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Sardegna, focolai nelle discoteche, chiuse le indagini: ipotesi di epidemia colposa

23/06/2021 11:46

23 giugno 2021 – Sardegna, focolai Covid nelle discoteche. Si chiudono le accurate indagini sulla gestione delle discoteche nell’estate 2020 in Sardegna. Sotto indagine il Billionaire, la discoteca di Flavio Briatore a Porto Cervo, del Phi Beach di Baja Sardinia e del Country Club di Porto Rotondo. Ai gestori dei locali più gettonati della Costa Smeralda è stata notificata la chiusura delle indagini. Le ipotesi di reato vanno dall’epidemia colposa alle lesioni colpose.

flavio briatore gf vip

Covid, estate 2020 in Sardegna nelle discoteche

Nell’estate 2020, le immagini delle discoteche affollate di turisti in Costa Smeralda fecero il giro del web, provocando indignazione in tutta Italia. Le conseguenze arrivarono poco dopo: in tutto 58 dipendenti del Billionaire risultarono positivi, secondo l’Ausl locale. Flavio Briatore stesso ebbe sintomi tali da richiedere il ricovere al San Raffaele di Milano. Ora, la procura di Tempio Pausania (Sassari) ha concluso le indagini.  E ha notificato ai tre gestori di Billionaire, Phi Beach e Country Club la chiusura dell’inchiesta con varie ipotesi di reato.

Le accuse dei pm

Gli amministratori di tre tra i discoclub più gettonati delle vacanze dei vip in Sardegna, secondo i pm, non avrebbero saputo tenere abbastanza alto il livello di sicurezza anti covid. In questo modo avrebbero determinato decine di contagi, che hanno fatto ammalare prima di tutto i dipendenti. In particolare, il Billionaire non avrebbe rispettato tutte le misure per evitare la diffusione del virus al suo interno. Per quanto riguarda il Phi Beach e il Country Club, sempre secondo la procura, i gestori non fornirono un numero sufficiente di mascherine ai dipendenti e alcune di queste – con il logo dei locali – non avevano neanche una adeguata efficacia filtrante.

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La risposta del Billionaire

Sul piede di guerra il Billionaire, che per mezzo dell’avvocato Antonella Cuccureddu commenta attraverso organi di stampa. “Si tratta di contestazioni inaspettate sia perché i fatti descritti non corrispondono a quelli realmente accaduti, sia perché gli stessi sono stati ricondotti al reato di epidemia colposa, che si ha quando una persona diffonde germi patogeni. La contestazione di epidemia in un contesto di pandemia, cioè di circolazione del virus in più continenti ed ancor più in un ambito territoriale, l’Italia, in cui essa aveva massima diffusione, appare singolare così come leggere che una persona abbia potuto diffondere il virus omettendo di fare qualcosa”.

“Il Covid-19 circolava ampiamente nell’estate del 2020 generando però meno sintomi e quindi riducendo le possibilità di essere individuato. I fatti dimostrano purtroppo che neppure le massime cautele sono in grado di escludere i contagi. Al Billionaire, che come è noto, è un ristorante discoteca, esse sono state adottate con il massimo scrupolo quando le autorità hanno deciso di consentirne la riapertura. Siamo certi che la conoscenza degli atti ci offrirà la possibilità di interloquire con la Procura di Tempio su questi aspetti e provare che quanto realmente accaduto non è riconducibile ad alcun reato”. >> Tutte le news di UrbanPost

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