Con l’invasione della Russia in Ucraina si intensifica l’attività dei “Global Hawks” ospitati negli hangar della base americana di Sigonella, in Sicilia. Ieri pomeriggio, infatti, due veivoli con la soglia “Forte 11” si sono alzati in volo. Si tratta di droni capaci di rimanere in aria anche più di 24 ore, e che permettono di registrare i movimenti delle truppe russe lungo il confine ucraino. A riportare la notizia sono Repubblica e il sito “Itamilradar”. Secondo quanto si apprende, uno dei due è ancora in missione con la sigla “Forte 12”.
Sigonella, decollati i primi droni per monitorare l’avanzamento russo in Ucraina
“Siamo molto preoccupati per la situazione in Ucraina. Spero non si arrivi mai all’uso di Sigonella come base militare attiva. Già in passato abbiamo vissuto momenti del genere. E, adesso, non siamo indifferenti per come si stanno evolvendo le cose nella guerra in Donbass”, ha commentato il sindaco di Lentono Rosario Lo Faro. L’aeroporto dell’Aeronautica Militare italiana di Sigonella, infatti, si trova proprio nel centro del territorio siracusano, e rimane una struttura strategica per la Nato. E’ stata la base di appoggio degli Stati Uniti durante la guerra del Golfo con l’Iraq, nel 1991. E nel 2016 la base ha ospitato gli F-16 danesi e gli aerei di altri Paesi impegnati nell’operazione “Odissey Dawn”, fornendo di fatto un supporto impostate alle forze impegnati nella crisi libica. Nel 2020, poi, ha assistito anche al decollo di alcuni droni per le operazioni militari degli USA in Iraq.
“E’ davvero un momento molto drammatico. L’Italia è coinvolta da un punto di vista energetico, perché se chiudono i rubinetti stasera ci faremo da mangiare col fuoco e non con il gas. Siamo coinvolti anche da un punto di vista operativo perché i Global Hawk che volano sull’Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una base militare americana in larga parte“, ha dichiarato inoltre all’AdnKronos il generale Marco Bertolini, comandante del Comando operativo di Vertice Interforze. >> Tutte le notizie di UrbanPost
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