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Massimo Giannini e la lezione del Covid: «Ho sentito tanti pazienti piangere di dolore»

06/10/2020 12:50 - Aggiornamento 06/10/2020 12:54

«Ho il coronavirus. L’ho scoperto due giorni fa, dopo un sabato passato tra tosse, mal di gola e dolori al torace e una domenica trascorsa nel Pronto Soccorso Covid di un grande ospedale romano, per tutti gli accertamenti. Alla fine, diagnosi inequivocabile: tampone positivo (l’agente patogeno è nel mio organismo, purtroppo), ma Tac negativa (i polmoni sono “puliti”, per fortuna). E dunque prognosi inevitabile: quarantena, isolamento e terapia domiciliare per due settimane. Fino a nuovo tampone, e salvo complicazioni», comincia così l’editoriale di Massimo Giannini, direttore de La Stampa. «La notizia di per sé, conta poco o nulla. Com’è logico e giusto, la mia salute non interessa a nessuno, se non a familiari e amici. Ma se ne parlo e oggi ne scrivo è solo per due motivi, che invece sono molto importanti», ha spiegato il 58enne romano.

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massimo Giannini

Massimo Giannini e la lezione del Covid: «Ho sentito tanti pazienti piangere di dolore»

«Il primo motivo riguarda il nostro giornale e la nostra comunità. Il rischio di contagio, nella redazione di un quotidiano come in qualunque altro luogo di lavoro, va gestito con rigore. Ce ne siamo fatti carico, ci siamo organizzati, abbiamo garantito e garantiremo la sicurezza di tutti», ha ricordato Massimo Giannini che ha rassicurato i suoi lettori: “La Stampa” sarà regolarmente in edicola e il sito Internet sarà online come sempre. Perché l’informazione non va mai in malattia. «Il secondo motivo riguarda il nostro Paese e la nostra convivenza civile. Nelle undici ore che ho vissuto al reparto Covid del Policlinico Gemelli, ho visto tante persone ricoverate. Ho sentito tanti pazienti piangere e gridare di dolore. Ho parlato con medici e infermieri, che mi hanno raccontato quanto stiano crescendo i ricoveri urgenti e come si stiano riaprendo le terapie intensive. Penso che qualche ora di visita in questi luoghi in cui si continua o si ricomincia a soffrire farebbe bene a ognuno di noi. Sarebbe una lezione utile. Di fronte alla drammatica impostura dei negazionisti e alla cinica disinvoltura dei riduzionisti», ha dichiarato Giannini ed è forse il passaggio più toccante.

massimo Giannini

«Che scenda il Grande Oblio sui diecimila morti senza l’ultima carezza e sugli eroi in corsia che hanno dato la loro vita per salvare quella degli altri»

«Di fronte all’insofferenza degli imprenditori e all’indifferenza dei giovani verso le restrizioni imposte dalle autorità politiche. Di fronte a un pericolo mortale: che scenda il Grande Oblio sulla tragedia che abbiamo vissuto tra marzo e aprile, sui diecimila morti soli senza l’ultima carezza e sugli “eroi in corsia” che hanno dato la loro vita per salvare quella degli altri», ha proseguito il direttore de ‘La Stampa’, che poi ha concluso: «Qualche ulteriore rinuncia adesso, forse, servirà a evitare un rovinoso lockdown dopo. Facciamola, tutti insieme». Leggi anche l’articolo —> Il Presidente Conte si racconta a Monica Maggioni e ammette i dubbi sul futuro