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Cos’è la Malattia del cervo zombie, la nuova emergenza e i rischi per l’uomo

22/02/2024 18:27 - Aggiornamento 22/02/2024 18:32
malattia cervo zombie cos'è sintomi

È scoppiato il panico intorno alla Malattia del cervo zombie. Siamo appena rientrati dall’emergenza Covid, ma tra febbre Dengue, l’ipotetica Malattia X di cui parla l’Oms e, ora, anche il cervo zombie, non possiamo abbassare la guardia. Ecco tutto quello che sappiamo sulla patologia neurologica che sta attaccando centinaia di cervi negli USA e in Canada. (Continua a leggere dopo la foto)
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Cos’è la malattia del cervo zombie?

Negli Stati Uniti sono ormai centinaia i casi di Malattia da deperimento cronico, meglio nota come Malattia del cervo zombie. Si tratta di una patologia neurologica che comporta gli animali una serie di sintomi: sguardo spento, dimagrimento progressivo, bava alla bocca, alterazioni del comportamento e difficoltà nella coordinazione dei movimenti. Si tratta di un’encefalopatia spongiforme causata da prioni. A tutt’oggi non sono stati registrati casi di infezione umana, ma gli scienziati vogliono tenere alta la soglia dell’attenzione. Le malattie da prioni sono state associate a forme infettive, ereditarie, ma anche a rari casi sporadici. Il meccanismo alla base sembra comunque essere lo stesso, ovvero la presenza di PrP mutata per qualche motivo. Per noi profani, si intende un gene alterato nel caso delle ereditarie, inoculazione nel caso delle infettive o mutazione nel caso delle sporadiche. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ci sono rischi per l’uomo?

“Il ripiegamento anomalo di queste proteine prioniche che causano malattie porta a danni cerebrali che fanno apparire il cervello come una spugna“, spiegano gli esperti, come riporta la Repubblica. Fa spavento, in effetti. Ma ci sono rischi per gli umani? È un processo noto come spillover, quello che comporta un salto di specie e porta alle zoonosi, malattie trasmesse dagli animali all’uomo. Negli Stati Uniti (il primissimo focolaio è stato novembre 2023 nel Parco Nazionale dello Yellowstone) e in Canada la preoccupazione è naturalmente maggiore: nel giro di poco tempo i numeri sono esplosi, arrivando a ben 800 cervi nel solo Wyoming. I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi hanno, poi, confermato la presenza della malattia in 414 contee di 31 diversi Stati americani. Al momento, invece, la situazione pare piuttosto tranquilla in Europa: dati alla mano, soltanto nel 2016 fu diagnosticata questa malattia nel cervo selvatico in Norvegia con alcuni casi autoctoni e nessun focolaio. Di sicuro, però, questi animali vanno messi in sicurezza, rafforzando il monitoraggio per la diffusione di questa malattia. (Continua a leggere dopo la foto)

Il parere, non proprio confortante, dell’esperto

 Sebbene al momento non siano noti casi di encefalopatie umane riconducibili alla malattia da deperimento cronico che sta falciando centinaia di cervi, l’esposizione diretta (consumo di carne infetta) e indiretta (ambientale) sono già una realtà e – ha dichiarato alla rivista Scientific American  Michael Osterholm dell’Università del Minnesota, tra i principali esperti di malattia da deperimento cronico – se uno spillover dovesse verificarsi in questo momento saremmo piuttosto impreparati.

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