Appalti negli ospedali, estorsioni a ditte di trasporto ammalati, di pompe funebri, a imprese edili e di pulizie. Nel mirino dell’inchiesta della polizia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sono finite persone appartenenti all’Alleanza di Secondigliano, potente organizzazione della Camorra, pubblici ufficiali e imprenditori coinvolti nell’alterazione di appalti ospedalieri per le forniture ed estorsioni alle ditte. Durante la maxi operazione i poliziotti hanno arrestato 40 persone.
Camorra appalti ospedalieri, la maxi operazione della Dda
Stando a quanto si apprende, gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di aver alterato le gare d’appalto ospedaliere, ma anche di estorsione alle ditte operanti nel servizio trasporto ammalati, onoranze funebri, imprese di costruzione e imprese di pulizie. Le indagini hanno coinvolto tre ospedali cittadini: Cotugno, Cardarelli e Cto. Dopo la maxi operazione torna ora in carcere il boss Luigi Cimmino, ritenuto il capo del clan camorristico nel quartiere Vomero e nelle colline di Napoli. E’ finito in cella, poi, anche il figlio Franco Diego e il suo presunto braccio destro Andrea Basile.
Tra gli altri nomi finiti nel mirino dell’inchiesta c’è quello dell’imprenditore Giovanni Caruson, sotto accusa per concorso esterno in associazione camorristica. Inoltre, sono stati arrestati gli imprenditori Alessandro Esposito, responsabile commerciale della società Bamar Italia, e Lello e Raffaele Sacco, soci della Gemear. Secondo l’accusa, all’organizzazione criminale sarebbe andata una percentuale fissa all’atto dell’aggiudicazione di ogni appalto per l’installazione di macchinette erogatrici di cibo e bevande. Infine, sono finite al centro delle indagini anche alcune ipotesi di estorsione, come una tangente da 30mila euro chiesta per i lavori al parco urbano artistico dell’ospedale Cardarelli. Secondo quanto scoperto dagli investigatori, per riuscire ad alterare le gare venivano sostituite le buste con le offerte. >> Tutte le notizie di UrbanPost
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