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Mazara del Vallo pescatori sequestrati in Libia, i familiari: «Riportateli a casa per Natale»

03/12/2020 16:37 - Aggiornamento 03/12/2020 17:32

A Mazara del Vallo da 91 giorni ci sono diciotto famiglie che non vivono più. Sono in attesa, una disperata attesa. Il tempo si è come fermato, da quando, la notte tra l’1 e il 2 settembre, i pescherecci Medinea e Antartide sono stati sequestrati e portati a Bengasi con a bordo gli equipaggi. A 40 miglia dalle coste africane 18 persone sono state fermate dalle milizie del generale Haftar, che in Libia controlla una buona parte del territorio; poi è stato disposto per loro il trasferimento in carcere con l’accusa di aver invaso le acque territoriali libiche.

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Mazara del Vallo pescatori sequestrati in Libia, i familiari: «Riportateli a casa per Natale»

Ci sono madri che aspettano i propri figli e mogli che sperano in un rientro a casa dei propri mariti. Sarà possibile per le vacanze di Natale? Le famiglie dei membri dell’equipaggio hanno deciso di occupare pacificamente l’aula consiliare del comune. Si sentono delusi, abbandonati dalle istituzioni. Dal Governo sempre la stessa solfa: «Stiamo lavorando, lasciateci lavorare». E con la lusinga di false promesse e speranze cadute nel vuoto, sono trascorsi 91 giorni. L’ultima volta che a Mazara del Vallo i familiari sono riusciti a parlare con i pescatori detenuti in Libia, è stata lo scorso 11 novembre. Alcuni hanno rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Fanpage, sono disperati: «Ci hanno detto che stano bene, ma vogliono tornare a casa per Natale o anche prima», ha detto la signora Cristina Amabilino, moglie di uno dei 18 uomini trattenuti. «La speranza è l’ultima a morire, ma chiediamo aiuto al Governo. Che il presidente Conte e il ministro Di Maio ascoltino le nostre parole», ha fatto eco la signora Rosetta Incargiola, 74 anni, che da quando suo figlio è stato arrestato, occupa l’aula consiliare.

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Cosa succederà nelle prossime settimane?

Sul sito “Blog Sicilia” si legge che “attraverso fonti non ufficiali i sequestratori hanno richiesto uno scambio di prigionieri: i pescatori siciliani per quattro calciatori libici detenuti in Italia, accusati di essere scafisti e responsabili della strage di Ferragosto del 2015”. Cosa accadrà? La vicenda dei pescatori mazaresi fermati con la forza in Libia ha sconvolto l’intera comunità. Papa Francesco, nelle scorse settimane, ha espresso parole di conforto e speranza: «Spero possano riabbracciare presto i propri cari». Leggi anche l’articolo —> Namibia, un “Adolf Hitler” vince le elezioni: «Mio padre non sapeva chi fosse»

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