Sparatoria Voghera, provincia di Pavia – Sabato 24 luglio 2021. L’assessore Massimo Adriatici non ricorda il momento preciso dello sparo che ha ucciso il trentanovenne Younes El Boussettaoui. Questo è quanto il leghista, accompagnato dal suo legale Gabriele Pipicelli, ha spiegato alla giudice Maria Cristina Lapi nell’interrogatorio di garanzia per le indagini preliminari nel corso della giornata di ieri. Una versione contrastante, che cozza in parte con quella fornita inizialmente agli inquirenti, ossia il colpo partito accidentalmente al momento della collocazione con la vittima di origini marocchine.
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Sparatoria a Voghera, Adriatici interrogato dal gip: “Non ricordo il momento sparo”
Non è ancora chiara la dinamica della sparatoria avvenuta a Voghera. Davanti al gip l’assessore Adriatici ha spiegato di essere stato “vittima di una violenza improvvisa e inaudita”, che l’avrebbe fatto “cadere a terra, procurandogli uno stato di confusione”, in cui non ricorda “di preciso come esattamente sia partito il colpo”. Al termine dell’audizione, durata due ore, Massimo Adriatici è uscito scortato dai carabinieri che l’hanno riaccompagnato a casa, dove è agli arresti domiciliari. Il gip stabilirà oggi sulla richiesta avanzata dalla procura di Pavia se confermare le misure cautelari ad Adriatici, per il pericolo della reiterazione del reato e dell’inquinamento delle prove.
Chiedono la revoca dei domiciliari gli avvocati di Adriatici, Colette Gazzaniga e Gabriele Pipicelli, che parlando con i cronisti dopo l’interrogatorio hanno parlato di «una persona distrutta. È una persona normale che non ha mai avuto un appunto nella sua carriera professionale».
I legali di Adriatici smentiscono l’immagine dell’assessore-sceriffo: «È una leggenda metropolitana»
Il legale di Adriatici ha dichiarato: «Come in altre circostanze, ha girato con quest’arma nella propria tasca perché aveva fatto richiesta di porto d’armi per delle situazioni di pericolo della persona che erano state rappresentate alle autorità competenti e che le autorità aveva ritenuto sussistenti, tant’è che gli era appena stato rinnovato il porto d’armi. Aveva sempre il colpo in canna. Quando uno è sottoposto a un addestramento da poliziotto (e si porta dietro un’arma), sa che può andare in panico. Se si trova in una situazione di pericolo e stress. Se togli la sicura invece si può sparare senza stress e non fare ulteriori attività che ti portino via del tempo. Adriatici è stato vittima di una violenza inaudita e improvvisa che l’ha fatto cadere a terra procurandogli uno stato di confusione».
Secondo i due legali è «una leggenda metropolitana» quella dell’assessore-sceriffo, che andava in giro per Voghera armato per difendere la città. «Adriatici martedì come tutte le sere stava facendo una passeggiata», ha detto l’avvocato. Era al telefono con un amico, quando «ha notato El Boussetaoui tenere condotte violente, molestare una ragazza all’interno del bar, gettare uno sgabello e lanciare una bottiglia», ha riferito.
Sparatoria Voghera, parla l’avvocato dei parenti della vittima
Debora Piazza, legale dei parenti della vittima, che in passato aveva assistito El Boussetaoui nei suoi precedenti processi per spaccio e resistenza, è furiosa perché i congiunti non sono stati informati dell’autopsia e non hanno potuto partecipare con un loro consulente. A tal proposito la Procura si è scusata, spiegando che non era a conoscenza di parenti a cui notificare l’informazione. Leggi anche l’articolo —> Voghera, la rabbia della sorella della vittima: «L’assassino è a casa, dov’è la legge italiana?»