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Benno Neumair i dettagli sconvolgenti delle sue confessioni: adesso è tutto pubblico

22/03/2021 11:56 - Aggiornamento 22/03/2021 12:09

Benno Neumair ultime notizie: il 30enne ha raccontato tutta la verità agli inquirenti? Oppure ha volutamente omesso particolari importanti al solo scopo di ‘alleggerire’ la sua gravissima situazione? Sono stati desecretati i due verbali che contengono le sue confessioni.

Le esatte parole che ha pronunciato quando, dopo il ritrovamento nell’Adige, lo scorso 4 febbraio, del cadavere della madre, ha deciso di assumersi la responsabilità dell’omicidio dei suoi genitori. Peter e Neumair e Laura Perselli scomparvero la sera del 4 gennaio 2021. Strangolati in due tempi diversi dal figlio maggiore Benno, reo confesso dei delitti.

Nella puntata andata in onda venerdì 19 marzo, la trasmissione Quarto Grado ha dedicato un focus alla drammatica vicenda. “Papà mi rinfacciava che non valessi niente, così l’ho zittito” è solo uno dei passaggi della confessione resa da Benno agli inquirenti ed ora resa nota dalla stampa.

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Benno Neumair ultime notizie confessione: ha detto tutta la verità?

Secondo ciò che ha riferito il ragazzo, in sostanza, l’omicidio di Peter Neumair sarebbe avvenuto al culmine dell’ennesima lite fra padre e figlio. “Papà mi rinfacciava che non valessi niente. Era uscito fuori il discorso delle mie responsabilità, e mia sorella… Mi sono sentito così alle strette, così senza una via d’uscita”. Ancora: Mio padre mi rimproverava che dovevo aiutare di più a casa. Sono andato in camera mia per non dover più discutere, come spesso accadeva“.

Se Benno ha detto la verità saranno le indagini a stabilirlo. Se, inoltre, il 30enne abbia agito lucidamente o se in lui alberghi un qualche disturbo mentale, sarà invece una perizia psichiatrica ad appurarlo. Accusa e difesa concorderebbero sulla assoluta necessità di sottoporre l’indiziato a degli accertamenti medici al fine di poter valutare con più contezza, in sede processuale, le effettive responsabilità del ragazzo.

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L’omicidio di Peter: Benno fornisce particolari drammatici

Benno, dice, non sopportava più i continui rimproveri di suo padre. Gli sarebbe stato rinfacciato di essere un “fallito”, inconcludente. Avrebbe ricevuto pressioni affinché pagasse ai genitori l’affitto dell’appartamento, al piano terra della villa a Bolzano in cui i Neumair abitavano, e dove volevano che lui andasse a vivere.

“Mio padre voleva che prendessi l’appartamento di sotto, altrimenti mi avrebbe chiesto 700 euro a partire da gennaio, ovvero un terzo dell’affitto perché siamo tre adulti. Io risposi che non era giusto. Mio padre insisteva che dovevo uscire di casa, che mia sorella, invece, si pagava da sola un appartamento in Germania”. Poi il dramma: “L’ho zittito, ho preso dalla bacinella di plastica dove ho gli attrezzi la prima corda di arrampicata che ho trovato”. (Continua dopo la foto)

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«Ricordo solo che ho stretto molto forte»

“Eravamo in corridoio. Siamo cascati insieme per terra, non so se l’ho strozzato da dietro o da davanti. Ricordo solo che ho stretto molto forte. Poi sono rimasto seduto, o sdraiato in corridoio. Ricordo che in quel momento è suonato il mio cellulare, probabilmente ho risposto. Poi ricordo che mi sono di nuovo agitato, sentendo il rumore del cellulare e poi, subito dopo, il rumore del chiavistello”.

Dopo l’omicidio del padre, la madre di Benno rincasa. Ignara di tutto varca la porta e viene sorpresa dal figlio che aveva deciso di uccidere anche lei. “Mi sono mosso verso la porta, è entrata la mamma, avevo ancora il cordino in mano e mi è venuto di fare la stessa roba, senza nemmeno salutarla”.

“Il cellulare della mamma era caduto per terra, ho avuto paura, mi sono messo i pantaloni, sono uscito col cellulare della mamma e con quello del papà che aveva lo schermo scheggiato. Ho indossato il giaccone blu, sono uscito a piedi. Poi sono rientrato a casa, ho preso la bici, ho iniziato a pedalare fino all’altezza di ponte Roma, dove mi hanno salutato due conoscenti sudamericani e mi sono fermato. Mi sono reso conto, in quel momento, di avere freddo. Ho chiesto ai sudamericani se avevano marijuana. Non avevo soldi, quindi non ho comprato nulla. Ho lanciato dalla pista ciclabile i cellulari, tra il ponte di legno e il ponte Roma, verso il fiume. Ma non so se sono finiti nel fiume, o se sono rimasti sull’argine”.

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Ma alcuni passaggi della sua confessione stridono con quanto ricostruito dalla magistratura inquirente. Per la procura di Bolzano, infatti, Benno avrebbe invece nascosto il cellulare della madre lungo l’argine e sarebbe andato a recuperarlo in un secondo momento. E il non aver confessato tutta la verità sarebbe compatibile con l’ipotesi accusatoria del depistaggio. “C’era il corpo della mamma all’ingresso. Sono andato in bagno, ho acceso la stufa per riscaldarmi. Lì c’erano i pantaloni miei, che avevo indossato in precedenza, con dentro il mio telefono. Ho telefonato alla mamma. Ero contento che il telefono squillasse, perché poteva significare che mi fossi sognato tutto …”. Potrebbe interessarti anche —> Benno Neumair, parla la sorella Madè: «Da subito ho capito che era stato lui…»

 

 

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