Scoperta sconcertante quella della Polizia di Palermo: la mafia locale avrebbe comprato dallo Stato tre concessioni per il gioco d’azzardo e le scommesse; altre due le avrebbe ricevute da imprese del settore. L’indagine del nucleo economico finanziario del capoluogo siciliano, coordinata dalla Procura diretta da Francesco Lo Voi, ha tolto il ‘coperchio’ dal pentolone, venendo così a conoscenza di un giro d’affari di 100 milioni di euro. In mezzo varie agenzie situate anche in Campania. Il blitz, come riporta ‘Repubblica’, è avvenuto stamani, lunedì 8 giugno 2020. In carcere un manager al di sopra di ogni sospetto, che per conto di Cosa Nostra ha preso parte ai bandi dell’agenzia dei Monopoli, sin dal 2007. Si tratta di Salvatore Rubino, imprenditore legato al boss di “Palermo centro”, tale Francesco Paolo Maniscalco.
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Palermo mafia e centri scommesse, 8 arresti: «Abbiamo seguito il metodo del giudice Falcone»
“Il gruppo imprenditoriale Rubino ha avuto la forza economica di fare investimenti anche nel periodo della crisi epidemiologica gli imprenditori hanno acquistato un altro centro scommesse grazie alla disponibilità di capitali di origine mafiosa”, queste le parole del generale Antonio Quintavalle Cecere, il comandante provinciale della Guardia di finanza di Palermo. Un’indagine importante, condotta dal sostituto procuratore Dario Scaletta e dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, che ha portato a dieci ordinanze di custodia cautelare. In manette Vincenzo Fiore, di Palermo, e Christian Tortora, di Battipaglia; come pure il capo clan di Pagliarelli, Salvatore Sorrentino. Domiciliari invece per Giuseppe Rubino, Antonino Maniscalco e Girolamo Di Marzo. «Abbiamo seguito i soldi, secondo il metodo che ha insegnato il giudice Giovanni Falcone, e siamo arrivati a una rete di affari», ha specificato il colonello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo.
Le mani dei boss sulle scommesse: «Gli interessi affaristici di Cosa Nostra sempre più trasversali»
Come scrive Salvo Palazzolo su ‘Repubblica’: “Il provvedimento firmato dal gip Walter Turturici fa scattare il sequestro per cinque società che hanno gestito le concessioni: la “Bet for Bet srl” di Palermo (concessione dell’Agenzia Monopoli del 2007), la “Tierre games srl” di Roma (concessione del 2014), la “Gierre games srl” di Bellizzi, provincia Salerno (nel 2015 ha inglobato un’altra società già vincitrice di un bando), la “Gaming managment group srl” di Milano (concessione del 2018), la “Lasa giochi srl” di Palermo (nel 2017 acquisita da Rubino, aveva già una concessione). Sequestrate la “Villageintralot srls” di Palermo e le ditte individuali “Accardi Fabrizio” e “Massaro Antonio” di Palermo, che gestiscono tre centri scommesse”.
Un’indagine che dimostra come la mafia siciliana sia tutt’altro che sconfitta e messa all’angolo: “Gli interessi affaristici di Cosa Nostra sono sempre più spesso trasversali, travalicando i confini territoriali che delimitano le aree di influenza delle singole famiglie. Ecco perché è imprescindibile un approccio altrettanto trasversale nell’azione di aggressione patrimoniale, indispensabile per disarticolare economicamente l’organizzazione mafiosa”, ha spiegato il colonnello Angelini. leggi anche l’articolo —> Mafia operazione “Mani in Pasta”: 91 arresti tra Palermo e Milano