontato a pm e carabinieri del Ros che dopo essere stata rapita ha pianto per un mese. Nel corso dei 18 mesi, come riportato da alcuni giornali come l’Huffington Post, le sarebbe stato di gran conforto un diario, che i carcerieri che le hanno preso prima della liberazione. Un quaderno su cui la ragazza aveva appuntato per filo e per segno ogni dettaglio.

silvia romano

Silvia Romano conversione all’Islam: «Ho chiesto io il Corano, adesso il mio nome è Aisha»

Nel corso dell’audizione durata circa 4 ore e svolta in una caserma dell’Arma a Roma Silvia Romano ha parlato anche della conversione all’Islam, rivelando quello che è adesso il suo nuovo nome. Si chiama Aisha, come la moglie favorita di Maometto. «I primi tempi non ho fatto altro che piangere, poi però mi sono fatta coraggio e ho trovato un equilibrio interiore. Piano piano è cresciuta dentro di me una maturazione che mi ha convinto a convertirmi all’Islam», ha raccontato la giovane, che ha aggiunto: «È successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata». Nessuna forzatura ci sarebbe stata: «Durante il sequestro sono stata trattata sempre bene», ha dichiarato Silvia Romano, che ha proseguito: «In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un pò di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi».

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«Non c’è stato alcun matrimonio né relazione, solo rispetto»

La ragazza non avrebbe subito violenza: «Non c’è stato alcun matrimonio né relazione, solo rispetto». E ancora: «Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi. Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati». Intanto Fonti della Farnesina negano che l’annuncio della liberazione di Silvia Romano abbia scatenato malumori tra il ministero degli Affari Esteri e la Presidenza del Consiglio. «La nostra convinzione è che a prevalere sia sempre lo spirito di squadra», hanno dichiarato.

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