UrbanPost -Notizie Salute https://urbanpost.it/tag/notizie-salute/ Mon, 04 Mar 2024 15:38:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://media.urbanpost.it/wp-content/uploads/2017/01/cropped-urbanpost_icon-1-32x32.png UrbanPost -Notizie Salute https://urbanpost.it/tag/notizie-salute/ 32 32 “Sono un neurologo e questa è la spezia che dovresti sempre aggiungere al tuo caffè: aiuta la memoria” https://urbanpost.it/caffe-spezia-da-aggiungere-per-migliorare-memoria/ Mon, 04 Mar 2024 15:38:13 +0000 https://urbanpost.it/?p=779336 Caffè, quale spezia aggiungere per migliorare la memoria – Mantenere la vitalità e la salute del cervello è una delle preoccupazioni più comuni e non soltanto in Italia. Soprattutto con il passare degli anni ci si preoccupa di tenere in allenamento la mente e si presta attenzione ad accorgimenti che possano rallentare l’effetto invecchiamento. Gli esperti indicano… Leggi tutto »“Sono un neurologo e questa è la spezia che dovresti sempre aggiungere al tuo caffè: aiuta la memoria”

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caffè cannella benefici

Caffè, quale spezia aggiungere per migliorare la memoria – Mantenere la vitalità e la salute del cervello è una delle preoccupazioni più comuni e non soltanto in Italia. Soprattutto con il passare degli anni ci si preoccupa di tenere in allenamento la mente e si presta attenzione ad accorgimenti che possano rallentare l’effetto invecchiamento. Gli esperti indicano che la nostra memoria inizia a deteriorarsi intorno ai 50 anni. Per contrastare tale problema, non c’è niente di meglio che intrattenere il cervello con passatempi e giochi mentali, memorizzare numeri o testi, leggere libri, ma anche seguire una sana alimentazione. C’è una dieta dove spezie e caffè potrebbero rivelarsi nostri validi alleati, secondo il neurologo Brandon Crawford, che ha dispensato qualche consiglio utile sul sito “She Finds”. Leggi anche: La forma delle unghie svela la tua personalità: ecco il test che mostra i tratti nascosti

caffè cannella benefici

“Sono un neurologo e questa è la spezia che dovresti sempre aggiungere al tuo caffè: aiuta la memoria”

Come rivela il sito “El Espanol”, tra i primi a rilanciare la notizia, il neurologo Brandon Crawford, durante uno dei suoi recenti interventi, ha evidenziato quanto per il benessere della nostra mente sia importante aggiungere determinate spezie al caffè quotidiano. Nello specifico, ce n’è una che si distingue per il suo sapore delizioso e la sua capacità di regolare il glucosio. Leggi anche: Come chiudi il pugno? La risposta al test dice tanto sulla tua personalità

caffè spezia per migliorare memoria

Le spezie salutari più consigliate da mescolare al caffè

Brandon Crawford ha suggerito ai lettori di “She Finds” di aggiungere alcune spezie nel caffè per aumentare i benefici per la salute del cervello. Tra questi troviamo senz’altro la curcuma, nota per le sue proprietà antinfiammatorie, utili soprattutto per ridurre il danno ossidativo nel cervello. Un’altra delle spezie è lo zenzero, che migliora la funzione cognitiva, riducendo lo stress ossidativo, contribuendo all’equilibrio dei neurotrasmettitori essenziali per la concentrazione e l’agilità cognitiva. Per migliorare anche l’umore, l’esperto suggerisce di aggiungere al caffè la noce moscata, soprattutto quando è autunno-inverno. Il miglior alleato però, quello che andrebbe messo ogni giorno nel caffè, per prevenire l’invecchiamento del cervello, è la cannella. Avevate indovinato? Ha degli effetti miracolosi sull’organismo. Leggi anche: Le più belle spiagge del mondo, ecco la classifica 2024 di Lonely Planet

caffè spezia per migliorare memoria
caffè spezia memoria

Qual è la spezia da aggiungere al caffè per migliorare la memoria

La cannella infatti per il suo alto contenuto di manganese è un ottimo antiossidante. Essa ritarda l’invecchiamento in generale, ma soprattutto quello della mente. Il cervello trae da questa spezia enormi benefici: la cannella migliora la memorial’apprendimento e le funzioni cognitive. Quest’ultima inoltre stimola la circolazione sanguigna, fluidificando il sangue e contribuisce a combattere il colesterolo LDL, riducendo l’assorbimento dei lipidi. La cannella poi aiuta a scaldare il corpo, è in grado di rilassare la muscolatura contratta. Che la cannella sia un buon “amico” per il nostro organismo non è una novità:  tale spezia, prodotta soprattutto in Cina e Indonesia, è sempre stata utilizzata come cosiddetto rimedio della nonna contro mal di gola e influenza. Essa risulterebbe efficace anche per alleviare i dolori mestruali e può aiutare anche a diminuire i disturbi digestivi. Leggi anche: A che serve il foro della linguetta delle lattine? Gli oggetti che usiamo nel modo sbagliato

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È allarme per i farmaci contraffatti: ecco come riconoscerli. Il business miliardario della criminalità https://urbanpost.it/farmaci-contraffatti-come-riconoscerli-e-commerce-dove-si-producono/ Mon, 26 Feb 2024 08:00:00 +0000 https://urbanpost.it/?p=778890 I farmaci contraffatti, è facile intuirlo, comportano rischi seri per la salute, e purtroppo si tratta di un mercato illegale che non conosce confini. In tutto il mondo, ogni anno, causano circa mezzo milione di decessi nella sola Africa sub-sahariana, secondo un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc). Ecco… Leggi tutto »È allarme per i farmaci contraffatti: ecco come riconoscerli. Il business miliardario della criminalità

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farmaci contraffatti come riconoscerli

I farmaci contraffatti, è facile intuirlo, comportano rischi seri per la salute, e purtroppo si tratta di un mercato illegale che non conosce confini. In tutto il mondo, ogni anno, causano circa mezzo milione di decessi nella sola Africa sub-sahariana, secondo un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc). Ecco come stare attenti a non cadere nella truffa dei farmaci falsi.  (Continua a leggere dopo la foto)
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farmaci contraffatti come riconoscerli

L’impressionante giro d’affari

Nessuno, al momento, riesce a quantificare gli incassi della criminalità organizzata, che sta dietro a questo giro, e si sa solo che si parla di miliardi e miliardi di dollari. L’ultima stima dei guadagni risale a un rapporto dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto): nel giugno 2010 aveva calcolato che il commercio illecito di prodotti farmaceutici contraffatti nel mondo rappresentasse un’industria da 200 miliardi di dollari l’anno. E stiamo parlando di 14 anni fa. Anche le farmacie, talvolta, sono patre del problema, pur se inconsapevolmente. Cercando fornitori a prezzi scontati, come spesso accade, aumentano il rischio di infiltrazioni criminali nella catena di approvvigionamento, fingendosi dei veri grossisti. Un ruolo fondamentale nell’aumento esponenziale di questo affare è stato quello della pandemia. Da allora la Rete ha moltiplicato esponenzialmente offerte e guadagni, nascondendo tra le pieghe del dark web le transazioni.” Il 70% circa dei medicinali contraffatti sequestrati è commercializzato online”, si legge nel rapporto dell’Agenzia Onu. (Continua a leggere dopo la foto)
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Fari puntati sull’e-commerce

Se ne è occupato anche Il Sole 24 Ore, attraverso una inchiesta di Roberto Galullo. L’Operazione “Shield” condotta da Europol (l’Agenzia europea anticrimine), ha permesso finora di smantellare 52 gruppi criminali, sequestrare oltre 13 milioni tra medicinali, materie prime e prodotti per un valore di 64 milioni di euro. Sono stati, inoltre, sequestrati quattro laboratori clandestini. La produzione di questi farmaci avviene in particolare tra India e Cina. Lo scorso mese di novembre, ai sensi del Digital Services Act, l’Unione europea ha inviato al colosso cinese dell’e-commerce AliExpress, costola della multinazionale Alibaba, una richiesta di informazioni, in particolare relativa alle misure che siano state adottate per rispettare gli obblighi relativi alla valutazione del rischio e all’azione di mitigazione per proteggere i consumatori online per quanto riguarda la diffusione online di prodotti illegali, tra i quali i medicinali “falsi” rappresentano naturalmente la principale fonte d’allarme. L’elenco dei fornitori di AliExpress è composto da piccole imprese cinesi che offrono prodotti a acquirenti online internazionali.  (Continua a leggere dopo la foto)
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A cosa stare attenti

Anche in Italia si sono verificati dei casi di contraffazione dei farmaci. Nel marzo del 2023 all’aeroporto di Fiumicino è stato fermato un carico di farmaci proveniente dal Nord Africa che però erano stati fabbricati in Estremo Oriente. Si trattava di più di 500mila confezioni di anabolizzanti, ormoni della crescita, testosterone, insulina e antitumorali. Il primo consiglio è quello di fare attenzione sempre ai principi attivi, i quali possono essere completamente assenti, oppure presenti in misura maggiore o minore. Le componenti possono essere diverse, tra cui quelle tossiche, da quelle presenti nel medicinale falsificato. Inoltre, la confezione può includere informazioni ingannevoli circa il contenuto o l’origine. Infine, il primo aprile 2022, un rapporto dell’organizzazione no profit anticontraffazione Authentication solutions providers’ association (Aspa) ha stabilito che i prodotti medici falsificati e scadenti sono cresciuti di circa il 47% in India.
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“Già 40 morti”, comune antidolorifico (che si vende anche in Italia) finisce nel mirino https://urbanpost.it/comune-antidolorifico-ucciso-40-persone-denuncia-metamizolo/ Sun, 28 Jan 2024 16:04:53 +0000 https://urbanpost.it/?p=777053 Un comune antidolorifico avrebbe ucciso 40 persone, questa è la denuncia che arriva dalla Spagna e nel mirino ci sono i farmaci a base di metamizolo sodico (o dipirone monoidrato), il principio attivo di un medicinale commercializzato anche in Italia, come approfondiremo. Vediamo, ora, cosa sta succedendo. (Continua a leggere dopo la foto)Leggi anche: Bonus fino a… Leggi tutto »“Già 40 morti”, comune antidolorifico (che si vende anche in Italia) finisce nel mirino

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Un comune antidolorifico avrebbe ucciso 40 persone, questa è la denuncia che arriva dalla Spagna e nel mirino ci sono i farmaci a base di metamizolo sodico (o dipirone monoidrato), il principio attivo di un medicinale commercializzato anche in Italia, come approfondiremo. Vediamo, ora, cosa sta succedendo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Foto: il farmaco incriminato e, sulla destra, l’attivista Cristina Garcìa del Campo

“Conflitti d’interesse”, la clamorosa denuncia

Il britannico Daily Mail ha pubblicato una intervista con Cristina García del Campo, l’attivista spagnola che guida l’Associazione per le persone affette da farmaci (Asociación de Afectados por Fármacos o ADAF), la quale sostiene che il farmaco noto in Spagna come Nolotil potrebbe aver causato la morte di oltre 40 cittadini britannici in Spagna (turisti o residenti), tra il 2016 e il 2023. Cristina García del Campo afferma di aver raccolto le prove su un centinaio di casi avversi. Aspra dunque, la sua critica contro l’Agenzia spagnola per i medicinali e i prodotti sanitari e gli altri enti regolatori, accusati di avere conflitti d’interesse con le case farmaceutiche e di aver dato solo “deboli raccomandazioni” sui potenziali rischi dei farmaci a base di metamizolo. Sicché ha depositato una clamorosa denuncia penale per “Grave negligenza” nei loro confronti. (Continua a leggere dopo la foto)
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I britannici sono più vulnerabili

I britannici sono sensibilmente più esposti al rischio di agranulocitosi rispetto agli spagnoli. Secondo uno studio del 2016 citato dal Daily mail, nei cittadini del Regno Unito si riscontra un rischio fino a 120 superiore. Per agranulocitosi si intende una condizione patologica del sangue, caratterizzata da una diminuzione importante del numero di granulociti – una classe di globuli bianchi – e che può portare ad una maggiore suscettibilità a infezioni potenzialmente mortali: oltre alla sepsi può manifestarsi insufficienza multiorgano. (Continua a leggere dopo la foto)
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Attenzione, si trova anche in Italia!

Solitamente, il metamizolo si prescrive il medicinale per combattere dolore acuto, febbre, mal di testa, dolori mestruali, mialgie e altre condizioni comuni legate a uno stato infiammatorio. In Italia il metamizolo è venduto, ma solo previa prescrizione medica, con il nome commerciale di Novalgina. Invece, non è affatto commercializzato negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, Irlanda, Svezia e Australia. Questo perché, secondo i diversi enti regolatori nazionali, i rischi supererebbero i benefici. In Spagna e Portogallo, con il nome Nolotil, è invece molto diffuso.


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Davvero “beviamo nanoplastiche”? Cosa dice l’inquietante studio (VIDEO) https://urbanpost.it/nanoplastiche-acqua-in-bottiglia-microplastiche-catena-alimentare/ Sat, 20 Jan 2024 10:11:19 +0000 https://urbanpost.it/?p=776599 Nanoplastiche nell’acqua in bottiglia – “Beviamo” la plastica, con una brutale sintesi potremmo dire così. E non stiamo scherzando. Non lo diciamo noi: Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), autorevolissima rivista scientifica, ha di recente pubblicato uno studio a dir poco sconcertante. La gran parte di noi beve l’acqua acquistata, ad esempio, al… Leggi tutto »Davvero “beviamo nanoplastiche”? Cosa dice l’inquietante studio (VIDEO)

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nanoplastiche acqua in bottiglia

Nanoplastiche nell’acqua in bottiglia – “Beviamo” la plastica, con una brutale sintesi potremmo dire così. E non stiamo scherzando. Non lo diciamo noi: Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), autorevolissima rivista scientifica, ha di recente pubblicato uno studio a dir poco sconcertante. La gran parte di noi beve l’acqua acquistata, ad esempio, al supermercato o comunque conservata nelle bottiglie di plastica. Ebbene, ecco cosa è stato scoperto. (Continua a leggere dopo la foto)
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nanoplastiche acqua in bottiglia

Microplastiche e nanoplastiche

Per microplastiche intendiamo i minuscoli pezzettini di materiale plastico, particelle solitamente inferiori ai 5 millimetri. Sono così piccole che praticamente si infilano ovunque e, come vedremo in seguito, sono dappertutto. Ora, frammenti ancora più piccoli, minuscoli, detti nanoplastiche sono stati rinvenuti anche nell’acqua che beviamo. L’angosciante lavoro del team di ricercatori delle Università statunitensi Columbia e Rutgers – coordinato da Wei Min, biofisico della Columbia University di New York – ha analizzato campioni di tre comuni marche d’acqua in bottiglia negli Stati Uniti e hanno scoperto che il livello medio di particelle era di 240mila frammenti per ogni litro.
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L’incredibile scoperta

Le nanoplastiche rinvenute nell’acqua sono minuscole particelle corrispondenti a circa un millesimo della larghezza media di un capello, che è largo circa 83 micron, insomma invisibili all’occhio nudo: sono così piccole che possono migrare attraverso i tessuti del tratto digestivo e dei polmoni o addirittura finire nel cervello, nonché nel sangue ove depositano sostanze chimiche potenzialmente dannose come bisfenoli, ftalati, Pfas e metalli pesanti. Altre plastiche comuni trovate dai ricercatori sono: polistirene, polivinilcloruro e polimetilmetacrilato. Anche Sherri Sam Mason – professoressa associata di ricerca, direttore della sostenibilità presso l’Università Penn State Behrend, non coinvolta nello studio – è stata autrice di un’altra ricerca, rilevando l’esistenza di micro e nanoplastiche nel 93% dei campioni di acqua in bottiglia di nove Paesi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le microplastiche invadono il corpo umano

Probabilmente vi starete chiedendo come sia possibile. Non solo è possibile, ma non si tratta neppure di una minaccia inedita. Le microplastiche sono già entrate nella catena alimentare giacché, depositate sul fondo marino, vengono ingerite dai pesci che consumiamo, ed ecco spiegato perché i ricercatori dell’Environmental Science & Technology dell’American Chemical Society, in collaborazione con il team di ricerca dell’Ospedale Anzhen di Pechino, riferiscono di aver trovato microplastiche financo nei tessuti cardiaci e nei polmoni di quindici pazienti sottoposti a interventi al cuore. La scoperta, come si leggeva su la Repubblica del 10 agosto 2023, è avvenuta attraverso tecniche di “imaging laser” a infrarossi diretti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Microplastiche nella catena alimentare

La produzione mondiale di plastica si avvicina ai 400 milioni di tonnellate l’anno. Più di 30 milioni di tonnellate vengono scaricate ogni anno nell’acqua o sulla terra e molti prodotti realizzati con plastica, compresi i tessuti sintetici, rilasciano particelle mentre sono ancora in uso. In questo modo, ingerite dai pesci, che poi mangiamo, possiamo dire che microplastiche e nanoplastiche siano finite già nella catena alimentare. Uno scenario davvero da incubo illustrato nel video che riportiamo, in cui il professor Leonardo Durante, , Ambassador Global Teacher Prize, per conto del portale Sanità Informazione illustra i risultati della ricerca pubblicata su Nature Communications e condotta dagli studiosi della California State University. (Continua a leggere dopo il VIDEO)

Tracce diffuse di microplastiche sono state ritrovate anche in campi agricoli trattati con questi fertilizzanti quasi 35 anni fa. Segno che le particelle resistono facilmente al passare del tempo. Quest’ultima scoperta è da attribuire ai ricercatori dell’Università dell’Ontario, in Canada.

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Cosa c’è da sapere su particolato, una minaccia per la salute da non sottovalutare https://urbanpost.it/cosa-ce-da-sapere-su-particolato-una-minaccia-per-la-salute-da-non-sottovalutare/ Tue, 25 Jul 2023 10:00:00 +0000 https://urbanpost.it/?p=772615 Il particolato rappresenta una minaccia molto seria per la nostra salute, di conseguenza non bisognerebbe mai esporsi a quantità rilevanti di questo inquinante.

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Il particolato rappresenta una minaccia molto seria per la nostra salute, di conseguenza non bisognerebbe mai esporsi a quantità rilevanti di questo inquinante.

Che cos’è il particolato

Il particolato corrisponde a quelle che, nel linguaggio comune, si è soliti definire polveri sottili.

Si tratta di una miscela di sostanze solide e liquide che, per via delle loro dimensioni estremamente piccole, sono in grado di fluttuare nell’aria e di essere inalate.

Le diverse tipologie di particolato sono distinte in base alla loro grandezza, o meglio al loro diametro: il PM10 è il particolato dal diametro inferiore a 10 micrometri, mentre il PM2,5 ha un diametro inferiore a 2,5 micrometri.

Come viene prodotto il particolato

Il particolato può essere prodotto in molti diversi modi: esso può essere generato da cause naturali, ad esempio da eruzioni vulcaniche ed incendi boschivi, ma nella grande maggioranza dei casi esso è presente nell’atmosfera per mano dell’uomo.

Le emissioni inquinanti legate al riscaldamento domestico, quelle industriali, quelle veicolari, sono senz’altro i principali esempi di fonti di immissione nell’atmosfera di queste minuscole particelle, ecco perché l’inquinamento è da considerarsi un qualcosa di pericoloso anche per tale ragione.

Proprio al fine di verificare i livelli di salubrità dell’aria, è ormai prassi che nei vari territori si faccia ricorso ad appositi dispositivi in grado di riscontrare in che quantità il particolato è presente nell’aria.

Perché il particolato è pericoloso per la salute

Come si accennava, le particelle di particolato sono così piccole da poter essere facilmente inalate, ed è proprio questa la ragione per cui queste sostanze sono considerate potenzialmente molto dannose per la salute.

La scienza medica ha ampiamente confermato una maggiore incidenza di patologie tumorali (prevalentemente a carico dei polmoni, ma non solo) nelle zone in cui le quantità di particolato nell’atmosfera sono particolarmente elevate, o comunque in quei soggetti che sono spesso a contatto con aria insalubre per ragioni professionali.

I tumori sono senz’altro la più temuta patologia correlata all’esposizione al particolato, ma non sono l’unica, perché queste microparticelle possono causare anche patologie cardiovascolari, disturbi respiratori di vario genere e, nelle donne in gravidanza, possono favorire l’insorgere di complicazioni.

Come proteggersi dal particolato

Sulla base di quanto detto, dunque, è evidente che proteggersi dal particolato debba essere una priorità per tutti.

Anzitutto le amministrazioni locali sono chiamate a monitorare costantemente i livelli di particolato presenti nell’atmosfera, informando a dovere la cittadinanza; nel caso in cui essi dovessero essere elevati è necessario adottare delle misure adeguate, ad esempio prevedendo delle limitazioni al traffico.

È sicuramente un buon consiglio quello di cercare di evitare, per quanto possibile, di trascorrere del tempo nel traffico cittadino, se si vive in una zona urbana piuttosto trafficata, inoltre, è bene evitare di arieggiare la casa nei momenti di maggiore traffico, preferendo il primo mattino o la tarda sera.

Nel caso in cui si dovesse permanere nei pressi di zone particolarmente ricche di particolato, ad esempio in aree industriali, è senz’altro una buona prassi quella di proteggersi utilizzando degli appositi filtri endonasali, inoltre delle accortezze specifiche devono essere seguite sul lavoro, nel caso in cui la propria professione preveda, appunto, un potenziale contatto con il particolato.

Nei contesti industriali devono essere utilizzati appositi strumenti quali quelli presentati nel sito depureco.com per eliminare efficacemente le polveri sottili prodotte nei vari processi, inoltre, in relazione alla specifica attività svolta, può essere necessario utilizzare degli appositi DPI, ovvero dispositivi di protezioni individuale che, in questo caso, vadano a proteggere le vie respiratorie.

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Combattere la fibromialgia: una guida https://urbanpost.it/combattere-la-fibromialgia-una-guida/ Fri, 12 May 2023 16:26:39 +0000 https://urbanpost.it/?p=772326 La seguente guida offre una panoramica dei passi da seguire per gestire i sintomi della Fibromialgia e perseguire uno stile di vita sano.

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fibromialgiaLa fibromialgia è una condizione cronica caratterizzata da dolore muscoloscheletrico e affaticamento. È una condizione che può essere difficile da trattare, ma ci sono alcuni metodi che possono aiutare a gestire i sintomi della fibromialgia. Questa guida offre una panoramica dei trattamenti disponibili per aiutare a combattere la fibromialgia e a gestire il dolore. Offre anche consigli su come vivere una vita più sana e più felice. Infine, alcune notizie riguardanti la fibromialgia di cui oggi ricorre la giornata mondiale.

Fibromialgia, i disturbi correlati

Molte persone con fibromialgia provano sintomi come dolore cronico, stanchezza, problemi del sonno, difficoltà cognitive e depressione. Nonostante questi sintomi, ci sono modi in cui le persone con fibromialgia possono imparare a gestire al meglio i loro sintomi e vivere una vita sana. La gestione della fibromialgia inizia con una buona comunicazione con il medico. Il medico può aiutare a creare un piano di trattamento che comprenda terapie non mediche, farmaci e altri interventi che possono aiutare a gestire i sintomi della fibromialgia.

Alcune terapie non mediche che possono essere utili nella gestione dei sintomi della fibromialgia comprendono la terapia fisica, la terapia occupazionale, la terapia cognitivo-comportamentale e l’esercizio fisico. Queste terapie possono aiutare a gestire il dolore e la stanchezza, migliorare la funzione muscolare e aiutare a gestire lo stress e l’ansia. Inoltre, l’esercizio regolare può aiutare a ridurre il dolore e la stanchezza.

Altre strategie per combattere la fibromialgia includono cambiare la dieta, oltre a cure alternative tra cui praticare la meditazione e l’esercizio di rilassamento. La fibromialgia è una condizione complessa che richiede un trattamento personalizzato. Con una buona comunicazione, un piano di trattamento integrato e un’attenzione costante, le persone con fibromialgia possono gestire al meglio i loro sintomi e vivere una vita più piena e sana.

fibromialgia sintomi

I sintomi della fibromialgia

I sintomi della fibromialgia possono variare da persona a persona, ma la maggior parte degli individui con questa condizione presenta problemi come dolori muscolari, rigidità, mal di testa, stanchezza cronica, difficoltà a dormire, problemi digestivi e sbalzi d’umore. Spesso, i sintomi vanno e vengono, con periodi di remissione e periodi di peggioramento.

Per combattere la Fibromialgia, è necessario imparare ad affrontare la propria condizione, gestire i sintomi e sviluppare abitudini di vita sane. La seguente guida offre una panoramica dei passi da seguire per gestire i sintomi della Fibromialgia e perseguire uno stile di vita sano.

Per prima cosa, è importante riconoscere i sintomi della Fibromialgia e cercare un trattamento adeguato. Un medico può aiutare a identificare i fattori di rischio e i sintomi della Fibromialgia e suggerire un piano di trattamento personalizzato. Il trattamento può includere farmaci, terapia fisica, terapia cognitivo-comportamentale, esercizio fisico e altre tecniche. È anche importante sviluppare abitudini di vita sane che possano aiutare a controllare i sintomi della Fibromialgia.

Ad esempio, è importante imparare a gestire lo stress, a seguire una dieta equilibrata, a mantenere un programma di sonno regolare e a fare esercizio fisico. Inoltre, è importante cercare di limitare l’esposizione a sostanze chimiche e inquinanti che possono peggiorare i sintomi. Infine, è importante cercare di sviluppare un sistema di sostegno. Coloro che soffrono di Fibromialgia possono trarre beneficio dal condividere le proprie esperienze con altre persone che vivono la stessa situazione.

È anche possibile contattare le organizzazioni di supporto, come ad esempio l’Associazione italiana Sindrome Fibromialgica, perché offrono informazioni, consigli e sostegno. In conclusione, la Fibromialgia può essere una condizione difficile da affrontare, ma con l’aiuto di un medico e un piano di trattamento adeguato, è possibile gestire i sintomi e mantenere uno stile di vita sano. È importante ricordare che la Fibromialgia è una condizione cronica, quindi è importante essere pazienti e impegnarsi in una routine di gestione dei sintomi.

Diagnosi e Trattamento della Fibromialgia

Una volta che la fibromialgia è stata diagnosticata e un trattamento appropriato è stato iniziato, è possibile prendere una serie di misure per aiutare a gestire i sintomi. Alcune delle principali strategie da considerare sono: l’esercizio fisico regolare, lo yoga o la meditazione per rilassare i muscoli, l’adozione di una dieta sana, l’utilizzo di farmaci da banco o over-the-counter e l’utilizzo di prodotti a base di erbe per ridurre l’infiammazione. Ci sono anche alcuni farmaci appositamente formulati per trattare la fibromialgia, come antidepressivi, antinfiammatori e farmaci per la gestione del dolore.

È importante parlare con un medico prima di prendere qualsiasi medicinale, poiché alcuni farmaci possono interagire con gli altri. Inoltre, gli interventi psicologici come la terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare a gestire alcuni dei sintomi associati alla fibromialgia. In alcuni casi, l’utilizzo di una combinazione di trattamenti può essere più efficace nella gestione dei sintomi della fibromialgia rispetto al trattamento da solo.

Inoltre, è importante riconoscere che ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Pertanto, è importante sperimentare con diversi trattamenti per la fibromialgia fino a quando non si trova quello che funziona meglio per le proprie esigenze. La ricerca mostra che seguire una strategia di trattamento individualizzata può aiutare a ridurre i sintomi della fibromialgia e migliorare significativamente la qualità della vita.

fibromialgia dolore

Alimentazione per combattere la Fibromialgia

È importante sottolineare che la dieta sana è spesso una parte essenziale di un programma di trattamento integrato per la fibromialgia. L’alimentazione può offrire sollievo dai sintomi, in particolare dalla stanchezza, dal dolore e dall’ansia. Sebbene la ricerca sull’alimentazione sia limitata, alcuni alimenti possono aiutare a ridurre i sintomi della fibromialgia, mentre altri possono peggiorarli.

Alimenti che possono aiutare a ridurre i sintomi della fibromialgia possono includere frutta e verdura fresche, pesce, cereali integrali e noci. Gli alimenti ricchi di vitamine del gruppo B, come la crusca e le banane, possono anche aiutare a ridurre i sintomi. Gli alimenti che devono essere evitati comprendono alimenti trasformati, zucchero, sale e alcol. Mentre l’alimentazione può aiutare a ridurre i sintomi, è importante ricordare che una dieta sana non è una cura per la fibromialgia.

L’alimentazione dovrebbe sempre essere considerata come una parte di un programma di trattamento integrato. Ciò include l’esercizio regolare, una buona gestione del sonno, l’applicazione della calma, la gestione dello stress e la terapia. Sebbene seguire una dieta sana possa aiutare, non è una soluzione completa da sola. In conclusione, seguire una dieta sana può essere un ottimo modo per aiutare a ridurre i sintomi della fibromialgia.

La dieta sana può essere una parte vitale di un programma di trattamento integrato. Tuttavia, è importante ricordare che una dieta sana non è una cura per la fibromialgia. Pertanto, è sempre importante parlare con un medico prima di apportare modifiche significative alla propria dieta. Con un po’ di tempo, ricerca e pianificazione, è possibile creare un piano di alimentazione personalizzato per aiutare a ridurre i sintomi della fibromialgia.

Esercizio fisico per combattere la fibromialgia

Cinque esercizi sono solo una parte della soluzione per combattere la fibromialgia. Un programma di esercizi completo dovrebbe includere anche stretching, stretching rilassante, esercizi di respirazione profonda, esercizi di rafforzamento muscolare e stretching isometrico. Queste attività possono aiutare a ridurre il dolore, aumentare la flessibilità dei muscoli e rafforzare i muscoli. Inoltre, una dieta sana e un adeguato riposo sono altrettanto importanti per una buona salute generale.

Per saperne di più su come gestire al meglio i sintomi della fibromialgia, è importante consultare un medico e/o un fisioterapista. Loro possono consigliare un programma di esercizi personalizzato che si adatti ai tuoi obiettivi e alle tue necessità individuali. Con l’aiuto di una guida esperta, è possibile imparare a gestire la fibromialgia in modo efficace e sicuro.

Terapie complementari per combattere la fibromialgia

La terapia della luce

La terapia della luce, conosciuta anche come fototerapia, è una terapia complementare che può essere utilizzata per trattare la fibromialgia. Utilizza luce a diverse lunghezze d’onda per stimolare i recettori della pelle e dare sollievo dal dolore. Può essere eseguita sia in studio che a casa, con una luce speciale che può essere acquistata in farmacia. Si consiglia di consultare un medico prima di provare questa terapia.

Rimedi naturali

Rimedi naturali come l’agopuntura, lo yoga e la meditazione possono aiutare a ridurre il dolore e l’ansia associati alla fibromialgia. L’agopuntura è una pratica antica che utilizza aghi per stimolare i punti energetici del corpo. Lo yoga può aiutare ad aumentare la flessibilità, mentre la meditazione può aiutare a rilassare la mente e il corpo. Si consiglia di parlare con un medico prima di provare queste terapie.

Dieta

Una dieta sana può aiutare a gestire i sintomi della fibromialgia. Gli alimenti ricchi di antiossidanti, come frutta, verdura e cereali integrali, possono aiutare a ridurre l’infiammazione. Gli alimenti ricchi di magnesio come noci, semi e alghe possono aiutare a ridurre i sintomi di depressione e ansia. È importante evitare alimenti come zucchero, sale e grassi saturi per prevenire la riacutizzazione dei sintomi.

Combattere la fibromialgia può essere un processo lungo e complicato, ma seguendo una combinazione di terapie complementari, dieta sana e stile di vita può aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita. Se si pensa di soffrire di fibromialgia, si consiglia di parlare con un medico per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.

Gestire lo stress per combattere la fibromialgia

Mentre la fibromialgia può essere difficile da gestire e può causare una varietà di sintomi, ci sono altri modi per affrontare la malattia. Alcuni metodi efficaci per combattere la fibromialgia includono lo sviluppo di un piano di esercizi che possa iniziare gradualmente, la modifica delle diete, l’aggiunta di integratori e la ricerca di terapie alternative.

L’obiettivo principale è quello di ridurre la quantità di stress e di dolore che la fibromialgia può causare. Per cominciare, è importante sviluppare un piano di esercizi fisici che preveda un po’ di movimento ogni giorno. Non è necessario essere estremi, ma è importante mantenere un programma di esercizi costante.

L’esercizio può aiutare a ridurre lo stress, a ridurre le tensioni muscolari e a mantenere un livello di energia costante. Inoltre, la dieta può giocare un ruolo importante nel combattere la fibromialgia. Si consiglia di mangiare una dieta sana ed equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre, latticini a basso contenuto di grassi e cibi ricchi di omega-3. Si consiglia inoltre di limitare l’assunzione di zuccheri e alcol. Una dieta sana può aiutare a ridurre la fatica e a mantenere un livello di energia costante. Inoltre, può essere utile aggiungere alcuni integratori al proprio regime dietetico.

Gli integratori possono aiutare a ridurre il dolore, l’infiammazione e la stanchezza. Alcuni degli integratori più comunemente usati per la fibromialgia includono la vitamina D, la vitamina B12, l’olio di pesce, la curcumina e l’acido alfa lipoico. Infine, alcune persone con fibromialgia possono trarre beneficio dalle terapie alternative.

Alcuni esempi includono l’agopuntura, l’esercizio yoga, lo stretching, la terapia del massaggio e l’esercizio Tai Chi. Queste terapie possono aiutare a ridurre lo stress, la tensione muscolare e le infiammazioni. Gestire lo stress è fondamentale per combattere la fibromialgia. Seguendo una dieta sana, esercitandosi regolarmente, aggiungendo integratori al regime dietetico e ricorrendo a terapie alternative, si può aiutare a gestire lo stress e a vivere una vita più felice. Seguendo questa guida, le persone con fibromialgia possono imparare come gestire la malattia e vivere una vita più sana.

Come supportare un familiare con fibromialgia

Fare ricerca e capire cosa significa la fibromialgia è un buon primo passo per supportare un familiare. Gli studi hanno dimostrato che esistono diversi modi per combattere la fibromialgia, tra cui il monitoraggio dei sintomi, l’esercizio fisico regolare, una dieta sana e l’utilizzo di terapie alternative. Uno dei modi più efficaci per aiutare un familiare con fibromialgia è quello di educarlo su come gestire la malattia.

Avere un piano di trattamento personalizzato e un diario di monitoraggio dei sintomi può aiutare una persona con fibromialgia a gestire la malattia e prevenirla. Una volta che una strategia di trattamento viene implementata, è importante assicurarsi che il familiare con fibromialgia la rispetti. È anche importante che i familiari e le persone care si prendano cura di se stessi.

Supportare qualcuno con questo disturbo può essere un compito impegnativo e può essere facile esaurirsi. Quindi, prendersi un po’ di tempo per fare qualcosa di piacevole per se stessi, come una passeggiata o una cena con amici, può aiutare a mantenere una prospettiva positiva. Infine, non c’è motivo di sopportare la fibromialgia da soli.

Esiste una vasta rete di sostegno, tra cui gruppi di supporto, associazioni di malattie rare, forum online e servizi di consulenza. Questi supporti possono essere di aiuto sia per la persona con fibromialgia che per i familiari. È importante ricordare che non si deve mai sottovalutare l’importanza dell’aiuto e del sostegno di una rete di persone che condividono la stessa esperienza.

Conclusione: come sviluppare un piano di cura personale

Una volta che hai identificato le cause della tua fibromialgia, l’ultima parte del tuo piano di cura personale è quella di imparare come combatterla. Ci sono una serie di opzioni che puoi prendere in considerazione per gestire al meglio i tuoi sintomi e cercare di vivere una vita più felice e soddisfacente. Alcune delle cose che puoi fare per combattere la fibromialgia includono: prendersi cura della tua salute generale, esercitare regolarmente, assumere farmaci, modificare la tua dieta e lo stile di vita e partecipare a una terapia di supporto.

Prendersi cura della propria salute generale è un ottimo modo per gestire i sintomi della fibromialgia. Praticare una buona igiene, scegliere alimenti sani, evitare alcol, fumo e droghe e mantenere una routine di sonno stabile sono tutte buone abitudini che puoi adottare per prendere le misure necessarie.

L’esercizio regolare può aiutare ad alleviare i sintomi. Attività come camminare, nuotare, yoga e stretching possono aiutare a ridurre la tensione muscolare e a fornire sollievo dal dolore. Assumere farmaci può anche essere utile. Ci sono una varietà di farmaci approvati dagli enti regolatori che possono aiutare a gestire i sintomi della fibromialgia (qui un utile approfondimento). Tuttavia, è sempre importante chiedere consiglio al proprio medico prima di prendere qualsiasi tipo di farmaco.

Modificare la propria dieta e lo stile di vita può anche aiutare a gestire i sintomi. Ridurre l’assunzione di alimenti ricchi di grassi saturi e zuccheri raffinati, evitare cibi processati, aumentare l’assunzione di antiossidanti e seguire una dieta equilibrata è un ottimo modo per prendersi cura di se stessi. Infine, un supporto terapeutico può essere una grande risorsa per gestire i sintomi della fibromialgia. Parlare con un terapeuta può aiutarti a gestire il dolore cronico, l’ansia, la depressione e altri sintomi emotivi. Inoltre, può anche aiutarti a imparare tecniche di gestione dello stress e strategie di coping che possono aiutarti a gestire la tua malattia.

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Rapporto Crea Sanità 2023, il sindacato infermieri: “Un incubo che prende forma sotto i nostri occhi” https://urbanpost.it/carenza-infermieri-in-italia-rapporto-crea-sanita-2023/ Wed, 01 Feb 2023 14:28:20 +0000 https://urbanpost.it/?p=772005 La fotografia scattata dal rapporto non riguarda solo la cronica carenza infermieri in Italia, ma anche la loro situazione professionale.

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Carenza infermieri in Italia, “Una drammatica inadeguatezza degli organici infermieristici, che si aggrava ogni giorno di più, tanto da delineare un gap profondo con le altre nazioni del Vecchio Continente”. E’ in sintesi il commento di Antonio De Palma, Presidente Nazionale del sindacato nazionale Nursing Up, alla pubblicazione del Rapporto Crea Sanità 2023. (Continua a leggere dopo la foto)

Carenza infermieri in Italia, la triste fotografia scattata dal Rapporto Crea Sanità 2023

La fotografia scattata dal rapporto non riguarda solo la cronica carenza infermieri in Italia, ma anche la loro situazione professionale. “Come se non bastasse – osserva De Palma – gli infermieri in Italia hanno retribuzioni decisamente inferiori rispetto alla maggior parte degli altri colleghi europei, che non sono certo commisurate all’enorme competenza di una professione che, paradossalmente, trova sempre più collocazione in contesti sanitari di altre nazioni. Questo accade dice il presidente di Nursing Up, “dal momento che una condizione di disagio profondo sfocia in fughe legittime, verso realtà che offrono riconoscimenti economici degni di tal nome, crescita professionale, possibilità di scatti di carriera, formazione interna”.

“La triste realtà a cui facciamo riferimento – incalza De Palma – è quella di un sistema sanitario italiano profondamente malato, che ‘soffre le pene dell’inferno’ anche e soprattutto perché vive una situazione di profondo disagio e di una crescita a rilento legate a un finanziamento pubblico che si ferma al 75,6% della spesa, giudicato da più parti  come insufficiente e non in linea con le necessità di pazienti e operatori sanitari, ed  aprendo la strada ad un profondo gap rispetto alla media Ue che si assesta all’82,9%.”

carenza infermieri in italia

“Alla Sanità italiana mancano 50 milioni di euro”

Sono questi i contenuti a dir poco inquietanti del Rapporto Crea Sanità 2023, che in particolare, nell’evidenziare la situazione economico-contrattuale degli infermieri, “quella che più ci riguarda da vicino, assume i contorni di un incubo, di un brutto sogno dal quale vorremmo svegliarci prima possibile”, afferma il presidente di Nursing Up.

“Non ci sorprende il leggere che alla sanità italiana manca all’appello un ulteriore finanziamento di 50 milioni di euro per avere un’incidenza media sul PIL analoga agli altri paesi dell’Ue”, aggiunge. “Scavando nel profondo, andiamo a scontrarci con dati che non sono più preoccupanti e allarmanti di come lo erano già qualche anno fa, denunciati a gran voce nei nostri comunicati stampa, ma adesso sono diventati l’anticamera di quello che sembra l’orlo di un abisso”.

“Appena qualche giorno fa – sottolinea De Palma – nell’evidenziare l’assurda disparità nelle retribuzioni tra i medici e le altre professioni sanitarie del comparto, sollevavamo il retorico interrogativo relativo alla mancanza di camici bianchi. Ebbene il Rapporto Crea, sulla medesima scia dei dati Ocse, mette in luce che, in termini di numero di medici che praticano attivamente la professione, il nostro Paese, secondo anche i dati OECD, è in cima alle graduatorie europee: nel 2018 operano in Italia 4,06 medici per 1.000 abitanti contro 3,17 in Francia ed i 2,84 nel Regno Unito. La Spagna ha un valore simile all’Italia (4,0), mentre in Germania si registrano 4,3 medici per 1.000 abitanti. Ben diverso il caso del personale infermieristico attivo, per il quale nel nostro Paese si registra un tasso di gran lunga inferiore alla media europea”.

“Nel 2018 –  conclude – in Italia operavano 5,5 infermieri per 1.000 abitanti contro i 7,8 del Regno Unito, i 10,8 della Francia ed i 13,2 della Germania. Solo la Spagna si attestava a un tasso simile al nostro, pari a 5,8 ogni 1.000 abitanti. Nel 2022 i dati Ocse segnano un flebile passo in avanti del nostro Paese a 6,2 infermieri ogni 1.000 abitanti, ma nel frattempo anche gli altri Paesi sono cresciuti, vedi Regno Unito salito a 8.2. Rimane quindi inalterato il nostro gap di 2 punti rispetto alla media”.C’è di più nel caso dell’Italia, visto che la carenza di infermieri è destinata ad allargarsi oltre il numero di 320.000, usando come riferimento la popolazione over 75, la più bisognosa di assistenza.

“E’ chiaro che in un Paese come il nostro, proiettato verso l’inesorabile invecchiamento, il fabbisogno di operatori sanitari legato alle necessità dei soggetti fragili, afflitti da tante potenziali patologie, aumenta in modo vertiginoso.E non è finita, perché se paghiamo dazio  per quanto concerne la solidità economica di quello che somiglia sempre di più ad un fragilissimo castello di sabbia, siamo sempre più alle prese con una voragine di professionisti mai sanata alla radice”.

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Long Covid nei bambini, ecco quali sono i sintomi più persistenti e quanto durano https://urbanpost.it/long-covid-bambini-sintomi-durata/ Mon, 30 May 2022 09:51:58 +0000 https://urbanpost.it/?p=770424 Long covid nei bambini quali sono i sintomi? Quanto dura? Secondo un recente studio condotto dall'Azienda ospedaliera universitaria di Parma...

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Long covid nei bambini quali sono i sintomi? Quanto dura? Secondo un recente studio condotto dall’Azienda ospedaliera universitaria di Parma, il 17% dei bambini e degli adolescenti italiani che hanno avuto l’infezione manifesta a distanza di 3 mesi segnali. I più comuni sono la congestione nasale, il mal di testa e l’affaticamento, mentre il più persistente nel tempo sembra essere l’insonnia. Di tali risultati riportati dall’«Adnkronos» si è parlato anche al 77esimo Congresso della Società italiana di Pediatra (Sip), a Sorrento.

long covid bambini

Long Covid nei bambini, ecco quali sono i sintomi più persistenti e quanto durano

“Identificare le potenziali conseguenze a lungo termine del Long Covid e la relazione con l’infezione acuta è importante per la gestione e la riabilitazione dei pazienti. I criteri di inclusione di questo studio sono molto stringenti in quanto prevedono di arruolare in modo longitudinale un grosso numero di soggetti che hanno avuto una recente diagnosi di infezione da SarS-CoV-2, proponendo la ricerca nei centri partecipanti a tutti coloro che sono risultati positivi al tampone molecolare in un preciso intervallo di tempo”. Così la coordinatrice dello studio, Susanna Esposito, ordinaria di Pediatria e direttrice della Clinica pediatrica dell’Università di Parma, responsabile del Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Sip. Veniamo ora ai sintomi più comuni.

long covid bambini

Cosa dice l’ultimo studio

Dallo studio emergono: congestione nasale (17%), mal di testa (15%), affaticamento (13%), scarso appetito (10%), insonnia (9%), tosse persistente (8%), dolore addominale (6%), confusione e perdita di concentrazione (5,2%) ed eruzione cutanea (4,9%). Tra i bambini che si sentono affaticati (pari al 13% del campione), circa uno su 4 sente il bisogno di riposarsi più del solito, il 19% dice di essere più assonnato, l’11% ha meno energia del solito. Sintomi come affaticamento, insonnia, perdita di concentrazione e mal di testa si manifestano spesso assieme a mancanza di concentrazione circa il 43% dei bambini. Quanto alla durata dei sintomi, stando ai dati raccolti sinora, i più persistenti sono il mal di testa con il 10% dei bambini che ne soffre anche a distanza di 4-6 mesi successivi all’infezione e l’insonnia. Il 3,6% ne soffre a 6 mesi di distanza; l’1,8% a 7-9 mesi, e la stessa è la percentuale di chi ne soffre ad un anno di distanza. Leggi anche l’articolo —> Long Covid, il 17% dei bambini e adolescenti manifesta sintomi

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Vaiolo delle scimmie, Pregliasco: «Potremo arrivare a migliaia di casi» https://urbanpost.it/vaiolo-scimmie-pregliasco-casi/ Thu, 26 May 2022 10:26:40 +0000 https://urbanpost.it/?p=770304 Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, in un'intervista a «Fanpage», parlando del vaiolo delle scimmie.

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“Potremo arrivare ad avere migliaia di casi ma se ci pre-occupiamo di questo fenomeno in tempo potremmo riuscire a contenerli”. Così Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, in un’intervista a «Fanpage», parlando del vaiolo delle scimmie. Il professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, ha parlato dei contagi in aumento, dell’uso delle mascherine e della modalità di trasmissione.

vaiolo scimmie Pregliasco

Vaiolo delle scimmie, Pregliasco: «Potremo arrivare a migliaia di casi», i chiarimenti sul contagio

“Io dico che questa è una situazione da pre-occuparci, cioè è un qualcosa di anomalo che per fortuna al momento non ha una enorme dimensione epidemiologica ma va affrontato nel modo più anticipato possibile, come abbiamo visto essere necessario anche col Covid, seppur abbiamo elementi ad oggi che ci dicono che questa malattia non ha quella contagiosità e diffusività che ha Sars-Cov-2. Ma credo che valga la pena parlarne ai cittadini in una ottica non allarmistica ma di inquadramento del problema per tenere sotto controllo i casi sintomatici e fermare il focolaio il più possibile. Io poi sono convinto che come l’epatite acuta nei bambini, di cui si è parlato molto nelle scorse settimane, questa situazione nasca da una interlocuzione più attiva delle istituzioni”, ha spiegato Fabrizio Pregliasco parlando dell’evoluzione del virus.

vaiolo scimmie

Le delucidazioni sull’uso delle mascherine

Come può essere avvenuto il contagio? “Sappiamo di una sola catena di contagio che parrebbe essere legata a maxi evento alle Canarie che si è svolto intorno al 15 maggio. Potrebbe essere stato un ambiente a rischio anche se non è una malattia tecnicamente a trasmissione sessuale. L’atto sessuale è però facilitante perché questo virus si trasmette in due modi: attraverso i famosi droplets, che abbiamo imparato a conoscere col Covid, ma anche soprattutto con il liquido delle vescicole che ci sono sul viso, sul tronco, sul palmo delle mani e sui genitali”, l’opinione dell’esperto. Sull’uso delle mascherine per evitare il contagio del vaiolo delle scimmie Pregliasco ha detto: “Prima ancora delle mascherine, bisogna fare attenzione all’igiene delle mani e della persona. Sono ancora convinto che dobbiamo pre-occuparci, istituzionalmente scambiamo informazioni, pianifichiamo scenari diversi, informiamo la popolazione con relativa serenità”. Leggi anche l’articolo —> Vaiolo delle scimmie, come si prende e cosa fare subito: i chiarimenti di Bassetti

vaiolo scimmie pregliasco

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Vaiolo delle scimmie, come si prende e cosa fare subito: i chiarimenti di Bassetti https://urbanpost.it/vaiolo-scimmie-sintomi-come-si-prende-bassetti/ Tue, 24 May 2022 11:51:20 +0000 https://urbanpost.it/?p=770182 Quanto è pericolo il vaiolo delle scimmie? Quali sono i sintomi? Come comportarci? I chiarimenti del professor Bassetti.

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Quanto è pericolo il vaiolo delle scimmie? Quali sono i sintomi? Come comportarci? Oggi sono 92 i casi complessivi nel mondo in 12 paesi, inclusa l’Italia. Su «Money» l’intervista al Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che ha spiegato quali sono le prime manifestazioni del virus, quando è necessario contattare il medico e qual è la terapia da adottare. Per l’esperto non si può parlare di emergenza, ma i numeri cresceranno.

Bassetti

Vaiolo delle scimmie, come si prende e cosa fare subito: i chiarimenti di Bassetti

«I due focolai segnalati finora sono la sauna a Madrid e il Gay Pride a Gran Canaria. Ma al di là di questi due episodi specifici, ce ne sono altri slegati. Per contenere il fenomeno, occorre capire i casi da dove arrivano. E se non ci si riesce, questo può destare preoccupazione», ha spiegato il professor Bassetti. L’infettivologo ha poi chiarito quali sono i sintomi: «Sono aspecifici come febbre, mal di testa, stanchezza, linfonodi ingrossati vicino alla sede delle lesioni. Ma il sintomo principale sono lesioni cutanee che possono localizzarsi in qualunque parte del corpo. C’è una distribuzione centripeta dal volto agli arti. Anche vicino ai genitali. Le pustole sono più grandi di quelle della varicella, somigliano a quelle della sifilide», ha descritto l’esperto. A proposito della modalità del contagio, Bassetti ha detto: «Si trasmette per contatto con le lesioni, quindi anche con un contatto sessuale. Oppure con la saliva. La trasmissione è più difficile rispetto a quella del Covid. Avviene soprattutto in rapporti continuativi e molto stretti».

Bassetti

«Non c’è una terapia specifica», il punto sul vaccino

Quando chiamare il medico? Cosa si può fare da casa se si scopre di essere stati contagiati? «Non c’è una terapia specifica, si utilizzano farmaci sintomatici non specifici per il vaiolo delle scimmie. Il decorso della malattia può essere caratterizzato da due fasi: la prima più blanda in cui per l’appunto si fa ricorso a una terapia sintomatica. Ma in alcuni casi più rari, ci può essere anche una fase più grave, con un interessamento polmonare o di altri organi. In questo caso si può far ricorso a farmaci antivirali come il cidofovir. Ma ci deve essere un’attenta diagnosi del medico», ha detto Bassetti. Il vaccino contro il vaiolo protegge? «Offre l’85% di copertura dal contagio e un’ottima copertura contro la malattia grave. Nel mondo circa il 50% delle persone è vaccinato contro il vaiolo. Se il numero dei casi dovesse aumentare, si potrebbe ragionare sulla strategia vaccinale da seguire: ad esempio per i giovani sanitari che non sono vaccinati e i fragili. Ma al momento è ancora prematuro parlare di vaccino», ha affermato l’infettivologo. Leggi anche l’articolo —> Vaiolo delle scimmie, Burioni spiega perché è una minaccia limitata

Bassetti

 

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