UrbanPost -Buone Notizie https://urbanpost.it/tag/buone-notizie/ Thu, 02 Dec 2021 11:24:36 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 https://media.urbanpost.it/wp-content/uploads/2017/01/cropped-urbanpost_icon-1-32x32.png UrbanPost -Buone Notizie https://urbanpost.it/tag/buone-notizie/ 32 32 Tragico incidente sull’A22 in provincia di Trento: perde la vita una trentenne https://urbanpost.it/incidente-a22-trento-mattarello-besenello-morta-giovane/ Thu, 02 Dec 2021 11:24:36 +0000 https://urbanpost.it/?p=757229 A causa di un tragico incidente verificatosi questa mattina sull'A22, in provincia di Trento, una giovane trentenne ha perso la vita.

L'articolo Tragico incidente sull’A22 in provincia di Trento: perde la vita una trentenne proviene da UrbanPost.

]]>
Questa mattina, poco prima delle 10, si è verificato un tragico incidente sull’A22, tra Mattarello e Besenello, in provincia di Trento. A causa dello scontro, una donna di appena trent’anni ha perso la vita. Stando alle prime ricostruzione, pare ci sia stato uno schianto nella carreggiata sud che ha coinvolto una vettura e un mezzo pesante.

Perugia incidente

Incidente sull’A22 in provincia di Trento, perde la vita una giovane trentenne

Sul luogo dell’incidente, avvenuto sull’A22, è giunto l’elicottero di Trentino Emergenza. Sul posto, poi, sono arrivati anche la polizia stradale, un’ambulanza, l’auto medica e i vigili del fuoco che hanno operato per riuscire a estrarre dall’automobile la giovane donna, parsa fin dal primo momento in stato di emergenza. Per lei, infatti, non c’è stato niente da fare. Ora la Polstrada dell’A22 è al lavoro per ricostruire la dinamica del drammatico incidente. Durante le operazioni di soccorso, inoltre, il traffico è stato sospeso, imponendo inevitabili rallentamenti. Infine, è stato chiuso il casello di Trento sud in ingresso verso Modena. >> Tutte le notizie di UrbanPost

ARTICOLO | Cadavere scoperto nella grotta dell’Etna, al suo fianco una pagina di necrologi

ARTICOLO | Noto, colpito alla testa da un proiettile vagante: ragazzino in gravi condizioni

L'articolo Tragico incidente sull’A22 in provincia di Trento: perde la vita una trentenne proviene da UrbanPost.

]]>
Salvò la vita a tre fratelli nel 1944: il soldato americano tornerà a Bologna dalla Florida https://urbanpost.it/soldato-americano-bologna-naldi-florida/ Mon, 26 Jul 2021 11:06:01 +0000 https://urbanpost.it/?p=741465 Ora l'ex soldato americano Martin Adler, 97 anni, è determinato a fare ritorno a Bologna per riabbracciare i tre fratelli Naldi, che per poco non uccise nel 1944

L'articolo Salvò la vita a tre fratelli nel 1944: il soldato americano tornerà a Bologna dalla Florida proviene da UrbanPost.

]]>
Ricordate la storia del soldato americano Martin Adler e dei tre bambini che egli aveva salvato nel 1944 sull’appennino bolognese? La vicenda aveva aveva fatto il giro del mondo tramite i social network: la famiglia del veterano americano aveva diffuso la fotografia di Adler e dei tre allora giovanissimi Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, che si erano riconosciuti nello scatto. Ora Martin Adler, 97 anni, è determinato a fare ritorno a Bologna per riabbracciare quei tre fratelli che devono la loro vita al veterano e al suo collega, ora deceduto.

soldato americano bologna

Bologna, il soldato americano che salvò i fratelli Naldi

Sta per avverarsi il nuovo sogno di Martin Adler, il veterano americano che nel 1944 a Monterenzio, in piena Linea Gotica, trovò tre bambini dentro una cesta, serbandone il ricordo per tutta la vita. Sono passati 77 anni da quando Martin Adler e il suo collega John Bronsky erano alla ricerca di tedeschi in fuga sull’appennino bolognese, quando videro una grande cesta che nascondeva qualcuno. Nessuno venne fuori, neanche dopo l’avviso dei soldati. Secondo Martin, fu Dio a farli esitare e non sparare. In quel momento una donna si precipitò davanti al fucile di Martin, gridando “Bambini! Bambini!”.

Il miracolo di Natale

I tre piccoli fratelli Naldi uscirono dalla cesta. Sollevato e sopraffatto dalla gioia, il veterano abbracciò i bambini e chiese alla madre di scattare una foto. Lei accettò, ma solo dopo aver cambiato i bambini con i vestiti della domenica. Per più di 75 anni, Adler ha conservato quella fotografia e quel ricordo nel suo cuore. Poi, un miracolo di Natale: la figlia di Martin Adler, Rachelle Adler Donley, condivide in piena pandemia da Covid-19 la famosa foto, scrivendo solo che è stata scattata da qualche parte in Italia tra il 1944 e il 1945, nella speranza di ritrovare i tre bambini.

Martin Adler torna a Bologna

I social media hanno fatto la loro magia e Rachelle Adler ha ritrovato i tre allora bambini, tutti vivi, tutti genitori e nonni come il veterano Martin. Ora il 97enne, confinato in sedia a rotelle ma pieno di vitalità ed entusiasmo, si accinge a coronare il suo sogno: riabbracciare Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi. La loro storia è stata raccontata dall’autore Matteo Incerti nel libro “I bambini del soldato Adler”. Incerti, insieme alla figlia di Adler, ha organizzato una raccolta fondi per aiutare il veterano e sua moglie ad affrontare il viaggio in Italia, durante il quale entrambi avranno bisogno di assistenza medica.

ARTICOLO | San Donà di Piave, 16enne muore durante una partita a calcetto: fatale un arresto cardiaco

fratelli naldi

Il viaggio del soldato americano a Bologna

Martin Adler farà ritorno insieme alla sua famiglia sull’appennino bolognese, in Toscana, a Roma, a Napoli e nell’ospedale in cui trascorse 3 mesi. Ad ogni tappa, Martin farà dei disegni da dare in beneficenza a varie realtà locali.  A Bologna il ricavato andrà all’Associazione Genitori Ematologia e Oncologia Pediatrica, in memoria di Irene, una ragazzina scomparsa da poco.

La raccolta fondi

“I fondi che rimarranno dei vostri generosi contributi andranno al progetto di educazione ambientale e civile della ‘Scuola del Bosco’ di Siano (Salerno). Questa scuola salva animali abbandonati e offre esperienze di vita nella natura per bambini svantaggiati. Qui i bambini interagiscono e si prendono cura degli animali e imparano a vivere a contatto con l’ambiente. Parte del ricavato del libro su proposta della famiglia Adler, Matteo e gli amici italiani Pino e Carmen andranno anche alla ‘Scuola del Bosco’”. Così spiega Rachelle su Facebook, dove ha organizzato la raccolta fondi.

Dopo la guerra, Martin ha studiato come assistente sociale e ha aiutato i veterani nella riabilitazione. Martin ha poi continuato il suo lavoro nell’assistenza sociale e mentale e alla fine è diventato direttore dell’istituto senza scopo di lucro, Helen Keller National Center, che si occupa dell’assistenza dei sordo ciechi minori e adulti situato a Sands Point, New York. Sulla pagina Facebook della raccolta fondi, Martin Adler scherza in alcuni video in cui si diverte a dire qualche parola in italiano. Si preannuncia un viaggio ricco di emozioni, sorrisi e memorie. >> Tutte le news di UrbanPost

L'articolo Salvò la vita a tre fratelli nel 1944: il soldato americano tornerà a Bologna dalla Florida proviene da UrbanPost.

]]>
Cercava la madre biologica per curare il tumore: ce l’ha fatta, presto negli Usa per una cura sperimentale https://urbanpost.it/como-daniela-molinari-cancro/ Sun, 25 Jul 2021 08:48:02 +0000 https://urbanpost.it/?p=741334 Daniela Molinari, l'infermiera di 47 anni di Como malata di cancro, ha ricevuto l'aiuto della madre che l'aveva abbandonata

L'articolo Cercava la madre biologica per curare il tumore: ce l’ha fatta, presto negli Usa per una cura sperimentale proviene da UrbanPost.

]]>
Como: Daniela Molinari, l’infermiera di 47 anni di origini comasche, è riuscita nella sua impresa. La donna, malata di cancro, aveva diramato un appello per ritrovare la sua madre biologica, che l’aveva abbandonata nella vecchia maternità del Sant’Anna di Como. La donna ha accettato di aiutare la figlia biologica: Daniela partirà a breve per gli Stati Uniti per sottoporsi a una cura sperimentale.

daniela molinari

Como, Daniela Molinari ha trovato la madre biologica

Partirà per Houston alla fine dell’estate Daniela Molinari, l’infermiera di origini comasche che cercava la madre biologica con l’obiettivo di tracciare il dna e affrontare così una cura sperimentale contro il cancro. Grazie alla mediazione del Tribunale dei minori, la donna ha accettato di aiutare la figlia abbandonata. L’infermiera 47enne aveva ricevuto la buona notizia a maggio: infatti, dopo un iniziale rifiuto, la mamma aveva accettato di sottoporsi all’esame del Dna. Ieri si è sottoposta al prelievo che consentirà di mettere a punto una terapia per combattere il tumore, grazie alla mappatura del dna.

como cancro daniela molinari

ARTICOLO | Incidente bus Capri, l’autista esce fuori strada per un malore: il gesto eroico prima della tragedia

La raccolta fondi per Daniela

L’infermiera si recherà negli Stati Uniti per la cura sperimentale che potrebbe salvarle la vita alla fine dell’estate, come riporta La Provincia di Como. “L’incertezza sulla situazione sanitaria internazionale mi preoccupa, mi chiedo cosa succederà ai collegamenti aerei nei prossimi mesi. – ha spiegato Daniela al quotidiano -. Mi spaventa la prospettiva di dover forse partire da sola, senza mio marito, e delle incognite che potrei dovermi trovare ad affrontare senza il suo sostegno”. Intanto prosegue la raccolta fondi per aiutare Daniela a sostenere le spese ingenti che dovrà affrontare per recarsi negli Usa. >> Tutte le news di UrbanPost

L'articolo Cercava la madre biologica per curare il tumore: ce l’ha fatta, presto negli Usa per una cura sperimentale proviene da UrbanPost.

]]>
Ferrara, primo nato da una paziente intubata in terapia intensiva: “Un vero dono dal cielo” https://urbanpost.it/ferrara-covid-donna-partorisce-terapia-intensiva/ Wed, 21 Apr 2021 09:31:39 +0000 https://urbanpost.it/?p=726952 Ferrara: il neonato, Rayt, è anch'egli in terapia intensiva per i farmaci assimilati dalla madre, ma è negativo al Covid e in buone condizioni

L'articolo Ferrara, primo nato da una paziente intubata in terapia intensiva: “Un vero dono dal cielo” proviene da UrbanPost.

]]>
21 aprile 2021 – Ferrara, una donna in terapia intensiva per Covid partorisce il figlio con un parto cesareo. Il neonato, Rayt, è in terapia intensiva, perché ha assorbito i medicinali dati alla madre, ma è negativo al Covid. “E’ un bel bimbo, 2 chili e 200 grammi, un vero dono del cielo”, dice il papà Radouani.

Donna partorisce in terapia intensiva a Ferrara

Una notizia positiva nella difficile faccenda familiare di Radouani e Anani, la 35enne marocchina che ormai da un mese in terapia intensiva lotta contro il Covid. La storia della famiglia, residente a Cento, ora conta tre bimbi ha commosso tutta la città.

Radouani Ben Zouini è un facchino all’interporto di Bologna, ed è padre di altri due bimbi di 6 e 2 anni. A causa del Covid, la famiglia ha attraversato un’odissea. La prima a risultare positiva è la moglie Anani, incinta: le condizioni deteriorano presto e la donna passa due settimane all’ospedale di Cona. Nel frattempo, si ammala anche Radouani, e anche lui finisce all’ospedale del Delta. Il Covid contagia anche la suocera, ancora in terapia intensiva, e il cognato. I bambini, anch’essi positivi ma asintomatici, sono ricoverati quindi in pediatria. “Nessuno riusciva ad accudirli – racconta Radouani a Il Resto del Carlino. Sono stati a Cona, poi grazie agli assistenti sociali sono stati portati all’Hotel Astra, dove cinque giorni fa sono arrivato anche io. E lunedì, finalmente, siamo potuti uscire tutti e tornare a Cento”.

Il parto

Intanto la moglie di Radouani resta in terapia intensiva. La preoccupazione è tanta, per lei e per il bambino che sta per partorire. “Eravamo tutti preoccupati, ma i medici sono stati bravissimi. Hanno aspettato che il bimbo, prematuro, potesse nascere in sicurezza con il parto cesareo. In questo modo, mi dicono, mia moglie potrà essere curata anche con terapie più forti. Dovranno anche farle un’altra operazione”, racconta il facchino. Il neonato, Rayt, che significa ‘pioggia benedetta’, è nato venerdì scorso. Anche lui è stato ricoverato in terapia intensiva, poiché ha assorbito i farmaci assunti dalla madre contro il Covid. Però è un bambino sano, “un vero dono dal cielo”, dice Radouani. (continua dopo la foto)

ARTICOLO | Nuovo Decreto Covid, dalle riaperture al certificato verde: tutte le novità oggi al Cdm

covid liguria

“Devo ringraziare tutti”

L’odissea della famiglia di Cento è arrivata per di più in un momento di particolare difficoltà economica. “Ci sono momenti in cui non so come fare. Perché oltre alla paura per mia moglie, alle preoccupazioni per le condizioni degli altri familiari e dei miei bimbi, adesso devo pensare anche ai problemi della casa e a pagare l’affitto. Sono in congedo per paternità, con 600-700 euro al mese si fa molta fatica. Perché in questo periodo i proprietari dell’appartamento in cui abitiamo lo hanno anche venduto, e presto dovremo uscire, perché la casa deve essere ristrutturata”.

La storia Anani e Radouani e i loro figli ha però ricevuto una particola attenzione dal Comune di Cento e dai servizi sociali dell’Usl. “Devo ringraziare tutti – dice Radouani. Senza di loro non saprei come avremmo potuto affrontare questo periodo così terribile. Adesso i problemi continuano, ma sappiamo di non essere soli”. >> Tutte le news di UrbanPost

L'articolo Ferrara, primo nato da una paziente intubata in terapia intensiva: “Un vero dono dal cielo” proviene da UrbanPost.

]]>
Covid, donna vaccinata con la prima dose partorisce neonata con anticorpi: lo studio https://urbanpost.it/vaccino-covid-donne-in-gravidanza/ Sun, 21 Mar 2021 10:44:48 +0000 https://urbanpost.it/?p=722452 La madre, mai contagiata dal virus, ha ricevuto una singola dose di vaccino di Moderna esattamente 3 settimane prima del parto

L'articolo Covid, donna vaccinata con la prima dose partorisce neonata con anticorpi: lo studio proviene da UrbanPost.

]]>
Importante scoperta sul vaccino anti-Covid per quanto riguarda le donne in gravidanza. In America, una madre in attesa che aveva ricevuto la prima dose del vaccino Moderna ha partorito una neonata sana e in forze nel cui cordone ombelicale sono stati rilevati gli anticorpi al Covid. E’ il primo caso individuato dagli scienziati.

scuola vaccino docenti

Lo studio della Florida Atlantic University

Gli scienziati della Florida Atlantic University – Charles E. Schmidt College of Medicine lo definiscono nel loro studio “il primo caso noto di una bimba con anticorpi contro il coronavirus Sars-CoV-2 rilevabili nel sangue del cordone ombelicale”. Si tratta di una bimba nata da una mamma che era stata vaccinata contro Covid qualche tempo prima del parto. La bebè è una piccola “sana e forte”, venuta al mondo “a termine”. Sua madre, mai contagiata dal virus, ha ricevuto una singola dose di vaccino a mRna di Moderna esattamente 3 settimane prima del parto.

La donna aveva superato da 3 giorni la 36esima settimana di gravidanza quando è stata sottoposta alla prima iniezione del siero. Gli anticorpi contro la proteina S di Sars-CoV-2 (IgG) sono stati rilevati nel sangue del cordone ombelicale al momento del parto, immediatamente dopo la nascita. La mamma, 36 anni, operatrice sanitaria, sta allattando esclusivamente al seno la sua piccola. Ha ricevuto la seconda dose del vaccino Moderna durante il periodo post parto, secondo la normale tempistica del protocollo di vaccinazione, che prevede la seconda somministrazione 28 giorni dopo la prima.

I risultati

Gli esperti si attendevano di trovare gli anticorpi nella neonata, come riscontrato nelle vaccinazioni contro l’influenza e con il vaccino TDaP (difterite-tetano-pertosse acellulare). “L’infezione naturale da Sars-CoV-2, tuttavia, sembra conferire al feto un passaggio di anticorpi inferiore al previsto, il che può indicare che i neonati nati da madri vaccinate rimarranno a rischio di infezione”, ragionano gli autori dello studio. Gli scienziati però tengono conto del fatto che la dose ricevuta era solo una. “Pertanto, esiste un potenziale di protezione e riduzione del rischio di infezione con la vaccinazione materna”, conclude lo studio.

vaccino donne in gravidanza

I vaccini nelle donne in gravidanza

La vaccinazione sulle donne incinte è stata e rimane materia di discussione. Nessuna delle case farmaceutiche produttrici di vaccino ha infatti incluso le donne incinte nelle sperimentazioni. Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson hanno annunciato che inizieranno a breve le ricerche sulle donne in gravidanza, riporta Health. Intanto però la scoperta, supportata da altre ricerche al Massachusetts General Hospital, può rassicurare le madri in attesa. >> Tutte le news di UrbanPost

L'articolo Covid, donna vaccinata con la prima dose partorisce neonata con anticorpi: lo studio proviene da UrbanPost.

]]>
Bologna, dimessa dalla terapia intensiva la ragazzina di 11 anni col Covid: ecco come è stata curata https://urbanpost.it/covid-bologna-santorsola-11-anni-terapia-intensiva-dimessa/ Sun, 21 Mar 2021 10:02:06 +0000 https://urbanpost.it/?p=722443 Dopo quasi un mese di lotta contro il Covid in terapia intensiva, la ragazzina ferrarese di 11 anni, che era in salute, passa in subintensiva

L'articolo Bologna, dimessa dalla terapia intensiva la ragazzina di 11 anni col Covid: ecco come è stata curata proviene da UrbanPost.

]]>
E’ stata dimessa dalla terapia intensiva del policlinico Sant’Orsola di Bologna la ragazzina di appena 11 anni finita in terapia intensiva per il Covid. Quasi un mese di lotta contro il virus, ma finalmente la buona notizia. “Le notizie che fanno bene. Le notizie che ci aiutano ad andare avanti”, si legge sulla pagina Facebook del policlinico bolognese.

covid bologna

Dimessa dalla terapia intensiva la ragazzina di 11 anni

La ragazzina, ferrarese di origini pakistane, era ricoverata in gravi condizioni al policlinico Sant’Orsola. Ora sta migliorando, rispondendo alle cure, ed è uscita dalla terapia intensiva. La ragazzina, che frequenta una scuola media della provincia di Bologna, non presentava alcuna patologia, era sana, ma nonostante questo il Covid l’ha colpita duramente fino a costringere i medici ad intubarla lo scorso 25 febbraio. Oggi, dopo quasi un mese di respiratori artificiali e flebo, la piccola sta meglio e ha lasciato il reparto. Ora la undicenne resterà in terapia subintensiva finché, la prossima settimana, i sanitari valuteranno nuovamente il suo quadro clinico e decideranno in quale reparto trasferirla.

“La bimba è arrivata da noi il 25 febbraio, in condizioni gravissime – spiega a Il Resto del Carlino l’anestesista Daniela Di Luca, alla guida del reparto di Terapia intensiva al padiglione 25 – . Respirava da sola, ma molto a fatica e presto le cose sono precipitate. Abbiamo dovuto attaccarla alla macchina ’Ecmo’, che di fatto sostituisce artificialmente il lavoro dei polmoni. Questo ci ha dato il tempo di curarla con farmaci e antibiotici. Dopo 15 giorni abbiamo sostituito questo macchinario con un respiratore automatico: a quel punto, siccome la piccola era più cosciente, abbiamo iniziato a farla parlare con la mamma e i fratellini, in videochat”.

LEGGI ANCHE >> Prato, coppia di anziani malati di Covid ritratti mano nella mano sorridenti e felici

pisa terapia intensiva

Medici e infermieri: “Ecco come l’abbiamo curata”

“L’abbiamo anche un po’ viziata – raccontano medici e infermieri del nosocomio bolognese – le portavamo da mangiare tutto quello che voleva, pizza e patatine, e le facevamo vedere i video di Ariana Grande…”, ammettono. “Le caricavamo sul tablet i video e i film che preferiva, le facevamo le acconciature e le abbiamo pure dato lo smalto. Le fisioterapiste l’hanno anche truccata, un giorno, con i cosmetici per bambini. Ci siamo tutti affezionati a lei”.

“Noi ci abbiamo sperato, ci abbiamo provato, ci abbiamo creduto. Abbiamo vegliato su di lei, l’abbiamo accarezzata, le abbiamo fatto ascoltare la sua musica preferita, le abbiamo parlato. Il nostro lavoro è non lasciare mai soli i pazienti – ha fatto sapere il policlinico sulla sua pagina Facebook -. Giorno e notte, senza pausa dai dispositivi di protezione per bere, mangiare e riposare, controllando i parametri vitali, sempre pronti a intervenire. Qui al Sant’Orsola continuiamo con determinazione il nostro lavoro di squadra per la cura di tutti i pazienti: 402 i posti letto dedicati al Covid allestiti al Sant’Orsola, di questi 100 di area critica, terapia intensiva e semi intensiva “, si legge ancora nel post.

Una buona notizia che fa sorridere il personale sanitario, che è alle prese con altri casi critici nello stesso reparto. A poca distanza dal letto della ragazzina di 11 anni c’è un quattordicenne di Modena, che resta  in prognosi riservata e in condizioni molto gravi. >> Tutte le news 

L'articolo Bologna, dimessa dalla terapia intensiva la ragazzina di 11 anni col Covid: ecco come è stata curata proviene da UrbanPost.

]]>
Battaglia vinta, dal 2021 i rider di “Just Eat” avranno un contratto di lavoro dipendente https://urbanpost.it/rider-just-eat-2021-contratto-lavoro-dipendente/ Thu, 31 Dec 2020 08:18:32 +0000 https://urbanpost.it/?p=707949 Le svolte nel settore del food delivery hanno portato i rider ha vincere la battaglia per una giusta contrattualizzazione. Quelli di Just Eat...

L'articolo Battaglia vinta, dal 2021 i rider di “Just Eat” avranno un contratto di lavoro dipendente proviene da UrbanPost.

]]>
Una vita piena di imprevisti quella dei rider, tra incertezze economiche e sviste che possono capitare sul lavoro. Le svolte nel settore del food delivery, diventato più preminente nel 2020, hanno portato i rider ha vincere la battaglia per una giusta contrattualizzazione. Dal 2021 i rider di Just Eat saranno assunti con contratto di lavoro dipendente, con paga oraria e tutele di cui gode un qualunque rapporto di lavoro subordinato. «Ci auguriamo che l’esempio di Just Eat venga seguito anche dalle altre aziende di food delivery operanti in Italia», ha dichiarato Yiftalem Parigi (Cgil).

leggi anche l’articolo —> Viviana e Gioele, il giallo di Caronia verso l’archiviazione: per la Procura fu omicidio-suicidio

rider just eat

Battaglia vinta, dal 2021 i rider di “Just Eat” avranno un contratto di lavoro dipendente

I rider di Just Eat, a partire dal 2021, saranno assunti con contratto di lavoro dipendente. A rivelarlo una e-mail inviata dalla piattaforma di food delivery ai suoi fattorini. «Just Eat, leader nel mercato della consegna di cibo a domicilio, annuncia l’arrivo in Italia nel 2021 di ‘Scoober‘, il modello di delivery già attivo in alcuni dei paesi del gruppo, e in linea con la strategia europea, che inquadra i rider come lavoratori dipendenti, consentendo loro di avere più vantaggi e tutele e conservando la flessibilità e la possibilità di operare combinando studio e altre attività», si legge nel corpo della mail, divulgato da “Fanpage”.

«Come leader di mercato del digital food delivery Just Eat vuole offrire ai rider le migliori condizioni di lavoro, i migliori vantaggi e tutele possibili. E assicurare loro il miglior inquadramento occupazionale che può offrire al momento il panorama italiano», ha specificato la nota azienda. L’organizzazione del lavoro sarà diversa a seconda delle dimensioni delle città in cui i rider andranno ad operare.

rider just eat

Yiftalem (Cgil): «Dovremo ragionare sui dettagli»

A festeggiare Yiftalem Parigi, il rider eletto rappresentante sindacale di Just Eat a Firenze con il Nidil Cgil, che raggiunto telefonicamente da ‘Fanpage’ ha detto: «È per noi un’indiscutibile vittoria: finalmente i rider saranno lavoratori subordinati e non più ‘autonomi’. Ora insieme all’azienda dovremo ragionare sui dettagli, ma come Cgil crediamo che debba essere rispettata la recente sentenza della Cassazione e che i fattorini vadano inquadrati nell’ambito del contratto nazionale merce-logistica, con una base retributiva oraria di 10,50 euro lordi più le eventuali variazioni». Leggi anche l’articolo —> Zona rossa dopo il 7 gennaio, Iss: «In Calabria, Liguria e Veneto mantenere le restrizioni»

L'articolo Battaglia vinta, dal 2021 i rider di “Just Eat” avranno un contratto di lavoro dipendente proviene da UrbanPost.

]]>
Crotone, ragazzo assunto da supermercato davanti al quale stazionava: «Sono troppo felice» https://urbanpost.it/crotone-ragazzo-assunto-supermercato/ Mon, 28 Dec 2020 10:06:08 +0000 https://urbanpost.it/?p=707349 Il ‘regalo’, giunto in prossimità del Natale, ha donato a Kemo, 40enne della Guinea Bisseau, profonda gioia. In Italia da circa 6 anni, è stato assunto da qualche giorno.

L'articolo Crotone, ragazzo assunto da supermercato davanti al quale stazionava: «Sono troppo felice» proviene da UrbanPost.

]]>
È stato ‘premiato’ con l’assunzione il ragazzo del Gambia che per anni ha stazionato davanti ad un supermercato di Crotone, fornendo assistenza ai clienti dell’esercizio commerciale. Il ‘regalo’, giunto proprio in prossimità del Natale, ha donato a Kemo, 40enne della Guinea Bisseau, profonda gioia. Migrato in Italia da circa sei anni, è stato assunto da qualche giorno come addetto allo scarico merci del supermercato calabrese innanzi al quale ha sostato per anni. “Sono troppo contento”, ha dichiarato a Fanpage.it che ha raggiunto i protagonisti della storia.

Leggi anche >> Miracolo di Natale ad Avellino: neonato abbandonato dopo il parto trova una famiglia

crotone ragazzo supermercato

Crotone, ragazzo assunto dal supermercato innanzi al quale stazionava: Lavoro qui con un contratto, sono troppo contento”

“Sono tanti anni che sono qui in Italia, senza lavoro. – ha spiegato a Fanpage Kemo DarboeSono andato a Foggia, ho trovato solo lavoro in nero, paga bassa… Nient’altro. Adesso, la signora Anna Carolei ha deciso di aiutarmi. Lavoro qui con un contratto, sono troppo contento”. Anna Carolei, responsabile del punto vendita, dal suo canto ha affermato: “Tengo a precisare che non ha mai chiesto l’elemosina. Se qualcuno voleva dargli una mancia, lo ha fatto in maniera del tutto volontaria”. Arrivato in Italia dopo aver perso la moglie – morta durante il parto dell’ultimo dei suoi tre figli – Kemo ha deciso di affidare i bambini ad una sua amica in Gambia, aiutata dal fratello. Dopo qualche tempo in Italia, per il 40enne si era presentata però l’opportunità di trasferirsi in Germania e chiedere il ricongiungimento con i suoi figli. Una possibilità stroncata da una tragedia.

crotone ragazzo supermercato

La tragedia prima del ricongiungimento con i figli

“Purtroppo, – ha raccontato la signora Carolei – quando tutta la documentazione era già pronta, gli è giunta una terribile notizia dal Gambia: i suoi due figli maggiori, di 9 e 12 anni, hanno perso la vita in un incidente occorso a un pulmino carretta. In Germania non gli avrebbero più dato la possibilità di rimanere. Quando me lo ha comunicato via social, gli ho detto: sarebbe opportuno che tu ritornassi qui, vedremo come aiutarti”. Tornato a Crotone, ha proseguito la Carolei, “stava fuori dal supermercato, anzi… Per motivi umanitari, con il caldo o con il freddo, invitavamo Kemo a stare dentro. Ha sempre goduto degli stessi diritti di tutti gli altri”. Fino al momento dell’assunzione da parte del proprietario della catena, Francesco Policastrese.

“Lo conosco da tanti anni, – ha detto l’imprenditore – è una persona a modo, ha sempre lavorato, ha sempre assistito i clienti… La gente lo cerca, è un ragazzo che si fa voler bene. Non mi aspettavo tutto questo clamore, – ha confessato – non credo di aver fatto nulla di eccezionale. Mi si è aperta questa opportunità, avevo bisogno di una mano in negozio e l’ho fatto lavorare”.

Crotone, la responsabile: “È un ragazzo per bene, invia denaro a suo figlio che sta frequentando una scuola inglese”

“È un ragazzo per bene. – ha affermato la responsabile del punto vendita – Paga le bollette giorni prima della scadenza, sempre puntuale nel pagamento dell’affitto. E poi invia denaro a suo figlio che sta frequentando una scuola inglese. L’anno scorso, in questo periodo, gli abbiamo offerto un viaggio per andare dal suo piccolo. È stato in Gambia poco prima che arrivasse il Covid, ha fatto appena in tempo”. “Ormai era diventato uno di noi, – ha concluso un collega, addetto come Kemo al magazzino – perché era sempre qui con noi, ci aiutava durante lo scarico merci, anche prima del contratto. Per me è un onore averlo con noi a lavorare”. >> L’infermiera Alivernini tra i primi a ricevere il vaccino allo Spallanzani: “E’ l’inizio della fine” dell’incubo

L'articolo Crotone, ragazzo assunto da supermercato davanti al quale stazionava: «Sono troppo felice» proviene da UrbanPost.

]]>
Miracolo di Natale ad Avellino: neonato abbandonato dopo il parto trova una famiglia https://urbanpost.it/miracolo-di-natale-ad-avellino-neonato-abbandonato-dopo-il-parto-trova-una-famiglia/ Sun, 27 Dec 2020 08:31:06 +0000 https://urbanpost.it/?p=707223 Ad Avellino, una madre ha abbandonato un neonato dopo il parto, ma il piccolo ha subito trovato solidarietà nella comunità e una famiglia che lo ha preso in affido temporaneo

L'articolo Miracolo di Natale ad Avellino: neonato abbandonato dopo il parto trova una famiglia proviene da UrbanPost.

]]>
Avellino: neonato abbandonato in ospedale, una giovane coppia lo adotta. E’ successo ad Ariano Irpino, ad Avellino, nella notte di Natale. La madre naturale del bambino ha partorito in ospedale, ma non lo ha voluto riconoscere e lo ha lasciato nel Nido dell’ospedale. Un piccolo miracolo di Natale per il neonato e per una coppia senza figli, che nel giro di 24 ore ha potuto adottare temporaneamente il piccolo.

>> Adele, tra i primi vaccinati contro il Coronavirus: “Spero di essere d’esempio”

NEONATO ABBANDONATO

Neonato abbandonato ad Ariano Irpino, Avellino

Si tratta di “parto in anonimato” e, nonostante non sia frequente, è una possibilità prevista dalla legge. La madre può decidere di non riconoscere il bambino e di lasciarlo in ospedale. In tal modo il neonato riceve assistenza sanitaria ma anche tutela giuridica, nella stessa misura della partoriente. Infatti alla donna è garantito l’anonimato: sull’atto di nascita del bimbo viene scritto “Nato da donna che non consente di essere nominata”. La procedura prevede anche un supporto psicologico da parte del personale ospedaliero, per accertarsi che la donna prenda la decisione in modo cosciente.

Il bambino è stato quindi affidato al Nido dell’ospedale, il Sant’Ottone Frangipane. Da subito è scattata una silenziosa gara di solidarietà. Il direttore sanitario del nido Angelo Fileri lo ha raccontato al quotidiano locale Ottopagine. “Il neonato è stato subito accolto amorevolmente, accudito costantemente. E’ scattata subito una grande gara di solidarietà silenziosa. Qualcuno gli ha regalato dei vestitini, qualcun altro un cappellino. Tanti i gesti d’affetto che si sono concentrati sul bambino”.

avellino neonato abbandonato

L’affido temporaneo

Il bambino non è rimasto solo a lungo: la sua nuova famiglia, una coppia senza figli, è corsa all’ospedale il giorno di Natale per sbrigare le pratiche dell’affido (temporaneo) e portarlo a casa con loro. Solitamente questa situazione di affido dura otto mesi, periodo in seguito al quale il neonato dovrà essere riaffidato ai genitori o essere dichiarato come “adottabile” da parte del Tribunale dei Minori. Per quanto drammatica possa essere stata la scelta della madre di abbandonare il figlioletto, il piccolo miracolo di Natale commuove. “Quando il piccolo che già era diventato la “mascotte” del Frangipane se n’è andato via dal Nido dall’ospedale, sulla carrozzina della giovane coppia, c’è stato chi non è riuscito a trattenere le lacrime”, ha raccontato Angelo Fileri. >> Tutte le news

L'articolo Miracolo di Natale ad Avellino: neonato abbandonato dopo il parto trova una famiglia proviene da UrbanPost.

]]>
«Sei troppo brutta per i selfie». Dopo tanta crudeltà, Melissa si è presa la sua rivincita https://urbanpost.it/melissa-blake-insultata-per-anni/ Tue, 08 Dec 2020 11:17:29 +0000 https://urbanpost.it/?p=704111 La rivincita di Melissa ha il sapore di coraggio e tanta forza di volontà. La ragazza Americana è nata con una patologia molto rara e fin da piccola ha dovuto avere a che fare con gli Haters. Ora arriva la sua vittoria.

L'articolo «Sei troppo brutta per i selfie». Dopo tanta crudeltà, Melissa si è presa la sua rivincita proviene da UrbanPost.

]]>
La rivincita di Melissa ha il sapore di coraggio e tanta forza di volontà. La ragazza Americana è nata con una patologia molto rara e fin da piccola ha dovuto subire molti interventi delicati per riuscire a farle acquistare le capacità fisiche principali. Non solo, Melissa Blake ha dovuto e ancora deve avere a che fare con gli Haters che la insultano sui social. La brutalità dei leoni da tastiera non ha limite ma lei è finita sulla passerella di Tommy Hilfigher a New York tanto un bello schiaffo morale a chi l’ha definita brutta.

>> Una macchina per l’autodiagnosi del tumore al seno: l’invenzione della giovane ricercatrice

Melissa Blake

Melissa Blake

Melissa ha 39 anni ha una laurea in giornalismo ed da poco ha aperto il suo Blog: So About What I Said. La ragazza purtroppo è nata con una patologia molto rara, la sindrome di Freeman-Sheldon, definita anche sindrome della ‘faccia da fischiatore’, che causa anomalie ossee. Quindi la Blake fin da piccola si è dovuta sottoporre a molti interventi delicati per aumentare la mobilità. Nonostante questo Melissa è sulla sedia a rotelle perchè non ha acquisito del tutto la capacità di caminare. Pensare che già cosi la vita di una persona o semplicemente di una ragazza non è stata cosi semplice. Ma non basta. Essì perchè a tutte le disabilita fisiche si aggiungono le critiche dal popolo social. Cattivo e senza alcuna pietà definiscono Melissa ‘un orrore’ e sotto i suoi dolcissimi selfie si permettono di scrivere che non dovrebbe postare queste foto perché sono orribili.

Melissa Blake

Melissa X Tommy Hilfiger: Modella per un giorno

La rivincita di melissa parte proprio da qui. Dalla voglia di riscatto nasce l’idea di iscriversi all’università. Consegue la laurea in Giornalismo e dopo poco apre il suo personalissimo Blog So About What I Said. Melissa in poco tempo diventa il simbolo della normalizzazione della disabilità. Il suo obiettivo è quello di essere vista come un ‘comune’ essere umano e non come una donna disabile ed è sicura del fatto che i pregiudizi e le crudeltà non avranno mai la meglio sull’amore. Ultima ma, non per importanza, è la sua partecipazione ad una sfilata di alta moda. Ebbene si Melissa Blake è stata a tutti gli effetti una modella di Tommy Hilfiger durante la New York The Runway of Dreams Foundation. Per celebrare l’inclusività, sono stati 25 modelli disabili a presentare le nuove linee di abbigliamento adattivo firmate da marchi come Tommy Hilfiger, dando prova del fatto che la moda si sta aprendo sempre di più alle diversità. Melissa ha sfilato in sedia a rotelle con jeans e pelliccia dimostrando le che moda è per tutti. Dopo la sfilata Melissa ha dichiarato su Instagram: «Non riesco ancora a credere di aver fatto la modella alla New York Fashion Week e di aver indossato questo fantastico completo di @zapposadaptive !! Grazie a The Runway of Dreams per aver mostrato che l’inclusione della disabilità è l’ultimo traguardo della moda ed è sempre in tendenza». >> tutte le news di Urbanpost

 

L'articolo «Sei troppo brutta per i selfie». Dopo tanta crudeltà, Melissa si è presa la sua rivincita proviene da UrbanPost.

]]>