Notizie Curiose | notizie curiose di attualità, news curiose | UrbanPost https://urbanpost.it/tag/notizie-curiose/ Thu, 29 Feb 2024 20:08:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://media.urbanpost.it/wp-content/uploads/2017/01/cropped-urbanpost_icon-1-32x32.png Notizie Curiose | notizie curiose di attualità, news curiose | UrbanPost https://urbanpost.it/tag/notizie-curiose/ 32 32 2024 anno bisestile, perché? Origini e curiosità https://urbanpost.it/2024-anno-bisestile-origini-cultura-curiosita/ Thu, 29 Feb 2024 20:05:56 +0000 https://urbanpost.it/?p=779202 2024 anno bisestile, anno bisesto, anno funesto? Chi lo sa, di sentenze di dubbia provenienza abbonda il patrimonio di credenze popolari. Al contrario, l’origine di quella particolarità che ogni quattro anni ci fa spuntare un giorno un più sul calendario è manifesta. Trae le proprie radici dalla storia e da una certa difficoltà, per gli… Leggi tutto »2024 anno bisestile, perché? Origini e curiosità

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2024 anno bisestile

2024 anno bisestile, anno bisesto, anno funesto? Chi lo sa, di sentenze di dubbia provenienza abbonda il patrimonio di credenze popolari. Al contrario, l’origine di quella particolarità che ogni quattro anni ci fa spuntare un giorno un più sul calendario è manifesta. Trae le proprie radici dalla storia e da una certa difficoltà, per gli uomini, di fare i conti con le stelle. Il 29 Febbraio si carica, nelle diverse culture, di rimandi e significati arcani, strettamente legati alla necessità di scandire il tempo e la sua sfuggevolezza. Perché chiamiamo anno bisestile quello con un giorno in più? Chi lo ha aggiunto e quando? Leggi anche: 22-02-2022, perché la data di oggi è palindroma: cos’è il raduno dei gemelli

È una lunga storia

Allineare la propria vita a quella dei moti celesti, un’impresa non facile, che ha richiesto millenni. Nello specifico, il tempo che la Terra impiega per fare un giro intorno al sole non è, udite udite, perfettamente divisibile di 24 ore in 24, ossia in giorni, bensì, vi è uno scarto di 6 ore in eccesso. Uno scostamento che ha procurato ai nostri avi non poche grane. Se infatti mantenessimo un calendario di 365 giorni senza l’anno bisestile, ogni quattro anni accumuleremmo un anticipo pari ad un giorno. L’utilità del giorno in più è presto detta, riequilibrare i calcoli, aggiungendo ogni anno 6 ore per quattro anni. Non è finita qui, sussiste infatti un doppio problema: la durata dell’anno astronomico non è 365 giorni e 6 ore ma, più precisamente, 365 giorni 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Una differenza non da poco se si pensa che anche il calendario bisestile dopo 400 anni genera un ritardo di circa 3 giorni. Per tale ragione, gli anni di fine secolo, essendo divisibili per 100, non vengono considerati anni bisesti a meno che non siano divisibili anche per 400. E l’incastro siderale è fatto.

2024, anno bisesto

Anno bisestile, una romana eredità

Ma chi furono i primi ad accorgersi dell’intoppo? Un po’tutti i popoli antichi ma il calendario impiegato da noi contemporanei deriva dai romani, per la precisione dalla volontà regolatrice di Giulio Cesare che, nel 46 a.C., impose nuove consuetudini. Prima del celebre generale, regnava il caos. Si tentava di correggere lo scarto aggiungendo un mese di tanto in tanto, con palesi soprusi e conflitti d’interesse da parte del Pontefice Massimo, autorità posta a capo dei calendari romani. Se le elezioni incombevano e a qualcuno tornava utile allungare i tempi della campagna elettorale, si assisteva non di rado ad ambigue manipolazioni, in eccesso o difetto, dei giorni che intercorrevano fra Febbraio e Marzo. Cesare, con l’ausilio di esperti matematici, riporta ordine ma verrà assassinato di li a poco, motivo per cui il primo anno bisestile della storia è l’8 a.C., anno della salita al potere di Ottaviano. Leggi anche: Che cos’è il solstizio d’estate e perché non cade sempre il 21 giugno

Anno bisestile 2024 e proposte di matrimonio

Anno bisestile, anno di passi importanti

Il 29 Febbraio si veste anche di connotati romantici. Il “leap year” o “anno dei saltatori” è l’anno delle proposte di matrimonio. Nel 1288, secondo l’antica legge scozzese, alle donne era concesso chiedere la mano al proprio partner solo negli anni bisestili. Un tempo più dilatato della vicina Irlanda, dove si credeva che per garantire alla coppia auguri di buon auspicio le giovani nubili potessero fare il grande passo solo un giorno ogni quattro anni. E se il giovanotto ha in serbo un due di picche? Paga pegno, un pound alla povera malcapitata! Scaltro espediente per tenere con le mani legate le più ardite o un’occasione da non perdere per le sventurate che si accompagnano a procrastinatori cronici e furbi libertini? In ogni caso, donne accorrete! Leggi anche: Giorni della merla, perché si chiamano così? Sono davvero i più freddi dell’anno?

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Giorni della merla, perché si chiamano così? Sono davvero i più freddi dell’anno? https://urbanpost.it/giorni-della-merla/ Mon, 29 Jan 2024 09:30:00 +0000 http://urbanpost.it/?p=482482 Sono arrivati i giorni della merla, quelli considerati da molti i giorni più freddi dell'anno. Ma è davvero così?

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giorni della merla

Meteo, cosa sono i giorni della merla e sono davvero i più freddi dell’anno in Italia? I cosiddetti giorni della merla che cadono ogni anno il 29, 30 e 31 gennaio, secondo una tradizione tutta italiana sarebbero i giorni più freddi dell’anno: ma qual è la leggenda all’origine di questa credenza? Perché si chiamano così i giorni della merla e sono davvero i più freddi dell’anno nel nostro paese? Cerchiamo di capirne di più tra storia, cultura popolare e meteorologia.

giorni della merla quali sono

Giorni della merla, perché si chiamano così

Nonostante il problema del surriscaldamento globale, gli ultimi tre giorni di gennaio – talvolta gli ultimi due di gennaio e il primo di febbraio – vengono ancora considerati i tre giorni più freddi dell’anno (ne parliamo più in dettaglio in un paragrafo a parte e in Italia sono chiamati tradizionalmente i “Giorni della Merla”. L’origine del nome è, però, piuttosto incerta. Nel 1740, Sebastiano Pauli interrogandosi sull’origine di quella locuzione scrisse ” ‘I giorni della Merla’ in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giungere all’altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, nè quali passò sovra il fiume gelato”.

Questa non è però l’unica ipotesi dell’origine della locuzione i “giorni della merla”: per molti, infatti, questa terminologia deriva dal fatto che, per ripararsi dal freddo gelido degli ultimi giorni del mese di gennaio, una merla si rifugiò insieme ai suoi pulcini all’interno di un comignolo uscendone solamente il 1° febbraio e questo spiegherebbe anche come mai la livrea del merlo femmina e dei piccoli è grigia mentre quella dei maschi di un bel nero lucente. Ma nonostante lungo la nostra Penisola siano innumerevoli le leggende legate a queste giornate, esiste una credenza comune: secondo tradizione, infatti, se i giorni della merla sono molto freddi la primavera sarà mite e arriverà in anticipo mentre, in caso contrario, l’inverno durerà ancora a lungo.

I giorni della merla sono davvero i più freddi dell’anno in Italia?

I giorni della merla sono davvero i più freddi dell’anno in Italia? A questa domanda è difficile dare una risposta univoca, prima di tutto perché le stagioni invernali (è una banalità) non sono tutte uguali e poi anche perché cadono proprio “nel mezzo” dell’inverno meteorologico, che inizia il 1°dicembre e termina il 1° marzo. Tuttavia la meteorologia, come tutte le scienze, si basa su dati oggettivi oltre che su elaborazioni previsionali, e ancor di più la climatologia, che si basa su dati storici, cioè considerati su un arco temporale molto lungo. Dopo questa premessa possiamo affermare che no, i giorni della merla non sono i più freddi dell’anno in Italia.

A conforto di questa affermazione anche le parole di una meteorologa professionista e noto volto Tv, Serena Giacomin del Centro Epson Milano – Meteo.it. In una recente intervista a Wired, Giacomin ha commentato la “leggenda” meteo dei giorni della merla con queste parole. “I giorni della merla sono i più freddi dell’anno in Italia? La risposta è no, nel senso che i giorni più freddi dell’anno in Italia non possono essere una ricorrenza sul calendario: il fenomeno è bel più complesso”, ha spiegato. “La climatologia recente, coi dati dalla fine dell’800 in poi, ci dice che negli ultimi anni la fase più fredda è invece quella della prima decade di gennaio. Ma anche qui bisogna fare dei distinguo, da zona a zona”.

Il nostro Paese, infatti, dislocato com’è su diverse latitudini, è caratterizzato da zone climatiche assai differenti tra loro. Statisticamente il Nord Italia risente di temperature più basse nei primi dieci giorni di gennaio (e non negli ultimi tre), mentre man mano che andiamo verso Sud lungo la penisola il fenomeno scala nel tempo e si sposta più avanti nel calendario. Perché accade questo l’abbiamo anticipato prima, principalmente per le caratteristiche geomorfologiche del territorio italiano, ma soprattutto per la presenza del mare che ha un effetto mitigante molto forte sulla terraferma.

“Si chiama inerzia termica – spiega Giacomin – quella che fa in modo che il mare raggiunga temperature più basse ad aprile, e non in gennaio, e più alte in ottobre, e non a luglio. I picchi di temperatura delle acque, insomma, si toccano svariate settimane dopo i mesi per noi più freddi (o più caldi)”. Insomma, quella dei giorni della merla rimane una bella leggenda della nostra tradizione popolare ma non trova conferme scientifiche per individuare i giorni più freddi dell’anno.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 29 gennaio 2019. È stato successivamente aggiornato e revisionato il 29 gennaio 2024.

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Festa della Repubblica, perché si celebra il 2 giugno? Il programma del 2022 https://urbanpost.it/festa-repubblica-perche-2-giugno-programma/ Tue, 31 May 2022 09:47:36 +0000 https://urbanpost.it/?p=770487 La Festa della Repubblica Italiana si celebra ogni anno il 2 giugno, data del referendum istituzionale del 1946.

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La Festa della Repubblica Italiana si celebra ogni anno il 2 giugno, data del referendum istituzionale del 1946, con la celebrazione principale che avviene a Roma. Si tratta di uno dei simboli patri italiani. Il cerimoniale della manifestazione organizzata nella capitale comprende la deposizione di una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica Italiana e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali.

festa della repubblica

Festa della Repubblica, perché si celebra il 2 giugno? Il programma del 2022

L’Italia era da poco uscita dalla seconda guerra mondiale. Il 2 e il 3 giugno del 1946 si tenne un referendum istituzionale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di stato – monarchia o repubblica – dare al paese. Questo referendum istituzionale fu la prima votazione a suffragio universale indetta in Italia. Il risultato della consultazione popolare, 12 717 923 voti per la repubblica e 10 719 284 per la monarchia (con una percentuale, rispettivamente, di 54,3% e 45,7%), venne comunicato il 10 giugno 1946 e il 18 giugno la Corte di cassazione, dopo 85 anni di regno, sancì la nascita della Repubblica Italiana. Il re d’Italia Umberto II di Savoia, il 13 giugno, decise di lasciare l’Italia e andare in esilio in Portogallo. Dal 1º gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica, fu proibito ai discendenti maschi di Umberto II di Savoia l’ingresso in Italia; la disposizione fu abrogata nel 2002.

festa della repubblica

La prima celebrazione il 2 giugno del 1947

La prima celebrazione della Festa della Repubblica Italiana avvenne il 2 giugno 1947, mentre nel 1948 si ebbe la prima parata militare in via dei Fori Imperiali a Roma. Il 2 Giugno è stata festa nazionale fino al 1977 quando a causa della crisi economica le celebrazioni, con le relative parate militari, furono sospese fino al 2001, quando l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi reintrodusse la festività. Veniamo ora al programma di quest’anno.

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Festa della Repubblica: il concerto al Quirinale in diretta su Raiuno alle 18.30

Il capo dello stato, Sergio Mattarella, in occasione del 76° anniversario della Repubblica, ha invitato il 1° giugno i Capi Missione accreditati in Italia ad un Concerto eseguito al Quirinale dall’Orchestra del Teatro ‘La Fenice’ di Venezia diretta dal Maestro Myung Whun Chung, in programma musiche di Ludwig van Beethoven e Pietro Mascagni. Il Concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Uno, a partire dalle 18.30 e sarà aperto dal saluto del Presidente. Mattarella renderà omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro con nastro tricolore. Non mancheranno ovviamente le Frecce Tricolori sui cieli di Roma. Leggi anche l’articolo —> Al via “Progetto Pasolini”: il primo appuntamento alla Sapienza di Roma l’8 giugno 2022

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La verità sul «tesoro» di Craxi, il figlio Bobo: “La villa di Hammamet sentina di tutti i mali” https://urbanpost.it/tesoro-bettino-craxi-mistero-svelato-figlio-villa-hammamet/ Wed, 18 May 2022 10:55:45 +0000 https://urbanpost.it/?p=769842 In un'intervista di qualche tempo fa al «Corriere della Sera» il figlio di Bettino, Bobo, tornò a parlare del cosiddetto «tesoro di Craxi».

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La notizia di Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, eletta presidente della commissione Esteri del Senato, riaccende i riflettori sul padre di lei, Bettino Craxi, presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 18 aprile 1987, nonché segretario del Partito Socialista Italiano dal 15 luglio 1976 all’11 febbraio 1993, che ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita ad Hammamet mentre erano ancora in svolgimento i procedimenti giudiziari nei suoi confronti. Per i suoi detrattori l’ex premier morì latitante; mentre per i suoi estimatori fu vittima di una giustizia politicizzata, caldeggiata dalla stampa, che lo avrebbe costretto all’esilio in Tunisia. In un’intervista di qualche tempo fa, concessa al «Corriere della Sera» il figlio di Bettino, Bobo, consegnò un ritratto privato del leader socialista e tornò a parlare del cosiddetto «tesoro di Craxi».

leggi anche l’articolo —> Stefania Craxi: carriera e curiosità sulla presidente della Commissione esteri del Senato

Bettino Craxi tesoro

La verità sul «tesoro» di Craxi, il figlio Bobo: “La villa di Hammamet sentina di tutti i mali”

«La villa di Hammamet? Il mio primo ricordo è da bambino: capii subito che sarebbe stato un luogo dove un giorno sarei vissuto anche d’inverno. Probabilmente, un presagio. Fui il primo della famiglia ad abitarci, ancora non era finita. Paradossalmente, è dove sono stato di più con mio padre: di lui a Milano, ricordo poco», ha dichiarato al «Corriere della Sera», all’indomani dell’uscita del film «Hammamet» Bobo Craxi. Poi qualche parola sul rapporto con il padre scomparso nel 2000: «Io mi sento il figlio d’un figlio del partito. E ho assolto la mia responsabilità come figlio e come militante. Con lui, sono in pari. È stato un padre da bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: prima veniva la politica, poi il partito, poi il Paese, poi gli amici e, solo a un certo punto, arrivavamo anche noi. Non fosse stato così, oggi non avrei difficoltà di tutti i generi. Lui ebbe amici o ex collaboratori che hanno vissuto come maragià. Io mi son trovato sul lastrico economico. L’ho messo nel conto: non è che i figli di Allende abbiano vissuto una vita serena». A proposito del famoso tesoro di Craxi, il figlio disse in quell’occasione: «Questa storia del tesoro funzionava come racconto. Vero è che a molti di quelli che s’occupavano di denaro, qualcosa è rimasto in tasca. Ma io, dopo Tangentopoli, ho vissuto i peggiori anni della mia vita. Se sei un politico, nessuno t’assume. Non sono stato più rieletto e sono ancora percepito come uomo della Casta, senza esserlo: non ho uno stipendio pubblico da dieci anni, né vitalizi. La mia casa a Roma è finita all’asta. Dov’è, questo tesoro?».

La confessione qualche anno fa al «Corriere della Sera»

Paolo Rossi cantava che “ad Hammamet perfino il vino viene giù dal rubinèt”: «Diventò un luogo comune. La sentina di tutti i mali. E si passò direttamente al dileggio. Puoi farci poco. Col senno di poi, da Parmalat a Montepaschi, i politici ne han combinate talmente di peggio che è stata riabilitata anche questa casa: di fascino, ma sfarzosa proprio no. Un compagno di partito era stato ad Hammamet negli Anni 50 e aveva detto: è un posto meraviglioso, a un’ora da Roma… All’inizio doveva essere un terreno sul mare, ma c’era una disputa fra eredi. Allora, nel 1970, i tunisini ci proposero una campagna desolata in collina, più fresca. Ma s’arrivava solo in auto attraverso una pista, la sera niente luce, quando pioveva s’allagava tutto. Fu un vero disagio: chi passava a trovarci si domandava se Craxi fosse matto, come mai era finito laggiù e non a Forte dei Marmi», ha concluso il figlio di Bettino Craxi. Leggi anche l’articolo —> Bettino Craxi, la lettera di Isabel Allende: «Fu vicino al popolo cileno che pativa la dittatura»

Bettino Craxi

 

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Zuckerberg ricevuto a Palazzo Chigi: quanto valgono i vini italiani regalati da Draghi https://urbanpost.it/zuckerberg-draghi-incontro-quanto-valgono-vini-italiani/ Mon, 09 May 2022 13:48:51 +0000 https://urbanpost.it/?p=769267 Il fondatore di Facebook e ad di Meta Mark Zuckerberg è stato ricevuto dal premier Mario Draghi a Palazzo Chigi.

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Nella giornata di giovedì 5 maggio, il fondatore di Facebook e ad di Meta Mark Zuckerberg è stato ricevuto dal premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ad accompagnarlo all’incontro con l’ex numero uno della Bce il ministro alla Transizione digitale Vittorio Colao. Durante la visita Zuckerberg e Draghi hanno discusso del piano di digitalizzazione e del metaverso.

draghi zuckerberg

Zuckerberg ricevuto a Palazzo Chigi: quanto valgono i vini italiani regalati da Draghi

Un portavoce di Meta ha raccontato: “Per dare vita al metaverso sarà necessario uno sforzo congiunto tra aziende, mondo politico e società civile. Nell’incontro abbiamo confermato la nostra collaborazione con il governo italiano per valorizzare i punti di forza del paese nei settori tecnologico e del design e identificare futuri investimenti. Siamo lieti di aver potuto discutere le opportunità culturali, sociali ed economiche che il metaverso porterà all’Italia e non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione”. Stando a quanto riportato da ‘La Repubblica’, il premier Draghi ha donato a Zuckerberg una cassetta che includeva alcune eccellenze made in Italy, tra vini e oli.

draghi zuckerberg

Il contenuto della cassetta e lo scambio di opinioni sulla realtà digitale

A svelare il contenuto della cassetta che il premier Draghi ha dato come dono a Mark Zuckerberg il sito «In Italia Magazine»: “Oltre all’olio pugliese Gran Cru affiorato Galantino (dal valore di circa 16-17 euro), la cassetta regalata dal presidente del Consiglio Mario Draghi al fondatore di Facebook conteneva una Riserva di Brunello di Montalcino Biondi Santi (prezzo 450 euro in enoteca), un Barolo Boroli Cerequio (valore attorno ai 60 euro), un Aglianico del Vulture, Il Lascito delle Cantine del Notaio (online è quotato oltre 120 euro)”. A selezionare le bottiglie da regalare a Mark Zuckerberg è stato Franco Maria Ricci, direttore di Bibenda.

Come si legge su «Tiscali»: “In Italia non si è limitato ad incontrare Draghi ma si è visto anche con importanti esponenti del mondo imprenditoriale in particolare del mondo della moda e del lusso, punto di forza dell’economia italiana. Zuckerberg ha avuto colloqui con il gotha del made in Italy: Leonardo del Vecchio, Brunello Cucinelli, Lorenzo Bertelli, Diego Della Valle”. Leggi anche l’articolo —> Bonus di 200 euro, il governo Draghi “corregge”: le ultime novità

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Concerto del Primo Maggio 2022: quanto costa e chi paga l’evento https://urbanpost.it/concerto-primo-maggio-2022-quanto-costa-chi-paga/ Fri, 29 Apr 2022 11:58:09 +0000 https://urbanpost.it/?p=768837 C'è grande attesa per il concerto del Primo Maggio, che torna nella sua storica location di piazza San Giovanni a Roma.

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C’è grande attesa per il concerto del Primo Maggio, che torna nella sua storica location di piazza San Giovanni a Roma. Nelle ultime due edizioni a causa dell’emergenza Covid l’evento si era svolto all’Auditorium Parco della Musica della Capitale. A presentare il concerto del Primo Maggio 2022 sarà l’attrice Ambra Angiolini. Si aprirà con lo slogan «Al lavoro per la pace» in un sentito omaggio a tutti i lavoratori italiani in questa giornata di festa, ma anche alle vittime della guerra in Ucraina e del bisogno che abbiamo tutti di trovare una profonda e sincera concordia tra le nazioni.

concerto primo maggio 2022

Concerto del Primo Maggio 2022 torna a Piazza San Giovanni

Il Concerto del Primo Maggio 2022 è come ogni anno patrocinato da CGIL, CISL e UIL, con la produzione e l’organizzazione di iCompany che, come mai prima d’ora, sembra davvero aver realizzato uno show davvero indimenticabile. Si preannuncia come l’edizione della rinascita, di riscatto dopo la pandemia. Chi si esibirà? Ariete, Angelina Mango, Bandabardò & Cisco, BigMama, Bresh, Caffellatte e Deddy, Carmen Consoli, Claver Gold, Clementino, Coez, Coma_Cose, Enrico Ruggeri, Extraliscio, Luca Barbarossa, Fabrizio Moro, Fasma, Giorgieness, Go_A, Hu, La Rappresentante di Lista, Le Vibrazioni, L’Orchestraccia, Luchè, Mace, Mille, Mira, Rkomi, Venerus, Gemitaiz, Colapesce e Joan Thiele, Mara Sattei, Marco Mengoni, Max Pezzali, Mecna, Mobrici, Mr. Rain, Ornella Vanoni, Psicologi, Rancore, Rkomi, Rovere, Sincro, Tommaso Paradiso, Venerus, VV, Willie Peyote, insieme agli artisti del musical di Riccardo Cocciante, Notre Dame de Paris, che sceglie di festeggiare qui il suo ventennale. Questo l’elenco completo degli artisti.

concerto primo maggio

Quanto costa e chi paga?

Ma quanto costa il Concerto del Primo Maggio 2022? E chi lo paga? «Money» si è posto il quesito e in un articolo uscito stamani ha cercato di dare una risposta: tanto per cominciare bisogna distinguere a seconda della location. Un conto è l’evento a Piazza San Giovanni, un altro quello che ha avuto luogo all’Auditorium. Per quanto riguarda l’ultima edizione, Matteo Salvini con un tweet ha scritto che «il ’Concertone’ costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi ’de sinistra’ sarebbero fuori luogo». Altri esponenti della Lega parlano di 600mila euro. 

concerto primo maggio

Concerto Primo Maggio 2022, chi sono gli sponsor di quest’anno

Durante le varie edizioni a San Giovani la spesa complessiva è oscillata tra gli 800.000 e i 900.000 euro. Come dicevamo l’evento è promosso da Cgil, Cisl e Uil, mentre l’organizzazione come detto è affidata a iCompany. Una parte delle spese, circa 500mila euro, come spiega «Money» è coperta dalla RAI che, sia in video su Rai Tre che sulle frequenze di Radio Due, trasmette in diretta tutto il concerto. Quel che manca l’aggiungono gli sponsor: i principali di questa edizione sono Eni, Intesa e Unipol, ma sono decine le aziende che non faranno mancare il loro supporto. C’è da dire poi che molti artisti accettano di esibirsi praticamente gratis. “Il Comune di Roma tra spese di trasporto, di pulizia, di soccorso e sicurezza, deve spendere per ogni edizione tradizionale come quella di quest’anno quasi 250.000 euro”, riferisce «Money». Leggi anche l’articolo —> Mascherine al chiuso, Green Pass e obbligo vaccinale: cosa cambia dal 1 maggio

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Samantha Cristoforetti torna nello spazio, curiosità sulla vita in orbita: cibo, bagno e tempo libero https://urbanpost.it/samantha-cristoforetti-lancio-oggi-27-aprile-curiosita/ Wed, 27 Apr 2022 07:04:18 +0000 https://urbanpost.it/?p=768672 È tutto pronto al Kennedy Space Center, in Florida, per il lancio verso la Stazione Spaziale Internazionale di Samantha Cristoforetti.

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È tutto pronto al Kennedy Space Center, in Florida, per il lancio verso la Stazione Spaziale Internazionale di Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell’Agenzia spaziale europea. Alle 9:52 (ora italiana) di oggi, 3:52 ora locale, un razzo Falcon 9 di SpaceX partirà da Cape Canaveral, per superare l’atmosfera terrestre. Per Samantha Cristoforetti è la seconda esperienza a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS); il lancio era stato rinviato già un paio di volte.

Samantha Cristoforetti

Samantha Cristoforetti torna nello spazio

Insieme a Samantha Cristoforetti ci saranno gli astronauti statunitensi Kjell Lindgren, Bob Hine e Jessica Watkins. Si tratterà di una missione di almeno sei mesi a bordo della Stazione, il più grande e costoso laboratorio mai costruito dall’umanità in orbita. Il semaforo verde per l’equipaggio della missione Crew-4 di Nasa e SpaceX, come dicevamo, è previsto per le 3:52 ora locale, le 9:52 in Italia. Per la Cristoforetti è la seconda missione spaziale di lunga durata dopo “Futura” dell’Agenzia spaziale italiana, iniziata a novembre 2014. La donna, assieme ai suoi colleghi d’equipaggio, questa volta volerà sulla nuova navetta spaziale privata americana Crew Dragon di SpaceX, battezzata Freedom, portata in orbita da un razzo Falcon 9. Dopo l’attracco della Freedom alla Iss, ci sarà un passaggio di consegne di circa 5 giorni con la precedente missione Crew-3 di NASA e SpaceX, prima che quest’ultima ritorni sulla Terra.

Samantha Cristoforetti

Come si svolgeranno le giornata in orbita?

Ma come si svolgeranno le giornate? «Il Corriere della Sera» ha svelato alcune curiosità: la Iss compie un giro della Terra in 90 minuti, dunque ogni «giorno terrestre» prevede circa sedici albe. Dopo vari tentativi si è compreso che la cosa migliore è mettere una sveglia all’alba terrestre per evitare un effetto chiamato «jet leg continuo». Sulla stazione si mangia tre volte al giorno. Il cibo non è come quello delle missioni Apollo, l’assenza di gravità non aiuta. Le posate sono legate al tavolo da magneti. I liquidi si bevono con delle cannucce da appositi recipienti chiusi. La microgravità opacizza le papille gustative, per questa ragione si preferisce il cibo piccante. Massimo Sideri sul «Corriere» svela anche una particolarità sulla toilette: “Bisogna legarsi sul water che in sostanza è un grande aspiratore. Quando sulla Mir si ruppe il bagno dovettero usare dei sacchetti… fu un momento drammatico”. Per dormire molti decidono di legarsi e dormire dentro sacchi a pelo. Leggi anche l’articolo —> Chi è Samantha Cristoforetti: carriera, vita privata e curiosità sull’astronauta

Samantha Cristoforetti

 

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Come nasce «Bella ciao», significato e testo: la vera storia dietro la canzone https://urbanpost.it/bella-ciao-come-nasce-significato-testo-vera-storia/ Mon, 25 Apr 2022 14:22:46 +0000 https://urbanpost.it/?p=768604 «Bella ciao» è ritenuto uno dei canti popolari italiani più famosi anche fuori dall'Italia. Ripreso anche nella famosa serie TV «La casa di carta».

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«Bella ciao» è ritenuto uno dei canti popolari italiani più famosi anche fuori dall’Italia. In tempi recenti è stato ripreso anche nella famosa serie TV «La casa di carta». Un brano associato alla Resistenza e ai partigiani, ma qual è la sua vera storia? Giorgio Bocca, citato in un articolo sul «Corriere della Sera» di Luigi Morrone, spiega come la canzone in realtà non sia mai stata cantata durante la Guerra. L’inno politico pare sia nato nel 1964, quando nell’estate di quell’anno venne cantato al Festival di Spoleto. «Bella ciao … canzone della Resistenza e Giovinezza … canzone del ventennio fascista … Né l’una né l’altra nate dai partigiani o dai fascisti, l’una presa in prestito da un canto dalmata, l’altra dalla goliardia toscana e negli anni diventate gli inni ufficiali o di fatto dell’Italia antifascista e di quella del regime mussoliniano … Nei venti mesi della guerra partigiana non ho mai sentito cantare Bella ciao, è stata un’invenzione del Festival di Spoleto», le parole di Giorgio Bocca. Ma l’origine del brano è alquanto complessa.

Come nasce «Bella ciao», significato e testo: la vera storia

Quando comparve la prima volta «Bella ciao»? Diversi racconti orali a riguardo. “La voce “Bella ciao” su Wikipedia contiene una lunga interlocuzione in cui si racconta di una ‘scoperta’ documentale nell’archivio storico del Canzoniere della Lame che proverebbe la circolazione della canzone tra i partigiani fra l’Appennino Bolognese e l’Appennino Modenese, ma i supervisori dell’enciclopedia online sono stati costretti a sottolineare il passo perché privo di fonte. Non è privo di fonte, è semplicemente falso: nell’archivio citato da Wikipedia non vi è alcuna traccia documentale di “Bella ciao” quale canto partigiano”, scrive Luigi Morrone su «Il Corriere». Mancherebbero documenti coevi, “ma neanche negli anni dell’immediato dopoguerra si ha traccia di questo canto partigiano”, si osserva. Secondo molti storici e giornalisti «Bella Ciao» non sarebbe mai cantata dai partigiani. «Bella Ciao» non è presente nei più importanti canzonieri dei partigiani, dal ‘Canzoniere Italiano’ di Pasolini ai ‘Canti Politici’ di Editori Riuniti del 1962.

“Non sarebbe mai stata cantata dai partigiani”

Non si ha “traccia” di «Bella ciao» prima del 1953, momento in cui risulta comunque piuttosto diffusa, visto che da un servizio di Riccardo Longone apparso nella terza pagina dell’Unità del 29 aprile 1953, si scrive che all’epoca il brano è noto anche in Cina ed in Corea. La incide anche Yves Montand ma come dice Bocca sarà il Festival di Spoleto a consacrarla. Nel suo libro ‘Bella Ciao. Canto e politica nella storia d’Italia’ (2015), lo storico Stefano Privato scrive che «Bella Ciao» si diffuse nelle zone di Reggio Emilia, sulle Alpi Apuane e nelle province di Rieti. Gianpaolo Pansa dice che «Bella ciao viene esibita di continuo ogni 25 aprile. Anche a me piace, con quel motivo musicale agile e allegro, che invita a cantarla». E ha ragione: è un motivo orecchiabile, di forte impatto. Leggi anche l’articolo —> 25 aprile, Mattarella menziona “Bella Ciao”. Draghi: «Valori vivi, forti, attuali»

Ecco il testo completo

O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi sono alzato
E ho trovato l’invasor
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir, ir, ir-
O partigiano
Morir, ir, ir
Morir-ir
Morir-ir
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano, giano -ir
O partigiano, giano -ir
Morir, Morir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E se muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
E seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E seppellire lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fior, fior, fior
O partigiano
-Ir, morir, morir, morir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano, giano -ir
O partigiano, giano -ir
Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao

 

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Pasqua 2022, le frasi più belle e citazioni d’autore da inviare su Whatsapp e Facebook https://urbanpost.it/pasqua-2022-frasi-piu-belle-citazioni-inviare/ Sat, 16 Apr 2022 11:02:28 +0000 https://urbanpost.it/?p=768085 La Pasqua 2022 è alle porte. Per questa ragione abbiamo pensato di raccogliere per voi le frasi più belle per fare gli auguri.

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Pasqua 2022 frasi, la festa è alle porte. Per questa ragione abbiamo pensato di raccogliere per voi le citazioni più belle per fare gli auguri ai contatti Facebook e Whatsapp. Un modo carino per far sentire la propria vicinanza in un momento così difficile, reso ancora più doloroso da due eventi straordinari, la pandemia e la guerra in Ucraina. Aforismi e parole per scaldare il cuore di amici, parenti e conoscenti. Un invito alla pace, alla serenità, all’amore.

leggi anche l’articolo —> Perché mangiamo la colomba a Pasqua? Cosa si cela dietro la tradizione

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Pasqua 2022, le frasi più belle da inviare

Partiamo dalla frasi semplici, quelle da inviare per messaggio. Non le classiche citazioni d’autore, ma non per questo meno efficaci e gradevoli. Un pensiero per far sentire il proprio affetto. Se qualcuno sta affrontando un momento delicato il suggerimento è di inviare qualcosa del genere: “Un caloroso messaggio di auguri va a te che ne hai tanto bisogno. A te che lotti ogni giorno per trovare la pace. Ti auguro che la colomba del Signore si posi domani sulla tua casa per portarti un segno di speranza”. Oppure “Molti su Dio hanno messo una Croce sopra. Dio per tutti, si è fatto mettere su una croce. Buon sabato Santo. Che possa portare pace e serenità nel tuo cuore”. 

  • Tanti auguri di Pasqua, spero tu trascorra questa giornata con accanto la tua famiglia!
  • Ti faccio i miei migliori auguri di buona Pasqua, fai ciò che vuoi e goditi el vacanze!
  • Una buona Pasqua a tutta la famiglia, passa dei giorni allegri!
  • Auguri di buona Pasqua, anche se non ci sentiamo da un po’ ti penso sempre!
  • Sinceri auguri di buona Pasqua, passa delle ore piacevoli con chi ami!
  • Spero che il mio biglietto con gli auguri di Buona Pasqua ti raggiunga in un momento felice.

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Veniamo alle frasi d’autore

  • «Quante volte abbiamo bisogno che l’Amore ci dica: perché cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza, nell’amarezza… e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo!» (Papa Francesco);
  • La gente è affamata d’amore perché siamo troppo indaffarati. Aprite i vostri cuori oggi, nel giono del Signore risorto, e amate come non avete mai fatto (Madre Teresa di Calcutta);
  • La vittoria di Cristo sulla morte è sicurezza di trionfo sugli ostacoli che si sovrappongono agli sforzi umani per la difesa della giustizia, della libertà e della pace (Papa Giovanni XXIII);
  • L’annuncio della risurrezione del Signore illumina le zone buie del mondo in cui viviamo (Papa Benedetto XVI).

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Perché mangiamo la colomba a Pasqua? Cosa si cela dietro la tradizione https://urbanpost.it/perche-mangiamo-colomba-a-pasqua-origini/ Sat, 16 Apr 2022 10:18:29 +0000 https://urbanpost.it/?p=768077 Perché mangiamo la Colomba a Pasqua? Di origine lombarda, ma diffusa ormai in tutta Italia, rappresenta...

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Perché mangiamo la Colomba a Pasqua? Di origine lombarda, ma diffusa ormai in tutta Italia, rappresenta, assieme alle uova di cioccolato, il dolce da condividere in tavola per ricordare la Resurrezione di Gesù. Facciamo il punto sulle sue origini: il riferimento della forma del dolce pasquale per antonomasia è chiaramente al libro della Genesi, ma cercando si trova anche una leggenda legata al Re longobardo Alboino. E non solo…

colomba pasquale

Perché mangiamo la colomba a Pasqua?

Perché mangiamo la Colomba a Pasqua? Il riferimento lo si trova nell’episodio della Genesi (8, 10-11) quando, dopo la fine del diluvio universale, con le acque che iniziano a ritirarsi, comincia una nuova epoca per l’umanità. “Attese altri sette giorni e di nuovo (Noè, ndr) fece uscire la colomba dall’arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra”, si legge. Ci sono però altre tradizioni legate all’origine del noto dolce. In primis quella connessa al re longobardo Alboino. La colomba pasquale sarebbe nata nella zona di Pavia nel VI: dopo l’assedio triennale della città, alla vigilia della Pasqua del 572, al re longobardo Alboino sarebbe stato offerto un pane dolce, a forma di colomba. Qualcun altro ricollega la nascita della colomba alla battaglia di Legnano del 1176. Un condottiero dell’esercito del Carroccio, osservando durante la battaglia dei colombi sopra le insegne lombarde, decise di dar coraggio ai suoi, facendo confezionare dai cuochi dei pani bianchi e dolci a forma di colombe. Arriviamo ora ai giorni nostri.

colomba pasquale

Cosa si cela dietro la tradizione “industriale”

La colomba, come la conosciamo oggi, in realtà è una tradizione nata da esigenze industriali. Nei primi del Novecento l’azienda milanese Motta decise di confezionare un prodotto simile al panettone, ma con un aspetto decisamente legato alla Pasqua. La differenza stava in una copertura di amaretto. Lo slogan di allora era questo: “Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di primavera”. La forma a colomba del dolce è, infatti, una scelta dettata non solo dalla simbologia, ma anche dalla stagione, la primavera. Leggi anche l’articolo —> Colomba pasquale fatta in casa: la ricetta originale

colomba pasquale

 

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